Meteo Val Padana: gelo da non credere, cosa può accadere

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La Val Padana, famosa per le sue inversioni termiche e le nebbie invernali, è storicamente il teatro di alcune delle più severe ondate di gelo mai registrate in Italia. Le temperature di -30 °C, un tempo documentate in eventi eccezionali come il Gennaio 1985, sono ormai ricordi lontani, ma restano simbolo del potenziale meteorologico estremo che questa regione può esprimere.

Anche se il riscaldamento globale rende meno probabile il ritorno di tali valori estremi, la possibilità di ondate di gelo significative non è del tutto esclusa, grazie alla complessa interazione tra dinamiche climatiche globali e fattori geografici locali.

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L’ondata di gelo del 1985: il picco del freddo storico

L’inverno del Gennaio 1985 rappresenta uno degli episodi di gelo più intensi mai registrati in Italia. Un’irruzione di aria artica proveniente dalla Siberia attraversò la Russia e i Balcani, trasformandosi in un vero e proprio “Burian”. Questa massa gelida riuscì a superare le Alpi, solitamente un ostacolo naturale per i venti freddi, grazie a un complesso sistema di basse pressioni sul Tirreno e tra le Baleari e la Sardegna.

Le conseguenze furono straordinarie:

  • San Pietro Capofiume (BO): -29 °C, record assoluto per una zona di pianura italiana.
  • Milano: -11 °C, con oltre 60 cm di neve accumulati.
  • Torino: -12 °C, con nevicate paralizzanti.
  • Firenze: -23 °C, un valore storico per la Toscana.

Nelle aree montane, il gelo fu ancora più estremo: sul Monte Cimone si registrarono -20 °C, mentre nella Piana del Fucino in Abruzzo il termometro scese fino a -26,5 °C. Le nevicate imponenti coprirono gran parte della Val Padana, con accumuli superiori a 150 cm nelle zone prealpine del Trentino-Alto Adige.

 

Il gelo del Febbraio 2012: un altro evento significativo

Anche se meno intenso del 1985, il Febbraio 2012 fu un altro inverno memorabile. Durante questa ondata:

  • Milano: toccò i -12 °C, con nevicate che causarono accumuli di 20-25 cm.
  • Malpensa: raggiunse i -18 °C.
  • Romagna: accumuli eccezionali di neve si estesero fino alle coste adriatiche.

L’evento fu caratterizzato da blizzard frequenti, specialmente tra Bologna e le aree appenniniche.

 

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Geografia e clima: l’influenza delle Alpi e dell’Atlantico

La complessa geografia italiana gioca un ruolo cruciale nel modulare l’intensità delle ondate di gelo:

  • Le Alpi: rappresentano una barriera naturale che devia la maggior parte delle correnti artiche verso l’Europa orientale. Tuttavia, in casi eccezionali come il 1985, la configurazione atmosferica permette al freddo di valicare le Alpi, generando condizioni di gelo estremo.
  • L’Oceano Atlantico: le correnti umide e miti provenienti da ovest spesso limitano gli effetti del freddo intenso. Quando questa influenza viene bloccata, come nel 1985, il rischio di gelo aumenta notevolmente.

Il cambiamento climatico e le ondate di gelo

Il riscaldamento globale ha modificato le stagioni, riducendo la frequenza e l’intensità degli episodi di freddo estremo. Tuttavia, i fenomeni di gelo non sono del tutto scomparsi. Eventi recenti come la tempesta Filomena in Spagna o le nevicate record in Grecia dimostrano che condizioni di freddo straordinario possono ancora verificarsi.

La combinazione di fluttuazioni naturali e cambiamenti climatici globali suggerisce che eventi simili a quelli del 1985, pur meno probabili, non sono impossibili. Gli scienziati sottolineano che il meteo italiano rimane capace di riservare sorprese estreme, anche in un contesto di riscaldamento globale.

 

Prospettive per il futuro: un nuovo Burian?

Mentre è improbabile che si ripetano temperature di -30 °C in Val Padana, configurazioni atmosferiche come il Burian non sono escluse. Le attuali dinamiche climatiche globali, tra cui il comportamento del Vortice Polare, potrebbero favorire nuove irruzioni di freddo, soprattutto nei periodi in cui l’influenza dell’Atlantico si indebolisce.

L’Italia, grazie alla sua posizione strategica tra i Balcani, il Mediterraneo e l’Atlantico, continuerà a essere un’area di grandi contrasti climatici, dove il gelo estremo e le ondate di calore potranno alternarsi in modo imprevedibile.

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