Per due giorni una Firenze in attesa del Social Forum diventa capitale europea delle politiche sociali ospitando (giovedì 24 e venerdì 25 ottobre) un convegno internazionale su «Luoghi e voci delle povertà» organizzato dalla Regione Toscana.
Studiosi, politici e operatori del volontariato, ma anche persone che l’emarginazione la vivono sulla propria pelle (come suor Irene Devos della comunità francese di Magdala), a confronto per individuare forme di lotta contro un fenomeno preoccupante e privo di frontiere. Accanto all’esperienza italiana, francese, inglese, belga anche la povertà in Irlanda, Spagna, Kosovo, Polonia, Grecia: realtà molto diverse fra loro, ma con un gruppo di regioni e città metropolitane che si riunirono, in Belgio, un anno fa per porre le prime basi di un’azione comune. L’incontro fiorentino segue infatti di un anno il primo «Colloquio sulla povertà», che si svolse in Belgio su proposta del Parlamento di Bruxelles Capitale, e si inserisce nel contesto della Giornata mondiale contro la povertà, che dal 1992 l’Onu ha voluto si svolgesse ogni 17 ottobre.
A organizzare il colloquio internazionale in prima persona è stato il vicepresidente della Regione Toscana, nonché assessore alle politiche sociali, Angelo Passaleva, che ha voluto aprire l’incontro con il ricordo dei due clochard (Marco e Jonata) uccisi a Prato in una notte dello scorso settembre: un duplice omicidio, rimasto per ora senza spiegazioni e senza autori. «Trovo giusto spiega Passaleva che un convegno dedicato ai poveri, parta proprio con il ricordo di due persone così ultime e così capaci, nella loro tragica storia, di rappresentare voci e volti di tanti altri esseri umani che, come loro, a un certo punto hanno cessato di correre sui binari di una esistenza cosiddetta normale, hanno abbandonato la famiglia, rifiutato le comodità, sono finiti sulla strada».
Fra le regioni italiane la Toscana non è certo quella con la maggiore presenza di persone povere. Ma se ha deciso di ospitare un incontro come questo «il motivo sta in un disagio comunque netto a prescindere dai dati numerici: davanti ai drammi delle povertà, politica e istituzioni non possono girarsi dall’altra parte. In Europa assistiamo ad un preoccupante aumento delle povertà e su questa tema spiega il vicepresidente della Regione spesso ci si confronta assai malvolentieri, forse perché c’è un certo imbarazzo ad ammettere che nel luccicante Occidente le ingiustizie sociali crescono. Penso che la reciproca conoscenza delle buone pratiche che hanno funzionato possa consentire, anche in vista dell’ormai prossimo allargamento ad Est, di migliorare le azioni di contrasto su un fenomeno che deve interpellarci anche a proposito del modello di sviluppo nel quale siamo tutti immersi».
Fra le relazioni necessarie a inquadrare il problema, centrale quella di Roberto Rambaldi, membro del Consiglio di presidenza di Caritas Europa, che presenta la fotografia delle povertà nel vecchio continente secondo i dati raccolti da Caritas Europa nel suo primo rapporto sulla povertà in Europa. Il fenomeno viene considerato secondo una prospettiva multidimensionale: non solo assenza di risorse finanziarie, ma anche una più generale propensione verso la «vulnerabilità»: mancanza di accesso a una alimentazione adeguata, all’istruzione e al sistema sanitario, alle risorse naturali e all’acqua potabile, all’informazione e alle infrastrutture. «I bisogni sociali spiega Rambaldi a Toscanaoggi sono quelli di sempre (anziani in difficoltà, minori abbandonati…) ai quali si affiancano i nuovi come l’immigrazione, ma anche la diffusione dell’Aids». E alla domanda che fa da sfondo al suo intervento, «I poveri, li avremo sempre tra noi?», il rappresentante di Caritas Europa risponde: «Probabilmente sì, ma bisogna fare di tutto perché non accada, anche se gli interventi sociali a livello europeo, che riguardano decine di milioni di persone, avranno tempi lunghissimi».
Tra le tante idee arriva dall’Inghilterra quella del «rilancio del buon vicinato». La ricorda David Kirk, del Consiglio della Contea Hampshire. Si tratta di un sostegno economico a chi assiste un vicino di casa. In poche parole un rilancio della rete tradizionale del vicinato che ha funzionato per secoli.
Al convegno di Firenze ha inviato un messaggio il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, rallegrandosi soprattutto per la costituzione di «Retis» (di cui si parla accanto) e assicurando «tutto il dovuto sostegno da parte della Commissione all’azione che sarà determinata dal convegno».
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