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Chiara Ferragni, indagata con l’accusa di truffa aggravata per il caso pandoro, ha trovato un accordo con il Codacons che nei giorni prossimi potrà ritirare le querele. Ma questo come potrebbe influenzare la Procura che nei prossimi giorni dovrà decidere se archiviare o meno il fascicolo?
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Ancora pochi giorni e poi la Procura di Milano deciderà se chiedere un rinvio a giudizio oppure l’archiviazione per Chiara Ferragni, indagata con l’accusa di truffa aggravata per il caso pandoro. Se si deciderà di archiviare definitivamente il fascicolo – le cui indagini sono state chiuse a ottobre – sarà l’ultimo atto dei guai giudiziari che hanno visto come protagonista l’influencer più famosa d’Italia. Sempre per il caso Pandoro e per quello delle uova di Pasqua Dolci Preziosi, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche Alessandra Balocco, a capo dell’omonima impresa dolciaria, Franco Cannillo di Dolci Preziosi e l’ex general manager di Chiara Ferragni Fabio Maria Damato.
I fatti contestati risalgono a due anni fa quando la campagna promozionale di Natale 2022 del Pink Christmas – l’idea commerciale firmato da Chiara Ferragni e la Balocco – aveva lasciato intendere che, acquistando il pandoro, si sarebbe sostenuta la ricerca sull’osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario all’ospedale di Torino, ma in realtà la somma era stata già stanziata. I primi ad accorgersi furono il Codacons e l’Antitrust, poi l’avvio delle indagini penali da parte della Guardia di Finanza.
La sanzione già decisa dall’Antitrust
Con Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e le associazioni per la difesa dei consumatori Chiara Ferragni, insieme ai suoi legali Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, ha già chiuso le pratiche. L’Antitrust aveva sanzionato l’imprenditrice con una multa di un milione di euro perché l’hanno ritenuta responsabile di pubblicità ingannevole: la scorsa estate Chiara Ferragni ha deciso di rinunciare a chiedere l’annullamento della sanzione e ha pagato la multa. Mentre la Balocco è stata sanzionata per 420mila euro: l’azienda dolciaria aveva invece annunciato un ricorso ribadendo la trasparenza assoluta.
Cosa prevede l’accorto con il Codacons
Invece è notizia di oggi sabato 28 dicembre l’accordo trovato tra Chiara Ferragni e il Codacons. Ecco cosa prevede, lo riporta un comunicato stampa ufficiale:
L’accordo prevede il versamento, da parte di Chiara Ferragni, di una somma di denaro destinata al risarcimento dei consumatori rappresentati dal Codacons e dall’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi che avevano acquistato il pandoro “Pink Christmas”, e di un ulteriore importo per il rimborso delle spese legali sostenute dalle predette associazioni nell’ambito dei vari procedimenti giudiziari. Il Codacons e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi nei prossimi giorni contatteranno i consumatori che si erano rivolti alle stesse associazioni per mettere a loro disposizione il risarcimento. Parte integrante dell’accordo è la donazione che verrà effettuata, da Chiara Ferragni, di una somma di Euro 200.000 a favore di un ente scelto d’intesa da Chiara Ferragni ed il Codacons, con preferenza accordata ad iniziative che supportino le donne vittime di violenza.
Come l’accordo potrebbe influenza il procedimento penale
Questo nuovo accordo a pochi giorni della decisione della Procura potrebbe portare gli inquirenti a riconsiderare le accuse. C’è da precisare però che l’accusa (ovvero truffa aggravata) da cui si sta difendendo Chiara Ferragni è procedibile d’ufficio, mentre nel caso di truffa semplice solo per querela. Questo prevede quindi che il ritiro della querela non porterebbe a un’immediata archiviazione, ma potrebbe comunque far ripensare alle accuse. Deciderà il pubblico ministero Eugenio Fusco e successivamente il giudice per le indagini preliminari.
Intanto Chiara Ferragni si è impegnata insieme al Codacons a collaborare al progetto “Oltre il Silenzio”, pensato per assistere e supportare le vittime di violenza di genere. Stanno organizzando un evento nazionale a cui parteciperà anche la stessa influencer.
La sentenza del Tribunale Civile di Torino
Se dal punto di vista penale è ancora tutto da decidere, nelle settimane scorse è arrivata la sentenza della Corte d’appello civile di Torino in cui i giudici hanno riconosciuto l’azienda dolciaria piemontese Balocco e Chiara Ferragni responsabili di una “pratica commerciale scorretta“.
“La modalità con cui Balocco ha pubblicizzato e commercializzato il pandoro Pink Christmas – si legge nella nella sentenza della Corte (V sez. civ, Presidente Emanuela Germano Cortese, Relatore Silvia Orlando) – costituisce pratica commerciale scorretta, in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio che essa raggiunge'”.
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