Lettere a Tito n. 587. Quanto hanno perso Badolato e la Calabria con il mio esilio e con l’emigrazione di molte migliaia di giovani?

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Caro Tito, dopo aver letto << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-586-una-storia-demigrazione-tra-italia-e-canada-raccontata-da-rick-mastronardi/ >>, un amico mi ha telefonato per farmi alcune ulteriori considerazioni su quanto abbia perso l’Italia non trattenendo tanti nostri concittadini che sono emigrati per apportare ricchezza di figli, di economia e di cultura ad altri Paesi come Stati Uniti, Canada, Australia, America Latina, Svizzera, Germania, Francia e così via. Non solo … ma, lasciando andare via milioni di italiani, ha svuotato i paesi, generando quello spopolamento che ha desertificato e depreziato i territori, impoverendo ancora di più zone già povere e depresse, non soltanto al Sud ma anche nel centro-nord della dorsale appenninica e alpina. Un vero disastro!… Il borgo di Badolato è un prototipo ancora visibile di questa politica di esilio, di allontanamento e di emigrazione di massa. Invece di valorizzare territori e cittadini, l’Italia (come altri Paesi) ha preferito svendere i propri figli, i quali, in gran parte, hanno poi dimostrato di essere capaci di contribuire a risollevare le sorti dei Paesi che li hanno ospitati … cosa che avrebbero potuto fare restando in Italia. E, nell’emigrazione interna, i meridionali hanno fatto ancora più grande e più ricco il nord. Senza che il Sud ricevesse alcuna vera contropartita. Anzi, il Sud è stato ancora di più depredato (fino all’osso) come dimostrano le cattedrali nel deserto o interi comprensori fertili distrutti con l’illusione della industrializzazione fantasma. Crimini su crimini. Rivedi la << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-320-la-difficile-emigrazione-femminile-matrimoniale-e-contadina-in-italia-da-sud-a-nord-1945-1985/ >> con cui (mercoledì 26 febbraio 2021) abbiamo dimostrato le condizioni di semi-schiavitù riservate alle donne meridionali che andavano a lavorare negli orti della periferia milanese da marzo a novembre di ogni anno dal 1945 fino al 1985.

A Badolato tale politica dell’esilio e dell’emigrazione è stata trasversale nei partiti al potere. Un esempio. Come ho più volte evidenziato, chi ha amministrato il Comune di Badolato dal 1946, non ha cercato di realizzare alcuna controtendenza, ma anzi ha agevolato l’esilio e l’emigrazione; nonostante qualcuno si vantasse di essere progressista e vicino al popolo. Non solo ha prodotto il quartiere “Ghetto” sulla via Nazionale (lato nord verso Catanzaro) approfittando della fame di case; ma per un lungo periodo non ha permesso a molti badolatesi di costruire la propria abitazione a Badolato Marina, costringendoli a costruire o ad acquistare casa nelle marine joniche vicine o lontane. Estraniando così la propria identità, patrimonio personale e familiare prezioso ed irrinunciabile. Questo amico, che mi ha telefonato, mi ha preso ad esempio, chiedendosi come ha fatto Badolato a rinunciare ad uno come me che fin dall’adolescenza avevo dimostrato di studiare e realizzare interessanti nuove opportunità per questo mio paese. E mi ha strappato la promessa di elencare almeno le principali iniziative che ho fatto in Agnone del Molise nei decenni del mio esilio … ma che potevo benissimo fare a Badolato. Provo così ad elencare, a memoria, i principali eventi che ho realizzato in Molise e che avrei potuto benissimo realizzare a Badolato e in Calabria, se solo mi fosse stata data l’opportunità di poter essere utile al mio paese natìo che avevo studiato a fondo (come nessun altro) e per il quale ho fatto cose che nessuno (privo di cariche pubbliche) ha mai fatto (né mai farà, ne sono certo).

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Per il progresso di Badolato, negli anni 1971-73, avevo molto alacremente lavorato al progetto di un Consorzio turistico denominato “Riviera degli Angeli” da Riace a Squillace. Progetto rimasto ancora attuale e al quale stanno (più o meno) lavorando proprio gli eredi di coloro che lo hanno sabotato. Così come, nel dicembre 1975, hanno sabotato l’Università popolare badolatese che aveva destato l’attenzione del resto della Calabria!… Per non dire delle “Olimpiadi badolatesi” dell’estate 1967 (quando avevo appena 17 anni) o dell’Agosto Universitario che (negli anni 1971-74) richiamava studenti da Locri a Catanzaro. E così via!… Tutto a spese mie e di qualche piccolo sponsor.

Ho sempre cercato di rendere Badolato “CAPITALE” o “MOTORE” di qualcosa di bello e significativo, sia a livello inter-zonale e calabrese che nazionale e addirittura internazionale. Ho dimostrato di avere una visione d’insieme per il progresso di una Comunità come Badolato che per tradizione, nel corso dei secoli, ha avuto un ruolo di guida e riferimento comprensoriale; mentre con queste amministrazioni comunali, purtroppo Badolato, ha perso il significato ed il ruolo che si era guadagnato addirittura già con i Bizantini e con i Normanni.

