L’industria editoriale sta attraversando una fase di profonda trasformazione. La scomparsa di oltre un quarto delle testate statunitensi dal 2005 a oggi rappresenta solo uno dei sintomi di un trend globale, in cui le tradizionali fonti d’informazione faticano a trovare una stabilità economica. In questo contesto, le testate che continuano a produrre giornalismo di qualità svolgono una funzione fondamentale nel sostenere la democrazia e nel formare una società correttamente informata.
Secondo una ricerca condotta da Prohaska Consulting con il supporto di Outbrain, leader nelle tecnologie per l’open internet, i lettori di news costituiscono una “demografia altamente desiderabile”: sono consumatori istruiti, dotati di spirito critico e con un potere d’acquisto che può fare la differenza per i brand.
Il nodo cruciale della crisi e il ruolo degli inserzionisti
Nonostante questi lettori rappresentino un segmento prezioso, il 30% dell’inventario pubblicitario dei publisher è sottovalutato o sottovenduto, come evidenzia Corrado Massaro, General Manager di Outbrain Italy. Il problema è riconducibile a cambiamenti nelle abitudini di consumo e a una ridotta fiducia in alcuni ambienti d’informazione. Il fenomeno è aggravato dalle crescenti preoccupazioni sulla brand-safety, che spingono le aziende a evitare contenuti percepiti come rischiosi o inadeguati.
Brand-safety, tra necessità e timori
Sebbene il 76% degli intervistati consideri sicuro per il brand fare pubblicità in contesti legittimi di news, molti inserzionisti faticano a orientarsi. La paura di apparire “nel posto sbagliato” frena gli investimenti in un settore che invece necessita di sostegno. Questo timore si traduce spesso in un uso eccessivo di filtri o blocchi basati su parole chiave generiche, penalizzando l’intero comparto editoriale e riducendo le risorse economiche destinate alle news di qualità.
Come voltare pagina nell’ecosistema pubblicitario
Per invertire il declino, gli inserzionisti devono esplorare nuove strategie che permettano di conciliare sicurezza del brand e pieno supporto all’editoria di qualità. Uno dei primi passaggi consiste nel misurare le campagne pubblicitarie oltre il semplice costo o la reach, adottando metriche di attenzione. Questo approccio aiuta a comprendere quanto un lettore interagisca davvero con un annuncio e, al contempo, offre maggiore tutela al brand, grazie a una valutazione approfondita dei fattori di contesto sulla pagina.
Un altro aspetto critico è l’adozione di sistemi più sofisticati basati sull’intelligenza artificiale. Le tecnologie di analisi contestuale possono rilevare il sentiment dei contenuti, distinguendo le pagine di news dove gli utenti si dimostrano più ricettivi e minimizzando i rischi di un posizionamento indesiderato. Ciò consente di superare i classici blocchi generalizzati, spesso troppo rigidi e penalizzanti.
Infine, serve un deciso investimento nell’open internet e nelle piattaforme che offrono competenze trasversali, aiutando i brand a navigare tra volumi ingenti di contenuti. Con il sostegno di partner qualificati, gli inserzionisti possono selezionare con precisione gli ambienti editoriali più sicuri ed efficaci, instaurando una relazione positiva con il pubblico e contribuendo in modo concreto alla sostenibilità economica dell’ecosistema informativo.
Il futuro dell’informazione e il dovere di agire
Nel mondo digitale di oggi, l’innovazione e la tecnologia offrono opportunità senza precedenti a chi investe in pubblicità di qualità. L’open internet è un bacino straordinario per raggiungere consumatori attenti, critici e altamente fidelizzati. Se gli inserzionisti sapranno abbandonare la paura della brand-safety e adottare soluzioni più evolute, l’intera filiera dell’editoria potrà beneficiare di un nuovo impulso di crescita, salvaguardando il diritto all’informazione e promuovendo la qualità dei contenuti giornalistici.
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