Verso le elezioni in Veneto, Azione: «Noi pragmatici, la Lega di Zaia è moderata». Italia Viva: «Mai alleati»

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Martina Zambon

I calendiani del Veneto: «Basta ideologie, risolviamo i problemi. Già insieme in alcuni Comuni»

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«La Lega in Veneto è un’altra Lega, è quella di Zaia, è quella dei moderati, è quella che rassicura un elettorato dalle radici cattoliche», dice Alberto Baban, che di Azione in Veneto è stato fra i padri nobili, estensore di quel documento «Siamo europei» in un momento storico in cui la Lega era saldamente anti europeista «e queste cose vanno ricordate», conclude Baban tornato a fare l’imprenditore. E che, proprio per questo, commentando le manovre di avvicinamento fra Azione e una Liga tentata dalla corsa in solitaria contro FdI e FI, aggiunge: «Come regione siamo rimasti un passo indietro, è mancata la spinta a un’innovazione sempre più necessaria in una fase in cui il mondo sta cambiando velocemente».

I due sindaci

E allora, in questo senso, il pragmatismo dei calendiani potrebbe fare proprio al caso della Lega zaiana. Le prove generali di un accordo ci sono già state alla tornata amministrativa lo scorso anno. Un’esperienza rivendicata come molto positiva anche da Carlo Pasqualetto, segretario di Azione: «Alle scorse amministrative abbiamo eletto due sindaci, Fausto Rossignoli a Negrar nel Veronese e Stefano Sorino, a Noale, nel Veneziano. Sono stati eletti anche con il sostegno della Lega e hanno la tessera di Azione».




















































Gli obiettivi programmatici

Esperimento sufficientemente positivo per essere replicato a livello regionale? «Sul territorio, valutando caso per caso, sulla base dei programmi e delle persone, scegliamo senza essere legati a ideologie di partito. Oggi abbiamo davanti le Regionali e la nostra priorità è rimettere insieme il centro. Si valuterà se ci sarà una convergenza su temi importanti per la regione. Stiamo dialogando come stanno facendo tutti, – chiude Pasqualetto – essendo “centro” possiamo confrontarci con chiunque. 85 mila voti alle ultime Europee non ci consentono di dettare l’agenda, certo, ma sono un bagaglio di voti interessante, in Veneto valiamo più del 4%, partiamo da lì». I calendiani si piccano di avere un «elettorato paradigmatico della locomotiva veneta». «Ci cercano i due partiti più importanti – racconta Pasqualetto – Pd e Lega. Al momento non c’è niente di scritto». In Veneto, per essere rilevanti, chiaramente, un aggancio al centrodestra, fosse anche la Lega in solitaria, diventa chiaramente appetibile. Giovanni Faverin, responsabile organizzativo del partito, non parla di strategie politiche, bensì di obiettivi programmatici: «Non possiamo dire che il Veneto sia amministrato male ma serve un approccio nuovo a tutte le fragilità delle comunità. I bisogni sono molto cambiati, non basta “amministrare”, bisogna innovare». 

I tempi d’attesa

Gli esempi sono i tempi d’attesa in sanità, gli Ats (ambiti territoriali sociali, ndr) dotati di team multidisciplinare, psicologo incluso, in grado di intervenire prima delle tante diagnosi di disturbi nei bimbi in età scolare «perché per crescere serve il coraggio di andare oltre la fase attuale». Si dice «aperto a 360 gradi» ma nel nome della «concretezza di obiettivi comuni» Fabio Pezzato, segretario di Azione a Treviso, nel cuore dello Zaiastan. Mentre il sindaco di Negrar Rossignoli fa un primo bilancio della joint venture con la Lega: «A distanza di qualche mese direi che le cose sono andate in modo eccellente. Un’esperienza anche su scala regionale è una delle possibilità concrete, ormai le visioni ideologiche sono lontane dai bisogni delle persone».

Difende, invece, l’adesione di Italia Viva al campo largo del centrosinistra, Sara Moretto, membro della cabina di regia nazionale: «Gli accordi a geometria variabile su scala locale non sono una novità ma, dalle Regionali in su, serve coerenza politica».

De Poli

E poi c’è l’Udc, chiamato in causa come altro alleato possibile dalla Lega in solitaria. E Antonio De Poli risponde con l’ennesima lezione di centrismo doc: «L’Udc lavora da sempre per rappresentare le istanze del territorio, degli amministratori, delle imprese, del volontariato e la tutela delle persona. Per portare questi mondi e la cultura dell’area di centro all’interno della coalizione di centrodestra. Questo è il nostro spirito e con queste idee lavoriamo per costruire l’offerta politica per guidare il Veneto alle prossime Regionali». I giochi, insomma, sono aperti.


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