Un vero disastro!… Badolato ha perso di significato nonostante le lotte contro lo spopolamento avviate con veemenza attraverso la vicenda del “paese in vendita” del 1986-88, clamore riconfermato poi dal “miracoloso” sbarco dell’Ararat con i profughi curdi nel 1997.

Si sarebbe potuto fare molto di più, così come adesso, andando al di là dell’immagine di Badolato uno dei borghi più belli d’Italia, si potrebbe riempire il tutto di più sostanza e posti di lavoro.

In tutte le mie iniziative il chiodo fisso è sempre stato quello di procurare posti di lavoro, in un modo o nell’altro.

Ecco qualche esempio di mie iniziative che ho fatto altrove ma che avrei potuto benissimo realizzare a Badolato, se non fossi stato mandato in esilio (nell’ottobre 1988) in modo sconsiderato e direi (a questo punto dei risultati complessivi) … addirittura “criminale”.

E per i ripetuti errori dei politici e degli amministratori pubblici non pagano loro ma i cittadini, il territorio e l’identità di una Comunità. Ma ecco il piccolo elenco orientativo accennato.

1 – FESTA DEI DICIOTTENNI (1983)

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Ed esempio avrei potuto, almeno idealmente e simbolicamente, fare di Badolato la “capitale dei diciottenni” che entrano nella maggiore età così come ho fatto nel 1983 per Agnone che, per la prima volta nella sua Storia, è andata alla ribalta nazionale televisiva (per parecchi minuti) nel salotto della popolarissima trasmissione “Italia Sera” di Rai Uno, verso le ore 18 di mercoledì 18 novembre. Tale programma TV era allora condotto dall’attrice Enrica Bonaccorti (la quale proprio in quel giorno compiva 33 anni) e dal valentissimo giornalista Mino Damato. Sono intervenuti, oltre me, il sindaco di Agnone (deputato Bruno Vecchiarelli) e una coppia di diciottenni agnonesi. Ho buoni motivi per ritenere che, dopo questa trasmissione TV vista da parecchi milioni di telespettatori, sia iniziata in Italia la consuetudine di fare la “Festa dei 18 anni” per salutare i giovani che entrano nella maggiore età. Tale trasmissione ha poi avuto una interessante appendice quasi tre mesi dopo in diretta televisiva, nel febbraio 1984, con il sindaco di New York, Edward Koch, al quale in diretta televisiva è stata donata una copia della “Campana dei diciottenni” fusa appositamente dalla Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. Tutta pubblicità gratuita per la fonderia, per Agnone e per il Molise. Pubblicità di cui avrebbe potuto benissimo usufruire Badolato, dove qualche imprenditore avrebbe potuto realizzare un laboratorio o una  piccola industria incentrata sulle FESTE DEI DICIOTTENNI. Cosa che, in verità, è sfuggita pure alla stessa Agnone che non è riuscita a fare tesoro di questa preziosa occasione, continuando ad essere il “faro dei diciottenni”.

Dopo la partecipazione ad “Italia Sera”, si è svolta il 10 dicembre 1983, nei locali della Biblioteca Comunale di Agnone, la cerimonia di “benvenuto nella maggiore età” per tutti i giovani che, in Agnone e dintorni, compivano i 18 anni. Purtroppo, ripeto, Agnone non ha saputo approfittare di questa grande occasione e visibilità nazionale per diventare (come io esortavo) almeno la “Capitale italiana dei Diciottenni” avviando pure una apposita industria per le “Feste dei 18 anni” che, da allora, hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare il mondo giovanile e familiare, in modo sempre più esigente (a volte con veri e proprie cerimonie di tipo ed impegno quasi matrimoniale). Come ho premesso e dichiarato in quella diretta TV e nei miei articoli giornalistici, il compimento dei 18 anni avrebbe dovuto essere una preziosa occasione per riflettere sui diritti-doveri del cittadino e, in particolare, sulla preparazione che gli adolescenti avrebbero dovuto avere (in famiglia, a scuola e in società) per affrontare, con l’ingresso nella maggiore età, la vita sociale in ogni suo aspetto. Infatti, prima della serata ricreativa, nella Festa di Agnone, hanno prima parlato numerose e variegate figure istituzionali le quali hanno spiegato i diritti-doveri dei neo-maggiorenni e l’importanza (anche legale) di raggiungere la maggiore età.

Questa mia idea di dare attenzione ai neo-maggiorenni mi ha dato buone soddisfazioni: ha acceso i riflettori su questa età di passaggio ed è stata adottata anche da tante Amministrazioni comunali, le quali (oltre al diploma) donano una copia della Costituzione Italiana.

