Nonostante il ritorno della clientela abituale nell’hotel di lusso, la gestione finanziaria del gruppo è gravemente compromessa, con perdite crescenti e problemi fiscali significativi
Dopo quasi un anno di difficoltà e discussioni, il 5 dicembre scorso è stato finalmente approvato il bilancio 2023 della società che gestisce il Grand Hotel Plaza di Roma. Questo risultato, tuttavia, ha portato alla luce una situazione finanziaria estremamente precaria, che rischia di mettere in crisi Olivia Paladino, compagna del leader del M5s Giuseppe Conte, e sua sorella Cristiana, che condividono il controllo del patrimonio immobiliare ereditato dal padre Cesare Paladino.
Nonostante il ritorno della clientela abituale nell’hotel di lusso, la gestione finanziaria del gruppo è gravemente compromessa, con perdite crescenti e problemi fiscali significativi. Le difficoltà sono così marcate che i revisori dei conti hanno approvato il bilancio solo con riserva, per evitare possibili complicazioni future.
Un ritorno della clientela che non basta a fermare le perdite
La società che gestisce l’Hotel Plaza, “Unione Esercizi Alberghi di Lusso srl”, è controllata dalla Immobiliare Roma Splendido, proprietaria dell’immobile. Dal 2024 questa holding diventerà il centro operativo di tutte le società del gruppo, unendo diverse attività immobiliari ereditate dalla famiglia Paladino.
Nonostante il fatturato dell’hotel sia passato da 2,6 milioni a 9,7 milioni di euro nel 2023, le perdite operative sono quasi raddoppiate, aumentando da 4,5 milioni a 8,2 milioni di euro. La società è riuscita a evitare il fallimento grazie a una rivalutazione degli immobili, stimati in 280 milioni di euro, che hanno garantito i debiti e permesso di condonare oltre 10 milioni di euro di passivo alla gestione dell’hotel. Tuttavia, il quadro generale rimane critico.
I problemi fiscali del Grand Hotel Plaza: un’eredità pesante
Le difficoltà maggiori derivano dalle vecchie tasse non pagate dalla famiglia Paladino, un problema che si è aggravato nel tempo. Come spiegato da Cesare Paladino, il bilancio è stato appesantito da passività straordinarie legate a debiti con il fisco, emersi durante una ricognizione richiesta per allinearsi alle normative in vista della cessazione delle agevolazioni concesse durante la pandemia.
Grazie alle leggi introdotte durante i governi Conte e Draghi, era stato possibile rinviare le perdite societarie senza ricapitalizzare, ma ora la situazione è precipitata. Nel bilancio sono state registrate sanzioni e interessi per tasse non pagate pari a 7,8 milioni di euro, portando il debito complessivo della società nei confronti del fisco a quasi 30 milioni di euro. Il patrimonio netto, intanto, è crollato a -8 milioni, rendendo necessaria una rapida ricapitalizzazione per evitare il fallimento.
Le speranze legate al Giubileo del 2025
Per uscire dalla crisi, la famiglia Paladino punta tutto sul Giubileo indetto da Papa Francesco. L’evento dovrebbe attirare milioni di pellegrini a Roma, ma è improbabile che molti di loro possano permettersi una stanza al Plaza, dove i prezzi vanno dai 450 ai 1.900 euro a notte per la suite presidenziale con vista sulla Cupola di San Pietro.
Nonostante ciò, Cesare Paladino si mostra ottimista, confidando in un aumento dei ricavi grazie al previsto afflusso turistico legato al Giubileo e al superamento delle attuali difficoltà economiche.
I dubbi del revisore e l’approvazione con riserva
La strada per approvare il bilancio è stata tortuosa. Solo il primo agosto è stato individuato un revisore disposto a vidimare i conti, Giovanni Monaco, il quale ha tuttavia espresso forti dubbi sulla continuità aziendale. Ha sottolineato la necessità di coprire le perdite pregresse e procedere a una ricapitalizzazione per garantire la sostenibilità finanziaria del gruppo.
Un’immagine simbolica che nasconde la crisi
A complicare ulteriormente la situazione ci sono le notifiche dell’Agenzia delle Entrate inviate all’indirizzo dove Conte risiede con Olivia Paladino, sede legale delle società del gruppo. Tra queste c’è anche “Sorelle Fontana”, una piccola società che gestisce un negozio di alta moda. Sebbene il marchio abbia fatto la storia del cinema e della moda italiana, oggi la società versa in gravi difficoltà, con un fatturato di soli 18 mila euro e perdite di oltre 230 mila euro.
L’intero gruppo, nonostante le operazioni di salvataggio, appare schiacciato da debiti e perdite, in attesa di un rilancio che potrebbe non arrivare.
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