Manovra e post Figliuolo in Emilia-Romagna: i botti di fine anno del governo

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Domani l’ok definitivo alla legge di Bilancio (blindata). Nell’ultimo Cdm dell’anno si va verso la nomina del nuovo commissario alla ricostruzione in Emilia-Romagna. Avanza il generale Mauro D’Ubaldi


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L’ok alla manovra e il nuovo commissario alla ricostruzione in Emilia-Romagna. Il governo vuole chiudere l’anno con questi ultimi botti, ancor prima di capodanno. E la giornata decisiva sarà sabato. Nella serata di oggi porrà la questione di fiducia sulla legge di Bilancio in modo da ottenere il via libera definitivo dal Senato entro domani. Poi, sempre sabato, nell’ultimo Consiglio dei ministri dell’anno, salvo sorprese si provvederà alla nomina del generale Mauro D’Ubaldi come successore di Figliuolo, nonostante i buoni rapporti di Meloni con il governatore De Pascale, che ambiva all’incarico. Sulla manovra, nonostate sia la reiterazione di un rito stanco, la richiesta rivolta ai parlamentari è stata quella di essere puntuali. Il testo è blindato e i senatori si troveranno ad approvarlo senza modifiche. Come del resto avviene in automatico, per evitare di finire in esercizio provvisorio, oramai da almeno tre governi a questa parte. E’ successo con Conte, con Draghi, accade adesso anche con Meloni. “Nel corso di tutti questi anni si sono succeduti diversi governi con diverse maggioranze e tutti indistintamente hanno utilizzato un meccanismo che ha portato a non rispettare il bicameralismo perfetto”, spiega il capogruppo di Italia viva al Senato Enrico Borghi, che chiede l’introduzione di un correttivo all’inglese. Questo mentre l’altro Borghi, Claudio, senatore della Lega, ha iniziato a evocare un rimpasto di governo: “Fa bene alla squadra”.

 

Quelle sul rimpasto, a ogni modo, non sono state le uniche schermaglie leghiste. Perché pure sul merito di una manovra inemendabile per i tempi stretti di approvazione, al Carroccio non è andato granché a genio il ripristino del canone Rai a 90 euro (dai 70 a cui volevano abbassarlo i salviniani con un emendamento osteggiato da Forza Italia). A maggior ragione perché invece, nelle intenzioni leghiste, quel balzello si sarebbe dovuto ridurre ulteriormente. Le opposizioni hanno accusato ancora una volta il restringimento della discussione sulla legge di Bilancio, ma dall’esecutivo l’hanno giustificato più o meno nel seguente modo: “Addirittura da Italia viva, che si era dimostrata disponibile a presentare meno emendamenti per poterli discutere in Aula, ne sono arrivati oltre 260. Era una soluzione obbligata”. A dire della mancanza di suspence ha contribuito anche l’inedito scarso attivismo di Claudio Lotito, che in questo caso a proposito della discussione finale a Palazzo Madama ha preferito rimane in disparte: “Sono pure sotto antibiotico”.

 

Fatto sta che, come detto, sempre nella giornata di sabato il governo dovrebbe completare un altro tassello. Dopo circa un anno e mezzo il 31 dicembre scade il mandato del generale Francesco Paolo Figliuolo come commissario straordinario alla ricostruzione dell’Emilia-Romagna. Figliuolo, che in questi anni è stato anche a capo del Comando di vertice interforze (Covi), andrà a ricoprire il ruolo di vicepresidente dell’Aise. E chi lo sostituirà in Emilia-Romagna? Nelle scorse settimane s’era fatto anche il nome del neo presidente della Regione Michele De Pascale, ex sindaco di Ravenna, del Pd. Anche in virtù di un rapporto istituzionale con Giorgia Meloni descritto come “cordiale”. Un paio di settimane fa, prima di salire sul palco di Atreju, lo stesso De Pascale venne ricevuto a Palazzo Chigi. Ma a pesare sarebbe la contrarietà degli esponenti locali di Fratelli d’Italia, che hanno chiesto che quell’incarico venga affidato a una figura tecnica in continuità con Figliuolo. Per questo il nome forte che circola da giorni è quello del generale Mauro D’Ubaldi, che è stato capo di gabinetto al ministero della Difesa quando ministro era Lorenzo Guerini. E che attualmente ricopre l’incarico di comandante logistico dell’Esercito. Sarebbe, in sostanza, una nomina in continuità. Al Foglio il presidente De Pascale ha confessato di non aver ancora ricevuto comunicazioni ufficiali dal governo.





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