Nel privato ormai la “Festa dei Diciotto anni” è diventata una festa pre-matrimoniale.

Infatti una mamma mi ha detto << Faccio una grande festa di tipo matrimoniale per mia figlia perché non so se mai si sposerà o se si sposerà molto tardi, poiché i giovani di adesso vogliono quasi tutti convivere; almeno mi resta questa bella festa cui possono partecipare tutti i parenti e gli amici, soprattutto i miei anziani genitori i quali altrimenti rischiano di non poter vedere mai la festa della loro nipote >>.

 

Nonostante la pandemia del Covid, nel dicembre 2020 Squillace (CZ) è stato uno dei Comuni che hanno adottato questa festa, su mio suggerimento e consulenza, grazie pure alla lungimiranza dell’allora assessore alla programmazione e al turismo, il sociologo Franco Caccia.

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Non mi stanco di ripetere che, per quanto possibile, in ogni mia idea-proposta ho sempre cercato di prevedere la possibilità che potesse portare a qualche nuovo posto di lavoro oppure ad incrementare e qualificare meglio quelli già esistenti. Posso dire che la “Festa dei Diciottenni” ha smosso qualcosa di buono e di utile sia nell’atteggiamento delle famiglie e degli adulti, sia delle Istituzioni (Scuole comprese) e dei settori commerciali, ma soprattutto in una nuova coscienza e mentalità nel giungere più preparati alla fatidica entrata nella maggiore età che comporta una più decisiva responsabilità giuridica (soprattutto etica) e di maturità comportamentale. Mi spiace veramente tanto non aver potuto lanciare tale “Festa nazionale” da Badolato, poiché già ero stato condannato al primo esilio alla fine del 1982.

Questo mio paese natìo avrebbe potuto avere una considerevole visibilità e pubblicità, andando per la prima volta sui giornali nazionali e, in particolare, sull’ammiraglia della RAI-TV, cioè l’allora seguitissimo canale RAI UNO. Tale battesimo televisivo ha così giovato ad Agnone del Molise. In questa e in altre occasioni avrebbe potuto esserci Badolato, come, ad esempio, in sèguito ai “Manifesti dei neonati” nel 1998 (vedi più avanti al paragrafo 9).

2 – UN INDISPENSABILE GIORNALE PER BADOLATO (1983)

Come ti ho detto altre volte, ho realizzato il mio primo giornale nel maggio 1961, in quinta elementare, in occasione del primo centenario dell’Unità d’Italia. Poi, in terza media, un giornalino scolastico stampato in tipografia. Quindi nell’aprile 1965 (a quindici anni appena compiuti) sono diventato corrispondente da Badolato per i quotidiani romani IL TEMPO e IL MESSAGGERO.  Nel 1967, ho redatto, stampato (con il ciclostile parrocchiale) e distribuito un giornale settimanale intitolato “K elevato K”. E via via ho collaborato con tanti altri giornali quotidiani, settimanali, mensili, ecc. locali, regionali e nazionali. Dal dicembre 1983 ho cominciato la mia lunga collaborazione (che dura tuttora) con il mensile agnonese L’ECO DELL’ALTO MOLISE, spesso curando intere pagine di “speciali” e di approfondimenti.

L’ECO allora aveva circa 800 abbonati (almeno per metà emigrati all’estero). Nel 1984, portando una copia de L’ECO a Badolato, ho cercato di convincere Amministratori comunali, operatori socio-culturali e altri sulla necessità di realizzare un giornale che fosse di collegamento tra la Badolato dentro i confini e quella fuori-confine. Nel 1986 ho preparato (per gli Amministratori comunali) proprio una copia di un giornale (settimanale, quindicinale o mensile) dal titolo CHI RESTA, proprio proseguendo il concetto del collegamento tra CHI RESTA a Badolato e i badolatesi residenti nel resto d’Italia e all’estero. Una Comunità come Badolato non poteva più restare senza un organo di stampa che, andando oltre la cronaca, potesse fare da collante identitario e valoriale con le migliaia di badolatesi residenti in varie parti del mondo. Inoltre, un organo di stampa era utile per contribuire a pubblicizzare “Badolato 4 dimensioni: mare, collina, montagna e mare” come avevo cercato di lanciare turisticamente la nostra zona con due opuscoli omonimi, uno sponsorizzato dal Comune ed uno dalla Pro Loco, nel 1982.

E meno male che nell’aprile 1994, l’associazione culturale LA RADICE ha iniziato una grande impresa giornalistica ed editoriale, realizzando l’omonimo trimestrale (poi divenuto quadrimestrale) diretto dal prof. Vincenzo Squillacioti ormai da oltre trenta anni, applicandosi direttamente anche nell’impaginazione (perdendoci praticamente gli occhi in tale lavoro di precisione) e dedicandoci non soltanto tanto tempo e tante energie complessive, ma sacrificando pure la famiglia.

