Assunzioni di inizio anno, 11 mila interessano i diplomati ITS

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Oltre 497mila i lavoratori ricercati dalle imprese a gennaio e circa 1,4 milioni nel primo trimestre dell’anno: sono i dati rilasciati dal Bollettino del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea.

Tuttavia, il mercato del lavoro continua a essere caratterizzato da una forte difficoltà di reperimento delle figure professionali richieste. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, che interessa ben 246mila assunzioni, pari al 49,4% del totale programmato. Tra le cause principali delle difficoltà di reperimento? La mancanza di candidati adeguati, che pesa per il 32% dei casi. Questa criticità, sebbene significativa, apre opportunità per coloro che possiedono le competenze richieste o che sono disposti a formarsi in settori specifici; e nel rispondere a tali esigenze gli ITS si confermano fondamentali, con un approccio didattico orientato al mondo del lavoro.

Chi assume di più? I settori chiave

assunzioni

I principali settori trainanti del mercato del lavoro risultano essere:

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  1. Turismo: con un incremento di 16.000 assunzioni rispetto a gennaio 2024, raggiungendo circa 67.000 nuove entrate.
  2. Commercio: si stimano oltre 77.000 nuove assunzioni, con un aumento di 2.000 unità rispetto all’anno precedente.

In calo, invece, le previsioni dell’industria manifatturiera e dei servizi alle imprese, entrambi con una diminuzione di 12.000 unità nel reclutamento. La difficoltà di reperimento, che riguarda almeno una assunzione su due (49,4%), rimane stabile rispetto a dodici mesi fa.

Le microimprese (fino a 9 dipendenti) si distinguono per il loro dinamismo, prevedendo un aumento di 1.500 assunzioni rispetto a gennaio 2024, un segnale positivo che testimonia la loro capacità di contribuire all’ampliamento delle opportunità lavorative; a differenza delle medio-grandi imprese che registrano una lieve contrazione.

Le aree del Nord Italia, in particolare Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, guidano la crescita occupazionale, seguite dal Centro e dal Sud con specifiche richieste legate a settori locali come l’agroalimentare e il turismo.

Quali sono le professioni più richieste e difficili da trovare?

Le imprese segnalano difficoltà soprattutto nel reclutamento di figure altamente specializzate, sia nei settori tecnici che in quelli intellettuali e operativi.

Tra le figure intellettuali e scientifiche, analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni sono particolarmente richiesti, con una difficoltà di reperimento che raggiunge il 62,1%, seguiti dagli ingegneri al 58,5%. Nel settore tecnico, la gestione dei processi produttivi e le professioni sanitarie mostrano tassi di difficoltà rispettivamente del 67% e del 66,3%. Anche i servizi risentono di questa tendenza, con gli operatori della cura estetica difficili da trovare nel 59,8% dei casi e le professioni nei servizi sanitari e sociali nel 55,9%.

Tra gli operai specializzati, invece, la situazione risulta più complessa: installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche registrano un tasso di difficoltà del 75,5%, seguiti da saldatori e montatori di carpenteria metallica al 74,5%. Infine, i conduttori di macchinari nell’industria tessile (67,9%) e quelli impiegati nelle lavorazioni metalliche automatiche (65,6%) sottolineano la necessità di rafforzare la formazione tecnica per rispondere alle esigenze del mercato.

Tipologie contrattuali: la flessibilità domina il mercato

La forma contrattuale più proposta dalle imprese si conferma essere il contratto a tempo determinato, che interessa 215mila assunzioni, pari al 43,2% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato, che coinvolgono 115mila lavoratori (23,1%). Questa tendenza evidenzia un mercato del lavoro sempre più dinamico e flessibile, ideale per chi cerca esperienze diversificate o transitorie.

Con riferimento ai livelli di istruzione ricercati, invece, il 18% delle ricerche di personale è rivolto a laureati (90mila unità), il 28% a diplomati (138mila unità) e il 34% a chi è in possesso di una qualifica/diploma professionale (167mila unità). Oltre 11mila le richieste per i diplomati ITS Academy.

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Gli immigrati e i giovani sotto i 30 anni rappresentano due target cruciali per le assunzioni di gennaio 2025. Le imprese prevedono 89mila assunzioni di lavoratori stranieri, pari al 18% del totale, con una forte concentrazione nei settori operativi come i servizi (28,8%), il trasporto e la logistica (26,3%) e l’industria metallurgica (21,4%). Anche l’alloggio e la ristorazione (20%) e le costruzioni (19,9%) offrono numerose opportunità per la manodopera straniera.

Allo stesso tempo, i giovani sotto i 30 anni rappresentano il 30% delle assunzioni previste, con 148mila ingressi programmati. I settori più promettenti per questa fascia d’età includono la finanza (43,1%), il turismo (41,8%) e l’informatica (40,7%), confermando una crescente richiesta di competenze innovative e dinamiche.

Nel complesso il bollettino conferma quanto sia fondamentale investire nella formazione tecnica/tecnologica per rispondere alle richieste specifiche di settori strategici come turismo, tecnologia e sanità.



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