A 8 anni dalla tragedia di Rigopiano, la madre del receptionist morto in hotel: “Alessandro ci tranquillizzava dicendo che andava tutto bene”

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E’ ancora vivo il ricordo delle vittime travolte dalla valanga di Rigopiano il 18 gennaio del 2017. A 8 anni dal tragico evento, uno degli eventi di cronaca più drammatici della storia recente italiana, parla Antonella Maria Pastorelli, mamma di Alessandro Riccetti, il 33enne ternano receptionist del resort sul Gran Sasso nonché una delle 29 vittime di quel tragico pomeriggio. 

Alessandro fu travolto in pieno dalla valanga e dalle macerie. Probabilmente non si è accorto di nulla. Il trauma di schiacciamento gli è stato fatale e la morte è sopraggiunta in pochi istanti senza che il giovane, ritrovato in uno spazio angusto di circa 40 centimetri, dovesse fare i conti con una lunga agonia al freddo e senz’aria. Le vittime recuperate nella zona tra il bar e la hall hanno subìto tutte una sorte analoga. 

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La madre Antonella poche ore prima della sentenza della Cassazione dello scorso martedì 3 dicembre, in cui si è pronunciata sulle 8 condanne e sulle 22 assoluzioni decise in secondo grado: “Vediamo quale sarà la sentenza della Cassazione. Sarò lì insieme ai miei figli ad aspettare. Dobbiamo solo avere pazienza ancora per qualche ora per sapere. Dopo la sentenza deludente in secondo grado ora vediamo che succederà. Sono stata sempre presente in tribunale – continua la signora Pastorelli – e seguito tutti i dibattimenti, sentenze di primo e secondo grado. Io ed anche gli altri familiari delle vittime abbiamo rivissuto il calvario di quelle lunghe notti in cui i soccorritori scavavano tra la neve per recuperare i corpi dei nostri cari. C’era anche la speranza che ognuno di noi nutriva di rivederli vivi. Sono stati giorni e notti interminabili. Tutto questo lo abbiamo rivissuto nelle aule del tribunale in questi quasi otto anni. La mia non è solo una ferita che ho nel cuore, ma una piaga che sanguina tutti in giorni. Aspetto la sentenza della Cassazione. Ho ripensato a quando Alessandro mi chiamava da Rigopiano e in particolare alle parole di quella notte della tragedia. Aveva postato una foto su Facebook in cui si vedeva che aveva nevicato tantissimo. Mi aveva detto di stare tranquilla che andava tutto bene, invece abbiamo saputo che già nel pomeriggio c’erano state una serie di scosse sismiche importanti che annunciavano quello che poi è accaduto. Lui ha sempre avuto un grande cuore e ha sempre cercato di tranquillizzare sia me che i fratelli. Sono sicura che quella sera del 18 gennaio del 2017 Alessandro aveva paura”.

“Spero nel mio cuore che non sia – dice la mamma di Alessandro Riccetti – come la sentenza in secondo grado, che è stata deludente. Ci aspettavamo giustizia. La frase che ha fatto tanto male a me, ma anche agli altri, è stata quella pronunciata dal giudice: il fatto non sussiste. Ce li hanno uccisi una seconda volta. Una frase difficile da digerire perché ci sono stati 29 morti. Ora la domanda è cosa ci aspettiamo dalla Cassazione? Giustizia. Certo è che Alessandro non me lo potrà restituire nessuno. Pensare che per salvare lui e gli altri 28 bastava che arrivasse quella sera del 18 gennaio 2017 una turbina ad aprire la strada. Il dilemma resta sempre lo stesso: perché nessuno si è attivato quella notte quando è stato lanciano l’allarme? Perché non hanno creduto a quello che stava succedendo? Comunque Alessandro continua a vivere vicino a noi”. 

Poche ore dopo le dichiarazioni della madre di Alessandro, arriva la sentenza della Corte di Cassazione che ha completamente ribaltato le decisioni dei giudici di merito nel processo per il disastro di Rigopiano. Ha annullato le assoluzioni dei dirigenti regionali, accogliendo il ricorso del Procuratore generale; ma ha anche annullato le condanne dei funzionari provinciali, del sindaco di Farindola e del geometra impiegato del Comune di Farindola, accogliendo i ricorsi della difesa. E’ diventata quindi definitiva la condanna a un anno e 8 mesi per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, per rifiuto di atti d’ufficio e falso. Confermata la condanna anche per l’ex gestore dell’hotel. Appello bis invece per sei persone che all’epoca dei fatti erano dirigenti della Regione Abruzzo. I sei erano stati assolti nei precedenti gradi di giudizio. E’ stato disposto anche un processo di appello bis per l’allora sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta.

Non credevo che la Cassazione – sottolinea Antonella Maria Pastorelli, mamma di Alessandro Riccetti – si pronunciasse in questa maniera. C’è in me come per gli altri familiari un pizzico di soddisfazione perché ci ha fatto capire che la giustizia esiste. Certo nessuno mi restituirà il mio Alessandro. Tutti i nostri cari hanno bisogno di giustizia. Ora vediamo cosa succederà a Perugia. Sappiamo bene che quel 18 gennaio di quasi otto anni fa chi si trovava in quell’hotel stava rischiando molto. Le scosse di terremoto erano state molte e forti. La sentenza in secondo grado ci aveva lasciati con l’amaro in bocca e il dolore più grande che non c’era stata giustizia. Sono stati giorni duri nelle aule dei tribunali, ma ho voluto essere sempre presente. Vicino a me ci sono stati sempre mio figlio grande e anche mia figlia. Uniti più che mai per Alessandro”. Dunque ora si apre un nuovo capitolo della tragedia di Rigopiano. “Con la sentenza della Cassazione – conclude Giovanni Ranalli, avvocato della famiglia Riccetti – è stato fatto un ulteriore passo in avanti. Già c’era stato con la condanna del prefetto. Ora leggeremo le motivazioni appena possibile e ci prepareremo per Perugia. La soddisfazione c’è stata per la sentenza, ma i familiari porteranno nel cuore la grande ferita di aver perso il proprio caro”.



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