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Se fossi rimasto a Badolato, sicuramente mi sarei impegnato, già dal 1986 (se non prima), per un necessario ed utile organo di informazione per qualsiasi Comunità, ma specialmente per Badolato che, appunto, ha più di metà dei cittadini che vivono “per le tante vie del mondo”.

3 – LA MARATONA SANNITICA (1984)

La mia vocazione è sempre stata quella di “unire” idealmente persone e località. Nell’estate 1967 ho organizzato la piccola “Olimpiade di Badolato”. In tale contesto ho realizzato pure la corsa podistica “Badolato Superiore – Badolato Marina” proprio per unire il borgo e la sua riviera, le due comunità che rischiavano di diventare antagoniste per vari motivi. Dal 1971 ho sempre lavorato per unire, in tutti i modi possibili, le montagne delle Serre alla costa jonica di Badolato e di quei dintorni che (da Riace a Squillace) cercavo di lanciare come “Riviera degli Angeli”.  Tra le tante iniziative, nel 1982 (quando per la prima volta ero stato incaricato come Bibliotecario Comunale) c’era pure l’idea di realizzare una MARATONA SERRE-JONIO dalla località di Santa Maria del Bosco in Serra San Bruno fino al lungomare di Badolato … giusto km 42,195 (come abbiamo misurato io e il prof. Valentino Paparo). Purtroppo non ho trovato né Istituzioni né sponsor che mi potessero aiutare a realizzare una tale manifestazione sportiva che avrebbe aiutato gli abitanti delle Serre a preferire la costa Jonica piuttosto che la costa tirrenica (sia come turismo giornaliero che come costruzione di case-vacanza). Pure per tale motivo ho realizzato, tramite le Autolinee Bressi, una corsa giornaliera di autobus Serra San Bruno – Badolato Marina e viceversa, purtroppo nell’assoluta indifferenza delle Amministrazioni comunali interessate.

Nel 1984 ho proposto alla Comunità Montana Alto Molise di Agnone (Isernia) di realizzare (con l’aiuto del giovane Giuseppe Di Ciocco) la prima MARATONA SANNITICA da Agnone Centro al Teatro antico di Pietrabbondante (26 km circa). Poiché l’antica Pietrabbondante era la Capitale dei Sanniti Pentri e vantava una interessante area archeologica, il concetto era quello di far convergere, di anno in anno, una corsa podistica che, partendo da un Comune dei dintorni, giungesse ogni volta al Teatro Sannitico (capienza oltre tremila posti) proprio quando era pieno di gente in attesa di una rappresentazione teatrale. Infatti l’effetto dell’arrivo è stato trionfale nell’ovazione del pubblico lì presente. Tale MARATONA SANNITICA (grazie pure al presidente della FIDAL di Isernia) ha avuto quattro edizioni, nonostante il disinteresse delle Amministrazioni locali.

E’ stata imitata da altri paesi ed avrebbe potuto avere un ruolo anche internazionale. Se fossi rimasto a Badolato, di sicuro avremmo avuto almeno una prima edizione della MARATONA SERRE-MARE JONIO. E, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto essere (d’estate) una corsa podistica omologata almeno a livello nazionale FIDAL.

4 – CONVEGNO INTERNAZIONALE DI EROTOLOGIA (1985)

Fin dall’inaugurazione della nuova parrocchia di Badolato Marina del 14 marzo 1956 (quando avevo appena compiuto sei anni) ho frequentato i locali ambienti cattolici, dove quasi tutti noi ragazzi del nuovo paese (appena edificato per gli alluvionati del 1951) convergevamo essendo l’unica sede che riusciva ad aggregare, in modo sano e socio-pedagogico, tutta la nuova Comunità. Come si può immaginare, sia per la cultura di quegli anni, sia per quella più propriamente cattolica, non c’era sufficiente dialogo o discussione sui temi della sessualità e dei sentimenti. Così, quando ho potuto incontrare persone disponibili ad approfondire tali discorsi, ho costituito in Agnone nel 1984, l’Associazione di Erotologia, che dal 4 al 6 ottobre 1985 ha realizzato (con tanto successo ma anche tanto clamore e polemiche) un convegno scientifico internazionale su “Amore e Religione” con la partecipazione di rappresentanti di 5 religioni e di personalità accademiche e scientifiche.

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Tale convegno di Agnone ha avuto una vasta eco anche internazionale, pure per la pubblicazione di un mensile di discussione, inchieste ed approfondimenti come EROS ALTA CULTURA EROTIKA. Testimoni sono stati pure alcuni badolatesi che, abbinando la vacanza, hanno partecipato a tale evento agnonese (assai innovativo ed audace per quegli anni). Appare chiaro ed evidente che se fossi rimasto a Badolato avrei contribuito enormemente, come sempre, alla vista socio-culturale non soltanto di tale Comunità ma di tutto il comprensorio e, quasi sicuramente, pure dell’intera Calabria … come dimostrano alcune iniziative promosse (in seguito) a livello regionale come, ad esempio, CALABRIA PRIMA ITALIA, la FESTA DEL LIBRO E DELLE COMUNICAZIONE SOCIALE, ISTITUTO DI TANATOLOGIA, CAPO SUD CALABRIA, CALABRIA DAY, e così via.

