A Far West (RAI 3) piace il Far West delle energie rinnovabili.

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la petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

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sono Stefano Deliperi, presidente dell’associazione ambientalista Gruppo d’intervento Giuridico (GrIG) nonché utente RAI che paga regolarmente il canone.

Ho assistito alla sua trasmissione Far West, puntata di venerdi 17 gennaio 2025, che ha trattato il tema della transizione ecologica in Sardegna, con gli interventi di Mario Tozzi, di Marta Battaglia (Legambiente) e del rappresentante della Società energetica che vuol realizzare una mega-centrale fotovoltaica nella Sardegna meridionale (Uta) in un’area (Serra Taccori) densamente disseminata di testimonianze archeologiche.

Sardegna, nuraghe

Ha presente siti preistorici, nuraghi, testimonianze puniche e di epoca romana?   Ecco, quella roba lì

E’ il fondamentale motivo per cui il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di concerto con il Ministero della Cultura hanno bocciato il progetto al termine della procedura di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.). Il prossimo 29 gennaio si discute il ricorso della Società energetica davanti al T.A.R. Sardegna, si voleva far un po’ di pressione sui giudici?

Di tutto questo, comunque, non si è parlato nella sua trasmissione, si è dato voce soltanto a chi pretende di realizzare impianti produttivi di energia rinnovabile senza se e senza ma.

Una trasmissione a senso unico, senza alcun approfondimento e alcun contraddittorio.

Perché i sardi non vogliono le rinnovabili?”, la domanda ingenua, “Incomprensibile”, la risposta stupita di Mario Tozzi”.

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Questo sarebbe il giornalismo d’inchiesta che fa Far West?

Complimenti sinceri…

centrale fotovoltaica

Da lungo tempo l’Associazione che rappresento si occupa della transizione energetica – ma sarebbe meglio dire della transizione ecologica – e siamo a favore del ricorso alle energie rinnovabili, ma nettamente contro la speculazione energetica.

Quando si lascia campo libero all’iniziativa privata, in assenza di una reale pianificazione delle necessità energetiche nazionali, quando non si tiene conto delle effettive capacità di trasporto dell’energia (nel caso specifico quella prodotta in Sardegna verso la Penisola), quando il territorio e i suoi valori ambientali, storico-culturali, identitari sono alla mercè delle iniziative imprenditoriali senza alcun concreto governo allora siamo davanti alla speculazione energetica.

Non lo diciamo noi, lo afferma chiaramente la Soprintendenza speciale per il PNRR, che, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Altro che la vaneggiata sostituzione etnica di Lollobrigidiana memoria, qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria.  

Sardegna, tomba dei giganti

Ma questo vale per tutto il territorio nazionale: “tale prospettiva si potrebbe attuare anche a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

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Le ricordo che la Sardegna è un’Isola ed è collegata con la Penisola da due collegamenti energetici in cavidotto, diventeranno tre fa qualche anno, ma la portata complessiva non supererà i 2 mila MW, questo significa che l’energia prodotta in più di quella consumata sul posto (già oggi la Sardegna produce il 40% in più del proprio fabbisogno energetico), l’energia (poca) che si potrà conservare e quella (limitata) che si potrà trasferire verso la Penisola, non potrà essere utilizzata ma dovrà comunque esser pagata dal Gestore della Rete, cioè lo Stato, cioè i contribuenti.

A chi conviene?

In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 30 giugno 2024 risultano complessivamente ben 824, pari a 54,39 GW di potenza, suddivisi in 547 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 23,82 GW (43,81%), 248 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 16,72 GW (30,73%) e 29 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 13,85 GW (30,90%).

54,39 GW significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).

Terna s.p.a., mappa progetti centrali eoliche offshore (2021)

Questo è il frutto di un’assenza completa di qualsiasi decente pianificazione, il Far West che tanto piace agli speculatori energetici e ai fiancheggiatori dell’ambientalmente corretto.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2024 risultano complessivamente ben 5.999 pari a 342,10 GW di potenza, suddivisi in 3.850 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 151,45 GW (44,27%), 2.017 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 107,82 GW (31,52%) e 132 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 82,83 GW (24,21%).

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Un’overdose di energia potenziale che non potrebbe esser nemmeno esser consumata. Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti).

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche, che – oltre ai certificati verdi e alla relativa commerciabilità, nonchè agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Terna invia specifici ordini per ridurre o aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata.  I costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

Inoltre, la Commissione europea – su richiesta del Governo Italiano – ha recentemente approvato (4 giugno 2024) un regime di aiuti di Stato “volto a sostenere la produzione di un totale di 4 590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili”.   In particolare, “il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4 590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. A seconda della tecnologia, il termine per l’entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi”.

Il costo del regime di aiuti in favore delle imprese energetiche sarà pari a 35,3 miliardi di euro e, tanto per cambiare, sarà finanziato “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali”..

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

tetti fotofoltaici (da Google Eath)

Vede, fra le aree idonee devono esser individuate le zone industriali e quelle già degradate, mentre dev’essere privilegiata e incentivata la soluzione relativa al posizionamento di pannelli fotovoltaici sui tetti di edifici pubblici, capannoni, aziende, edifici privati, ecc.    Si rammenta che lo studio ENEA pubblicato sulla Rivista Energies (N. Calabrese, D. Palladino, Energy Planning of Renewable Energy Sources in an Italian Context: Energy Forecasting Analysis of Photovoltaic Systems in the Residential Sector, 27 marzo 2023) afferma che per sopperire ai fabbisogni energetici dell’intero patrimonio residenziale italiano basterebbe realizzare pannelli fotovoltaici sul 30% dei tetti a uso abitativo.

Inoltre, afferma e certifica l’I.S.P.R.A. (vds. Report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023, Report n. 37/202), è molto ampia la superficie potenzialmente disponibile per installare impianti fotovoltaici sui tetti, considerando una serie di fattori che possono incidere sulla effettiva disponibilità di spazio (presenza di comignoli e impianti di condizionamento, ombreggiamento da elementi costruttivi o edifici vicini, distanza necessaria tra i pannelli, esclusione dei centri storici).

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pannelli fotovoltaici su coperture per parcheggi

Dai risultati emerge che la superficie netta disponibile può variare da 757 a 989 km quadrati. In sostanza, si spiega, “ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 m2 per ogni kW installato, si stima una potenza installabile sui fabbricati esistenti variabile dai 73 ai 96 GW”. A questa potenza, evidenziano i ricercatori dell’Ispra, si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate; “ipotizzando che sul 4% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che, sfruttando gli edifici disponibili, ci sarebbe posto per una potenza fotovoltaica compresa fra 70 e 92 GW”.

Energia producibile senza particolari impatti ambientali e conflitti sociali.

Con la legge regionale Sardegna n. 20/2024 è stato fatto un passo in avanti per una transizione energetica che non comporti la resa alla speculazione energetica.

I Sardi e, più modestamente, l’Associazione che rappresento non sono contro le energie rinnovabili, ma contro la speculazione energetica, contro l’ennesima servitù del cavolo per favorire lo speculatore di turno.

Ed è tutt’altro che incomprensibile. Basta aver voglia di informarsi, approfondire e capire.

Cordiali saluti.

Stefano Deliperi

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presidente del

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

progetto centrale eolica offshore Sardinia South 2, punto di sbarco del cavidotto sulla spiaggia di Tuerredda (estratto procedura scoping, 2023)

(foto AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera, da Google Earth, da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)



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