Michele Santomasi, un uomo di 45 anni, con cicatrici da ustioni di III grado riportate 30 anni fa, è l’ennesima persona che ha potuto beneficiare delle cure pro bono con metodologia Biodermogenesi, offerte dal progetto RigeneraDerma. La sua storia di rinascita si affianca a quella di Pinky, Filomena Lamberti e Maria Antonietta Rositani che, grazie alle cure gratuite del progetto, hanno visto migliorare radicalmente la loro qualità di vita. RigeneraDerma nasce da un’idea di Maurizio Busoni, ricercatore, docente presso il Master di Medicina Estetica dell’Università di Camerino e dell’Università di Barcellona. Il progetto, che è stato presentato ben due volte presso la Camera dei Deputati, si pone un nobile obiettivo: riparare il danno funzionale per migliorare la vita delle donne vittime di violenza di genere e delle persone economicamente svantaggiate. E lo fa offrendo a 500 persone, la cura gratuita delle cicatrici con Biodermogenesi, la metodologia per la rigenerazione dei tessuti cutanei, 100% italiana, presente in 32 Paesi nel mondo. Partner di RigeneraDerma è l’Università di Verona. “Michele è arrivato alla nostra attenzione con il lato destro del corpo coperto da ustioni di III grado dovute ad un incidente domestico quando aveva solo 10 anni”, racconta Busoni. “Abbiamo iniziato a curare le sue cicatrici oltre 30 anni dopo le ustioni. In questo lasso di tempo, le cicatrici – continua – si sono consolidate, determinando retrazioni che hanno progressivamente cambiato la postura di Michele e condizionato la sua piena capacità di movimento. Prima di iniziare il percorso terapeutico sono stati effettuati diversi test diagnostici, che hanno evidenziato una limitazione motoria ed una estesa rete di fibrosi che limitavano notevolmente la qualità della vita di Michele”. La metodologia Biodermogenesi permette di rigenerare cicatrici invalidanti. “Prendere in cura Michele è stata una vera e propria sfida, in quanto in letteratura scientifica nessuno è mai riuscito – riferisce Busoni – ad ottenere miglioramenti significativi su ustioni così gravi, così estese e così vecchie. Sicuramente le esperienze maturate sino ad oggi ci hanno aiutati a sviluppare un protocollo terapeutico diverso, modificato in corso d’opera in base alla reazione dei tessuti trattati, ottenendo un miglioramento stabilizzato inimmaginabile all’inizio di questo percorso”. Sono state erogate 20 sedute a cadenza settimanale, tutte ben tollerate dal paziente e senza alcun effetto collaterale. “I risultati ottenuti, soprattutto funzionali ma anche estetici, documentati e misurati, sono andati oltre le mie aspettative, frenate a priori da un legittimo scetticismo”, racconta Chiara Giorgio, medico estetico e dirigente medico Fisiatra all’U.O.C. di Riabilitazione e Recupero Funzionale dell’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei” di Altamura (BA), che ha seguito Michele per tutto il suo percorso terapeutico. “Nelle zone trattate – racconta il paziente – ho ottenuto notevoli miglioramenti dal punto di vista funzionale e una maggiore libertà nei movimenti. Questo ha inciso positivamente sul mio quotidiano”. E continua: “Ogni miglioramento dal punto di vista medico si traduce in un beneficio emotivo. Così è stato anche per me. I risultati ottenuti non sono stati solo funzionali, ma anche psicologici. Giorno dopo giorno i miei familiari ed i miei cari mi hanno visto più sereno. Sono una persona estremamente riservata ma ho scelto di raccontare la mia esperienza perché penso possa essere di aiuto ad altre persone”. Il miglioramento è stato evidente già dalla prima seduta e si è consolidato applicazione dopo applicazione, stabilizzandosi ad oltre 6 mesi dal termine del percorso terapeutico. Michele ha visto migliorare significativamente le fibrosi invalidanti che coprivano volto, collo, spalle e tronco, riallineando la postura. Contemporaneamente si è registrata una significativa riduzione delle fibrosi che ha permesso di riequilibrare l’appoggio dei piedi, dividendo correttamente il peso del corpo sulle due gambe. L’analisi della motilità di testa e collo ha evidenziato un importante recupero funzionale di torsione e rotazione. L’analisi eseguita con Scala DASH, un questionario autocompilato di oltre 30 domande, predisposto per misurare la funzione e i sintomi in pazienti con qualsiasi alterazione muscolo-scheletrica dell’arto superiore, ha evidenziato un importante recupero della funzionalità di mano, braccio e spalla ustionati, permettendo a Michele di ritrovare la sua piena autonomia . “L’esperienza di Michele sarà descritta in un articolo scientifico destinato alla pubblicazione – annuncia Busoni – grazie al quale potremo comunicare ai medici di tutto il mondo che finalmente anche cicatrici invalidanti vecchie di 30 anni possono essere curate con successo, migliorando la qualità della vita a milioni di persone”. (AGI)
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