5 – LA FESTA DEL LIBRO MOLISANO E DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE (1989)

In tutta la mia vita, fin dalla prima media, ho cercato di promuovere utili iniziative culturali. E già la prima volta che sono stato in Agnone del Molise (luogo di nascita di mia moglie) il 25 aprile 1981, visitando la più antica Fonderia di Campane del Mondo ho suggerito ai proprietari di realizzare un Museo … cosa che hanno fatto nel 1995, in occasione della venuta di Papa Giovanni Paolo II. Ovunque sia stato, ho sempre contribuito al miglioramento di quei Luoghi. Così, nella stessa Agnone, oltre al Convegno di Erotologia dell’ottobre 1985, ho realizzato con successo il 14 febbraio 1986 (per la Festa degli Innamorati di San Valentino) la prima “Rassegna di Prose, Poesie e Lettere d’Amore” idea sviluppata poi in un paese vicino come vero e proprio Festival estivo. Nel 1989 ho realizzato in Agnone (con i giovani dell’ex articolo 23) il Censimento dei 3600 Portali istoriati in pietra di tale Città d’Arte con apposite schede tecniche. Nel 1982 avevo già avanzato l’idea di censire i portali di Badolato e le caratteristiche artistiche più rilevanti; ma l’allora Amministrazione comunale si è limitata a realizzare soltanto un centinaio di fotografie (fatte da Vittorio Conidi) sulle principali emergenze architettoniche (chiese, palazzi, ecc.) e su qualche personaggio tipico.

Dal 16 al 30 dicembre 1989 ho realizzato (con l’aiuto del Comune e della Pro Loco di Agnone) la prima edizione della FESTA DEL LIBRO E DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE, con la partecipazione non soltanto di editori e scrittori molisani, ma anche provenienti dalle regioni vicine e a livello nazionale, riuscendo a vendere libri per un valore di ben 35milioni di lire (un successo enorme per una remota località montana).

Tale evento si è ripetuto nei successivi quindici anni, portando ad Agnone scrittori anche esteri e pubblico da altre regioni. Oltre che prestigio. Dal 1990 in poi, periodicamente, inviavo il progetto (contenuto nel numero speciale del mensile L’Eco dell’Alto Molise del novembre 1989) alla Regione Calabria, alle Amministrazioni Provinciali e alle maggiori Città sollecitando a realizzare una FIERA DEL LIBRO CALABRESE E DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE.

Tutt’ora la Calabria non riesce a fare un tale evento per la valorizzazione di scrittori, editori, lettori e per la cultura calabrese e locale. Se fossi rimasto a Badolato, a fare il bibliotecario, sicuramente una simile manifestazione si sarebbe realizzata alla grande, rendendo questo mio paese “capitale dell’editoria e della cultura” (almeno calabrese).

6 – LA FESTA DEL MARE IN MONTAGNA (1992)

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Ho sempre lavorato (specialmente dal 1982 quando ho realizzato i già ricordati due opuscoli “Badolato 4 dimensioni: mare, collina, montagna e lago” pagati dal Comune e dalla Pro Loco ) affinché il mare di Badolato fosse usufruito pure dagli abitanti delle montagne delle Serre, promuovendo una corsa giornaliera di un autobus che, almeno da giugno a settembre di ogni anno, potesse permettere di raggiungere la montagna da parte dei turisti o abitanti del litorale e, viceversa, il mare da parte dei turisti e abitanti delle Serre. Portare il mare in montagna era quindi un sogno che nutrivo da parecchio tempo. Così nel 1992 ho proposto la FESTA DEL MARE IN MONTAGNA all’associazione culturale “Nuova Villacanale” (il borgo-frazione di Agnone del Molise, dove era nata mia moglie). La foto relativa all’evento è opera di Adolfo Terreri di Pescopennataro.

Il progetto (pubblicato su una pagina del settimanale del Corriere del Molise) intendeva essere ecologista e anche gastronomico. Infatti il 13 agosto 1992 abbiamo impiantato il cartello stradale QUI NASCE IL MARE (accanto alle sorgenti di Rio Verde nel comune di Pescopennataro a 1100 metri slm) dove il vescovo Santucci ha celebrato una messa per l’ecologia dell’anima e del creato. Con lo slogan “Se teniamo puliti i fiumi, più pulito sarà il mare”. Poi in serata a Villacanale (a 750 metri slm) ha avuto luogo la “Sagra del Pesce” <(in montagna). Tale Sagra (esclusi gli anni del Covid) viene realizzata ogni 14 agosto con oltre 500 persone sedute a mangiare piatti a base di pesce. Nella vigilia di Ferragosto 2024 si è celebrato il 30mo anniversario di tale evento che ottiene sempre più successo; ed è stato imitato pure da altre località. Ovviamente, se fossi rimasto a Badolato avremmo potuto fare tale evento sia al borgo che in marina, ma anche alle sorgenti del fiume Ancinale a Serra San Bruno, nel mezzo del Parco Regionale delle Serre.

