Meloni e l’uomo delle stelle: un’amicizia speciale

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C’è la foto scattata lo scorso settembre a New York durante la cerimonia di consegna del Global Citizen Award 2024. Giorgia Meloni, vincitrice del premio, tiene il volto appoggiato sul palmo della mano e guarda dritto in faccia Elon Musk alla sua sinistra. Lui fa altrettanto. Gli sguardi si incrociano. Se domandiamo a Grok, l’intelligenza artificiale di X, cosa trasmette questa immagine, nella risposta si parla di intimità, complicità e confidenza.

Nell’epoca della vita che scorre solo sulle piattaforme pare di essere tornati ai tempi di Liberty Valance: se la realtà incontra la leggenda, vince la leggenda. Comunque sia Elon sia Giorgia hanno smentito di avere una relazione. Lui: «Ero lì con mia madre». Lei: «Siamo amici».
Giugno 2023. Una Tesla bianca si aggira per Roma. Davanti a palazzo Chigi si ferma. Scende Elon Musk. Gli incontri, prima con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e poi con Giorgia Meloni, vertono, come da comunicato, sulle «sfide del nostro tempo». Aerospazio, sicurezza, intelligenza artificiale. E natalità. Al Tg1 Musk dichiara: «Dovete fare bambini. Fate i bambini». Lui, per la cronaca, di figli ne ha fatti addirittura undici.

Qualche mese dopo, siamo a dicembre, Musk torna in Italia e va ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. È l’ospite d’onore. Parla dei soliti temi, strappa applausi, tutti dicono che è un genio.

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Intanto negli uffici si ragiona di satelliti. L’Italia sul punto non sta messa bene, gli obiettivi del Pnrr sulla banda larga sono lontani anni luce, molte zone del paese hanno una connessione lenta come un treno regionale. Ci sarebbe Starlink, la costellazione privata di Elon Musk. Costa un po’ (un miliardo e mezzo) e c’è anche quel dettaglio del progetto di rete satellitare europea (il programma Iris²), ma Musk deve essere stato convincente perché il suo progetto è quello che più fa presa su Meloni (e quindi anche tutti i ministri, i sottosegretari, i tecnici, i funzionari).

«Tina» era un acronimo dei tempi di Margaret Thatcher. Significa: there is no alternative. Non c’è alternativa. Ètornato di moda in Italia per Starlink: non c’è alternativa. Èvero? Non è vero? Le opinioni divergono. Fatto sta che l’affare va avanti, il sottosegretario all’innovazione tecnologica Alessio Butti decanta spesso e volentieri le magnifiche sorti e progressive dell’operazione e proprio nei giorni dell’intrigo internazionale di Cecilia Sala, Bloomberg fa uscire un articolo in cui dice che le trattative tra Musk e l’Italia sono in fase avanzata. Il governo si affretta a dire che non è stato firmato niente ma ad ogni occasione ribadisce il suo Tina: non c’è alternativa. L’affare si farà.

C’è un retroscena. Musk avrebbe avuto un ruolo nella liberazione della giornalista che ha passato 21 giorni da prigioniera a Teheran. L’ha detto la madre della diretta interessata, offrendosi di preparagli un piatto della cucina italiana a suo piacere. Lui non ha confermato ma nemmeno smentito. Il suo «uomo in Italia», l’amletico Andrea Stroppa, ha condiviso un’immagine creata con l’intelligenza artificiale di Elon che divora una generosa porzione di spaghetti. Stroppa, peraltro, torna utile per raccontare un altro lato della vicenda Starlink, cioè l’inchiesta della procura di Roma sulle tangenti in Sogei, la controllata del ministero dell’Economia che si occupa di sicurezza informatica. Perché possiamo anche essere sul punto di organizzare una guerra stellare, ma le storie di mazzette sono tutte uguali e c’è sempre una busta piena di soldi. Come quella che la guardia di finanza ha trovato in mano all’ex dg Paolino Iorio la sera di lunedì 14 ottobre 2024. Anche Stroppa è indagato perché in questo impiccio di affaroni e turbative d’asta, secondo gli inquirenti, avrebbe beneficiato di una «illecita propalazione di notizie riservate in ordine a decisione assunte nel corso di riunioni ministeriali».

Meloni e Musk, in ogni caso, giocano un’altra partita. Molto politica. Lei vorrebbe diventare la leader dell’estrema destra europea. Lui adora l’estrema destra europea, perché, non a torto, la considera fondamentale per scassare definitivamente gli equilibri del vecchio continente. Su X non fa che esaltare neonazisti e fasciopopulisti, gettando fango su ogni loro avversario. Se hai pochi scrupoli, possiedi un social network e disponi di un reddito annuale che è pari al valore della manovra finanziaria di un paese del G7, parlare di «ingerenze» appare riduttivo.
Meloni osserva estasiata: del resto il suo stile di governo consiste nel fare opposizione all’opposizione. L’unica volta che ha dovuto dire all’amico di andarci piano fu quando lui se la prese con i giudici e fece arrabbiare Mattarella. Ma in generale l’uso che fa Elon del bastone (per ora solo social) vale quantomeno una dose di straordinaria ammirazione. «Èun genio visionario», dice la premier, che lo difende a spada tratta da ogni pur minima perplessità: «E allora Soros?».

Il legame tra Giorgia e Elon c’è. È speciale, si è capito. La foto di New York è l’anatomia di un istante mentre la storia scorre tutta intorno. Gli sguardi parlano. E dicono: andiamo a vedere le stelle.



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