Il porto di Trieste resiste alla crisi

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Non sono ancora i numeri definitivi del 2024: l’analisi si ferma ai primi undici mesi dell’anno, ma racconta già quasi tutto della congiuntura complessa vissuta dal porto di Trieste e dall’economia globale. L’Autorità portuale ha diffuso una nota contenente i principali indicatori di traffico. La sintesi estrema è che, visto «il contesto geopolitico problematico legato alla situazione di crisi del Mar Rosso e considerata la recessione economica che colpisce la Germania, la performance del sistema portuale può essere valutata in termini di positività». La considerazione è che, nel contesto attuale, il -1,12% segnato dai container sia un ottimo risultato alla luce del blocco di Suez e che il -1,79% dell’autostrada del mare turca non sia disprezzabile se valutato rispetto al rallentamento della Germania e del ramo dell’automotive.

Il periodo gennaio-novembre evidenzia per lo scalo una crescita dei volumi totali: l’Adsp parla di 54,4 milioni di tonnellate movimentate, con un +6,42% sui primi 11 mesi del 2023. Ma il dato è dovuto all’andamento del settore energetico e dunque del trasporto di greggio attraverso l’oleodotto, che da solo totalizza 37,6 milioni di tonnellate nelle rinfuse liquide, con un significativo +9,74% e un trend che l’anno prossimo si consoliderà grazie al raddoppio delle forniture dirette alle raffinerie della Repubblica ceca. L’altro elemento positivo è la performance del traffico crocieristico di Trieste Terminal Passeggeri, che supera i 500 mila passeggeri, con una crescita sul già positivo 2023 che sfiora il +9%.

Si tratta tuttavia degli unici dati col segno più. Nel caso dei container, l’analisi parla di 770 mila Teu movimentati (-1,12%). I numeri sono in aumento se si considera il dato dei soli container pieni, che sono stati 556 mila (+3,75% sul 2023), mentre sono in calo quelli vuoti, 213 mila (-11,90%). Il dato va letto in relazione alla sostanziale chiusura del canale di Suez, in un anno che si è aperto con perdite superiori al 20% ma che, con il passare dei mesi, ha visto un recupero pressoché completo. E così il -1,12% di fine anno fa tirare un respiro di sollievo e colloca Trieste al di sopra della performance di Venezia (che sui container si ferma al -2,5%), anche se nell’area c’è chi fa meglio, con Capodistria che conta di chiudere l’anno addirittura con un +3% e che già a fine novembre ha sfondato il milione di Teu.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Passando al comparto ro-ro, le unità transitate sono state 270 mila. Si tratta del -1,79%, ma sull’autostrada del mare il 2024 registra anche un dato con un aumento significativo: è il caso del numero di traghetti transitati, che passano dai 734 dei primi 11 mesi del 2023 ai 787 di quest’anno. L’incremento delle toccate è del +7,22% e corrisponde all’aggiungersi dell’operatore Grimaldi rispetto alla tradizionale presenza di Dfds. La cifra crescerà ulteriormente grazie alla recente nascita della nuova tratta con l’Egitto.

Un segnale di novità di un certo interesse si riscontra intanto nella categoria dei cereali: il +5,69% è collegato alle attività dell’industria alimentare insediata nell’area delle Noghere. L’andamento delle rinfuse solide è però nel complesso pesantemente negativo: il -72,64% va letto sulla base della sostanziale assenza di traffico siderurgico stimolato del gruppo Arvedi. E proprio la mancanza di questa voce incide sulla movimentazione ferroviaria: i treni sono al momento 7.261 e segnano un -12,47%, flessione connessa alla mancanza di trasporti siderurgici ma pure ai cantieri ferroviari dell’Europa centrale (a cominciare dai Tauri) che stanno consigliando agli operatori un pur parziale e momentaneo ritorno alla gomma. Allargando lo sguardo al network intermodale, rallegra invece il risultato dell’Interporto di Cervignano, che sembra cominciare a uscire dalla tradizionale stasi, con un incremento che sfiora il +20% (1.166 treni)

Per il commissario straordinario Vittorio Torbianelli si tratta di «un’annata che si sta chiudendo in modo positivo, in considerazione del fatto che il risultato si è realizzato in uno scenario geopolitico ed economico problematico. I nuovi servizi ro-ro partiti negli ultimi mesi sono un segnale di buon auspicio, come gli indicatori sul lavoro in banchina: l’Agenzia del lavoro portuale ha visto una crescita delle giornate-uomo lavorate rispetto al 2023, con un aumento medio di circa 200 al mese. A gennaio avremo i dati definitivi del 2024 e rifletteremo sulle sfide del nuovo anno, per ora ci limitiamo a ringraziare tutti i lavoratori che hanno contribuito con lo sforzo di ogni giorno a questo risultato». 



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