7 – LA CURA EDITORIALE DEI NOSTRI SCRITTORI (dal 1992)

Fin dagli anni in cui ero adolescente (specialmente dopo aver pubblicato la mia prima raccolta di poesie “Gemme di Giovinezza” nel 1967) tanti miei coetanei (maschi e femmine), ma anche persone adulte si rivolgevano a me non soltanto per farmi le loro confidenze esistenziali (in prevalenza sentimentali) ma anche per affidarmi i propri scritti (soprattutto poesie e diari) per un parere. A volte qualcuno mi chiedeva come fare per dare alle stampe; altre volte ero io che, visto il valore di taluni scritti, sollecitavo gli Autori e pubblicare: è, ad esempio, il caso di Giulia Scerra (che nel 1975 aveva poco più di dieci anni ed ha pubblicato il suo primo libro di poesie) o di Gianni Verdiglione, quasi ventenne nel 1977. Ed ho spronato a pubblicare persino il prof. Antonio Gesualdo e, pur di diffondere cultura, ho persino fatto le vendite “porta a porta” del suo primo libro sulla “Storia di Badolato” nel 1986.

Mi sono trasformato addirittura in editore pur di far esordire scrittori come Rosa Gallelli, tanto che mi sono indebitato (firmando persino cambiali) per di dare alle stampe il suo romanzo “SPIRAGLI DA UNA BOCCA DI LUPO” nel 1992.

Ciò accadeva quando già ero in definitivo esilio in Agnone del Molise da oltre tre anni. La mia voglia di fare CULTURA (quasi sempre a spese mie) e di aiutare gli altri ad emergere è una delle mie vocazioni sinceramente altruistiche, fin dall’adolescenza. Se fossi rimasto a Badolato avrei certamente contribuito in modo determinante a valorizzare Autori locali, come ho fatto poi, in terra di esilio.

Dove ho curato l’edizione di tre libri di poesia del giovane Tonino Trapaglia di Belmonte del Sannio (nel 1995 – 1997 e 1999), la prima raccolta di poesie di un’anziana signorina di San Pietro Avellana, le memorie del maestro Costantino Mastronardi.

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E tanti altri. Non mancavo occasione per incoraggiare a scrivere tutti coloro che ne avevano le doti e/o le possibilità. E addirittura portavo gli Autori nel salotto televisivo della giornalista Doretta Coloccia a Campobasso per avere dedicata una intera ora di trasmissione a Teleregione.

Ho scritto (sempre e del tutto gratuitamente) “Introduzioni” – “Prefazioni” e articoli giornalistici per promuovere le Opere altrui. Ho aiutato studenti universitari nelle loro tesi di laurea. Ho aiutato a presentare e a vendere libri altrui. Tutte cose che avrei fatto, con vero piacere, certamente pure a Badolato e dintorni. Purtroppo c’è da dire che Badolato non ha saputo trattenere non soltanto me ma nemmeno l’unica tipografia (quella di Giuseppe Cossari) costretta ad essere trasferita a Soverato!… Questa vicenda è proprio ìndice di come sia mancata agli stessi Amministratori l’arguzia di qualificare meglio Badolato con la presenza di una tipografia che avrebbe comunque attirato persone pure dai paesi vicini. Così come è stato dannoso lasciare che l’industria camiceria PIREGA chiudesse. C’è proprio da mettere in discussione il ruolo ed il compito degli Amministratori comunali dei nostri paesi!!!

8 – LOTTA CONTRO SPOPOLAMENTO E ABBANDONO DEL TERRITORIO (dal 1974)

E’ dall’estate 1974 (ovvero da più di cinquanta anni) che, in vario modo, ho intrapreso una lotta contro lo spopolamento e l’abbandono del territorio, specialmente dei borghi e delle ruralità del Sud e delle aree interne pure del Centro-Nord, ma anche in tutta l’area euro-mediterranea. Tale lotta è culminata nella vicenda di “Badolato paese in vendita in Calabria” lanciata il 07 ottobre 1986 ottenendo un clamore davvero internazionale e certamente qualche utile conseguenza nel rallentamento dello spopolamento e l’accelerazione di un dibattito almeno nazionale. Ho potuto gestire tale vicenda al meglio possibile per due anni di sèguito (dall’ottobre 1986 all’ottobre 1988) soprattutto attraverso l’attenzione dei principali mass-media di quasi tutto il mondo, sia come Bibliotecario comunale che come privato cittadino da Badolato fino a quando non sono stato costretto ad andare in esilio ad Agnone del Molise, per cercare, a quasi 39 anni, una sistemazione stabile (cosa che è arrivata nell’ottobre 1991 con un impiego pubblico, dopo aver vinto un assai difficile concorso).

