Commissione Ue contro Musk, annunciate nuove misure: cosa rischia il proprietario di X

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«Oggi adottiamo nuove misure per chiarire se i sistemi di raccomandazione di X siano conformi al Digital Services Act», ha dichiarato Henna Virkkunen, commissaria europea per la Sovranità tecnologica

La Commissione Europea ha annunciato un ulteriore approfondimento dell’indagine sulla piattaforma X, l’ex Twitter, il social network di proprietà di Elon Musk, sospettato di diffondere disinformazione e di influenzare il dibattito pubblico in Europa. Questa decisione arriva in seguito a nuove provocazioni del miliardario, sempre più in contrasto con le normative europee sui servizi digitali.
«Oggi adottiamo nuove misure per chiarire se i sistemi di raccomandazione di X siano conformi al Digital Services Act (DSA)», ha dichiarato Henna Virkkunen, commissaria europea per la Sovranità tecnologica. Bruxelles è sotto crescente pressione da parte di eurodeputati e Stati membri per agire con fermezza, soprattutto alla luce delle presunte manipolazioni algoritmiche che favorirebbero la visibilità di contenuti legati all’estrema destra. A pochi mesi dalle elezioni in Germania, Elon Musk ha più volte manifestato sostegno all’AfD, partito tedesco di estrema destra, arrivando persino a intervistare in diretta sulla sua piattaforma la leader del partito, Alice Weidel. 
Tuttavia, l’UE sottolinea che le misure adottate sono «indipendenti dalle posizioni politiche del patron di X», in quanto rientrano nell’applicazione delle normative vigenti.

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Le nuove richieste della Commissione Europea

La Commissione ha imposto alla piattaforma di fornire, entro il 15 febbraio 2025, una documentazione dettagliata sui suoi sistemi di raccomandazione e sulle eventuali modifiche recenti. Inoltre, è stato emesso un «ordine di conservazione» che obbliga X a preservare tutti i documenti interni relativi ai cambiamenti futuri negli algoritmi di raccomandazione, per il periodo compreso tra il 17 gennaio 2025 e il 31 dicembre 2025, salvo conclusione anticipata dell’indagine.
Un’ulteriore richiesta riguarda l’accesso a specifiche API commerciali della piattaforma, strumenti tecnici che consentono di analizzare la moderazione dei contenuti e la viralità dei post. 
Secondo Bruxelles, queste misure permetteranno di «valutare i rischi sistemici» associati alla piattaforma e di verificare eventuali strategie per mitigarli.
Dal canto suo, Musk continua a respingere le accuse e a criticare apertamente il Digital Services Act, definendolo un mezzo di censura imposto dall’UE. Il regolamento, pienamente in vigore dal 2024, impone agli operatori digitali di rispettare le normative nazionali sulla libertà di espressione, come il divieto di incitamento all’odio in Francia o l’illegalità della simbologia nazista in Germania.
Musk è stato difeso da leader di partiti di destra, in particolare dal leader del Rassemblement national francese, Jordan Bardella, che in un video su X ha affermato che i funzionari dell’Unione europea vogliono bandire il social per il timore che Musk stia manipolando i contenuti della piattaforma a fini politici. «Siamo determinati a garantire che tutte le piattaforme operanti nell’UE rispettino le nostre leggi, che mirano a rendere l’ambiente online equo, sicuro e democratico», ha ribadito Virkkunen.




















































Cosa rischia Musk

L’Ue ha iniziato a indagare su X molti mesi fa, nel dicembre 2023, proprio per sospetta violazione degli obblighi previsti dalla Dsa.  Se X (o un’altra piattaforma online di grandi dimensioni) dovesse essere ritenuta in grave violazione del Dsa, la Commissione Ue potrebbe comminare una multa fino al 6 per cento del fatturato globale della piattaforma. Le eventuali piattaforme «ribelli» che rifiutassero completamente di rispettare i loro obblighi in modo da «mettere in pericolo la vita e la sicurezza delle persone» potrebbero anche subire una sospensione temporanea, secondo le norme del Dsa.
Anche se Ursula von der Leyen, durante la campagna elettorale In vista della sua rielezione a presidente della Commissione europea lo scorso anno, ha rifiutato di escludere un potenziale divieto di TikTok, la piattaforma video di proprietà cinese, ai sensi della Dsa.

Il caso Google: un fronte comune con Musk?

Mentre la Commissione Europea intensifica i controlli su X, anche Google ha deciso di opporsi alle regolamentazioni imposte dal DSA. La società ha comunicato ufficialmente a Bruxelles che non integrerà strumenti di fact-checking nei risultati di ricerca o nei contenuti di YouTube, rifiutando l’obbligo di verificare e classificare le informazioni. Una posizione che la avvicina alla linea di Elon Musk e all’approccio più permissivo promosso negli Stati Uniti.
Google ha motivato la sua scelta dichiarando che le attuali pratiche di moderazione sono già efficaci, citando il successo delle misure adottate durante il precedente ciclo elettorale. La società ha inoltre evidenziato la nuova funzione di YouTube che consente agli utenti di aggiungere note contestuali ai video, un sistema simile alle “Community Notes” introdotte su X. «L’integrazione del fact-checking nei nostri algoritmi semplicemente non è appropriata o efficace per i nostri servizi», ha scritto Kent Walker, presidente degli affari globali di Google, in una lettera alla Commissione Europea.
Questa presa di posizione apre un nuovo fronte di tensione tra Big Tech e Bruxelles. Pochi giorni fa Mark Zuckerberg.Il governo degli Stati Uniti sotto il presidente entrante Donald Trump dovrebbe intervenire per impedire all’UE di multare le aziende tecnologiche americane per aver violato le regole antitrust e aver commesso altre violazioni, ha dichiarato venerdì scorso l’amministratore delegato di Meta: «Penso che sia un vantaggio strategico per gli Stati Uniti il fatto di avere molte delle aziende più forti del mondo, e penso che dovrebbe far parte della strategia degli Stati Uniti per difenderlo», ha detto durante l’apparizione al podcast Joe Rogan Experience in cui ha annunciato anche la fine del fact checking sui social di Meta.

18 gennaio 2025 ( modifica il 18 gennaio 2025 | 09:10)

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