“cambieremo la riforma pensioni”/ Governo Francia apre a nuova legge elettorale

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IL DISCORSO DEL PREMIER BAYROU PER LA “FIDUCIA” IN ASSEMBLEA NAZIONALE: COSA HA DETTO

In Francia la chiamano “dichiarazione di politica generale” e nei fatti non è molto diversa dal discorso per la fiducia che avviene in Italia, col piccolo particolare che a Parigi vige la “sfiducia” di un Governo e non la votazione di adesione all’esecutiva. Il Premier François Bayrou, nominato lo scorso 13 dicembre 2024 dal Presidente della Repubblica Macron dopo il fallimento del Governo-lampo di Michel Barnier, si è così presentato nell’Assemblea Nazionale (il Parlamento di Francia, ndr) illustrando il programma “in pillole” del nuovo Governo “tecnico” chiamato a traghettare il Paese fuori dalla crisi politica lunga ormai più di 9 mesi.



Due le sorprese principali inserite da Bayrou nel suo discorso, con la promessa di mettere mano tanto alla riforma pensioni quanto ad una nuova potenziale nuova legge elettorale: l’intento del Premier è alquanto palese, ovvero provare a “sedurre” politicamente sia la sinistra dei socialisti e de “La France Insourmise” di Jean-Luc Melenchon, che la destra del “Rassemblement National” di Marine Le Pen. Un esecutivo che tenga assieme infatti l’area di Macron con i Repubblicani e parte dei socialisti non ha i numeri per contrastare un’eventuale mozione di fiducia, che già mesi fa ha segnato la parola “fine” al Governo Barnier: Bayrou deve quindi conquistarsi “sul campo” la fiducia, con riforme e leggi in grado di non “deludere” tanto l’RN quanto l’NFP. A dirla tutta, dai temi toccati nella sua dichiarazione politica sono più i punti di contatto con l’area socialista, probabilmente “rispondendo” alla scelta di Ministri che avevano invece sollevato maggiori entusiasmi sul fronte Le Pen che non sull’area Glucksmann-Melenchon.

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LA SORPRESA SULLA LEGGE ELETTORALE E GLI SCENARI SUL GOVERNO IN FRANCIA

Su tutti, è il passaggio sulla riforma pensioni da rimettere in “cantiere” a rappresentare la svolta maggiore per il nuovo Governo Bayrou, tentando di ottenere consensi dal Centrosinistra: la legge approvata tra mille polemiche nel 2023 vedeva sul tavolo l’aumento dell’età pensionabile a 64 anni entro la fine del 2026, ma dal nuovo Premier viene rilanciata la promessa di modificare tale dispositivo molto contestato. I tempi non sono lunghissimi, dato che la finestra di tempo per intervenire è solo sui prossimi mesi: «Io vorrei fissare una scadenza più breve, quella del nostro autunno», ha intimato Bayrou parlando di un nuovo percorso da mettere “in cantiere” per modificare la riforma. Secondo il Governo appena nominato dall’Eliseo, non ci dovranno essere particolari “tabù” neanche sull’età pensionabile, l’importante è che però «risponda ai requisiti stabiliti».



Serve ricordare che Melenchon e l’ala più sinistra del Parlamento (Socialisti, Verdi e Partito Comunista) intendono sospendere al più presto la riforma pensioni, mentre da destra l’RN di Le Pen e Bardella (così come i Repubblicani) puntano a verificare nel dettaglio quale sarà l’effettiva proposta formulata da Bayrou e dal neo-Ministro dell’Economia, il super-tecnico Eric Lombard. Il Premier annuncia un tavolo con le parti sociali entro fine settimane, in modo da lanciare subito tutte le proposte per modificare eventualmente la legge pensionistica, spiegando però che in caso di mancato accordo «la riforma continuerà ad essere applicata». Sempre Bayrou annuncia poi nel suo discorso programmatico in Parlamento una modifica importante nelle richieste ai territori francesi: lo sforzo di risorse chieste agli enti locali con il Governo Barnier era schizzato a 5 miliardi di euro, diminuito nettamente con Bayrou che ha invece promesso un impegno da circa 2,2 miliardi.

Sorprendente infine il passaggio sulla nuova eventuale legge elettorale che potrebbe sbloccare lo “stallo istituzionale” da tempo presente con il doppio turno francese che non sembra ha fatto emergere dopo le urne una maggioranza stabile e amplia: secondo Bayrou, il cambio della legge elettorale non è ancora dettagliata ma richiede che tutti i partiti trovino posto nella rappresentanza, il che evidentemente significa un ripiegamento verso un sistema proporzionale. Per il Presidente del Consiglio, questo sarebbe «l’unica regola che permette a ciascuno di essere se stesso senza impantanarsi in alleanze insincere». Capire se questi temi possano bastare per evitare la medesima fine di Barnier – impallinato in Assemblea Nazionale dopo soli 3 mesi per il fuoco incrociato tra destra e sinistra – è ancora prematuro, ma di certo il Governo in Francia vivrà ancora settimane di forte tensione e instabilità: al momento l’accordo tra centristi e repubblicani può reggere ma non basta sulle riforme più importanti, da qui l’intento palese di strappare “patti di non aggressione” con socialisti e anche con lepenisti. Chi invece avrebbe già ribadito la sua mozione di sfiducia contro Bayrou è Melenchon, il quale non intende per il momento deporre l’ascia di guerra…





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