Così, stabilitomi in Agnone del Molise (dopo aver tentato inutilmente di trovare una collocazione a Badolato) ho cercato in tutti i modi possibili di tenere alta l’attenzione sullo spopolamento di paesi e ruralità. Sempre incontrando enormi difficoltà, quando invece avrebbe dovuto essere del tutto naturale che anche le Istituzioni mi appoggiassero. Invece, pure qui in Molise, dopo le disavventure di Badolato, ho trovato contrarietà e persino astio. Ragion per cui mi sono convinto che non si vuole affrontare seriamente il dramma della spoliazione e della desertificazione dei territori meridionali e delle altre dorsali appenniniche e alpine. Anzi, nutro ancora il sospetto che qualcuno o forse in maggioranza o addirittura tutti sono addirittura “pagati” per non fare nulla a riguardo. Una conferma ho avuto quando, fin dall’08 gennaio 1987 mi affanno a cercare qualcuno che si voglia candidare alle elezioni locali, nazionali e soprattutto europee proprio per lottare contro lo spopolamento dentro le Istituzioni. Ancora adesso che le forze cominciano a mancare quasi del tutto, cerco di mantenere viva l’attenzione, di seguire e di incoraggiare chi (come l’architetta Marianna Mastronardi di Mafalda del Molise) crede ancora che si possa fare qualcosa di utile per rivitalizzare borghi e ruralità. Sembra ovvio che, restando a Badolato, avrei potuto continuare tale lotta con maggiore efficacia. Tuttavia non ho mai abbandonato le tematiche più stringenti del mio paese natìo e (come provano pure queste Lettere) cerco di contribuire come e quando posso alla rivitalizzazione del borgo dei miei avi. Devo evidenziare che, dopo il mio allontanamento da Badolato nell’ottobre 1988, fino al 27 dicembre 1997 (sbarco dell’Ararat), il borgo ha faticato ad andare nelle TV nazionali ed estere. E ancora resta vuoto il posto di corrispondente giornalistico del quotidiano “Gazzetta del Sud” di Messina da me lasciato nell’ottobre 1988: è questo un dato assai significativo, anche perché ho sollecitato vari giovani a prendere tale corrispondenza. Badolato resta così uno strano paese. Un paese che non ha un sito web di notizie, dopo che uno (www.gilbotulino.it) è stato costretto a chiudere (dopo alcuni attentati subìti dal gestore).

9 – MANIFESTI PER I NEONATI (1997-98)

Caro Tito, nel 1997 ho avuto l’idea di far dedicare dei manifesti murali per annunciare la nascita dei bambini. Tale idea è partita da alcune considerazioni. Per prima ho pensato che, a causa dello spopolamento, stavano nascendo molto meno bambini nei paesi e, in alcuni, proprio niente o per lunghi periodi. Quindi, la nascita di un nuovo bambino andava annunciata e festeggiata con maggiore gioia ed evidenziata e condivisa, appunto, con manifesti murali fatti affiggere dalle famiglie. Il secondo motivo, bisognava compattare la lotta contro lo spopolamento pure con questo tipo di iniziativa. Infine, sui muri o sulle apposite bacheche comunali delle affissioni dei nostri paesi c’era troppi manifesti da lutto … andava messo più colore e più speranza. Infatti, i manifesti per i neonati (oltre ad essere d’Autore) avrebbero dovuto evidenziare la gioia familiare e sociale con disegni e colori tali da mettere allegria e, comunque, adatti alla nascita di un nuovo cittadino.

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Devo dire che l’idea è piaciuta a molti e, in particolare alla stampa e alle TV locali … tanto che in Agnone ho realizzato una visitatissima mostra-concorso per il miglior manifesto di annuncio nascita.

Ovviamente ne hanno scritto pure i giornali nazionali e, come conseguenza di tale clamore, RAI DUE ha invitato me ed una giovane coppia che aveva fatto affiggere il primo manifesto murale per annunciare la nascita della loro primogenita.

A Badolato si è mossa pure l’associazione LA RADICE che ha fatto alcuni manifesti; però ha avuto meno successo.

L’idea è stata seguita comunque pure in altri paesi per alcuni anni. L’iniziativa sarebbe sicuramente proseguita se fosse stata ulteriormente curata e sollecitata. Intano ha procurato lavoro alle tipografie e ad alcuni artisti.

10 –  CAPO SUD – ZIA SICILIA E ALTRE REGIONI (dal 1999)

Pur abitando e vivendo in Agnone del Molise, il mio pensiero per Badolato e la Calabria è sempre stato costante e costruttivo. Chi avrà la possibilità di vedere e consultare il mio archivio personale, avrà modo di constatare che gli anni che sono stato lontano dalla riva dello Jonio sono stati un continuo di appelli, proposte e quanto altro potesse contribuire ad una Badolato e Calabria migliori. A volte ho dedicato tempo e denaro per dimostrare come e quanto sia possibile realizzare iniziative assai utili non soltanto alla visibilità internazionale di Badolato e/o della Calabria ma anche a produrre notevole economia, cultura, posti di lavoro e maggiore coesione ed orgoglio sociale.

Una di queste iniziative riguarda il fatto geografico che la Calabria sia la regione più a Sud del continente europeo, assieme alla zona di Tarifa in Spagna (vicino Gibilterra) e al Peloponneso in Grecia. Un tridente europeo nel Mediterraneo che potrebbe essere rappresentato (forse non a caso) dal Tridente di Nettuno, dio del mare e quindi dello stesso Mediterraneo. Nel luglio 1999 ho scritto al Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria per segnalare questa preziosa peculiarità che insiste nel territorio del Comune di Mèlito Porto Salvo, sullo Jonio, che è il punto più a sud anche della penisola italiana. Grazie a miei costosi e ripetuti sopralluoghi a “Capo Sud Calabria” ho ottenuto incoraggianti risultati, che ho descritto in vari articoli giornalistici e nella seconda parte del secondo volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori”. Certo, fossi stato permanentemente in Calabria, avrei potuto contribuire a far gemellare Capo Sud con Capo Nord (Norvegia) e avviare molte più iniziative di quelle che (restando io lontano) si sono realizzate. E sono state numerose, notevoli e significative, anche se “Capo Sud” non è ancora diventato un “marchio” da poter spendere meglio pure a livelli internazionali. Spero che la Regione Calabria e in particolare gli abitanti della costa jonica tra Brancaleone e Scilla possano valorizzare questo “loro” CAPO SUD come importante volàno di progresso socio-economico-turistico valido per tutta l’Area dello STRETTO di Messina.

Poiché ho avuto, come vocazione del tutto naturale, la missione di elargire gratuitamente IDEE PROMOZIONALI ovunque i luoghi e le comunità mi abbiano ispirato … pur abitando in Agnone, ho sollecitato iniziative ad altre Regioni, Province e Comprensori. Già nel maggio 1978, ad esempio, ho proposto alla Regione Lombardia un evento che in quel momento non stato realizzato, ma che dopo quasi 30 anni ha avuto successo non soltanto a Milano ma in tutta Italia. Nel 2003 ho proposto alla Provincia di Lecce di realizzare la “MARATONA DEI DUE MARI” (Adriatico e Jonio) con una corsa podistica tra una Località del mare Adriatico (come Otranto) e una Località del mare Jonio (come Gallipoli). Proposte ho avanzato al Comune di Cursi e a quello di Melpignano. Ma anche alla Regione Abruzzo e al Comune di Corfino. E alla Regione Sicilia e al Comune di San Vito Lo Capo. Sicilia che chiamo “Zia Sicilia” per via di quella intima parentela che il suo più antico popolo ha avuto con gli Itali della nostra Prima Italia calabrese nel secondo millennio avanti Cristo. Ma sarebbe assai lungo fare riferimento o il solo elencare proposte fatte in giro per l’Italia ed anche oltre (sia quando abitavo a Badolato sia da quando abito in Agnone e, adesso, pure a Vasto). Come, ad esempio, l’associazione turistico-culturale dei PAESI BALCONE (di cui Badolato potrebbe diventare la CAPITALE mediterranea come abbiamo trattato pure in queste nostre “Lettere”).

11 – LANCIANO DAY – REGGIO CALABRIA DAY E BADOLATO DAY

Una tra le tante proposte fatte a Enti pubblici, Istituzioni, Comuni, Associazioni, ecc. è stata realizzata nel 2003 ed è stata imitata altrove. E’ il LANCIANO DAY ovvero persone con cognome Lanciano che fanno festa nella città di Lanciano (in provincia di Chieti, Abruzzo). Immediatamente dopo, dal 2004 si realizza a Reggio Calabria il REGGIO CALABRIA DAY per merito del lungimirante Giuseppe Tripodi, presidente della Pro Loco di quella Città. Finalmente, dopo tanto insistere, è stato realizzato pure il BADOLATO DAY il 29 e il 30 giugno 2019, evento poi interrotto per il Covid e non più ripreso.

Appare ovvio che, se fossi rimasto a Badolato, pure tale evento avrei potuto portare avanti, così come la lotta allo spopolamento del borgo che (iniziata nel 1974 e accentuata nel 1986 con la vicenda del “paese in vendita”) senza di me era rimasta ferma per nove anni (dall’ottobre 1988 al dicembre 1997) e lo sarebbe stato chissà per quanto altro tempo se non fosse avvenuto lo sbarco della nave Ararat tra la notte del 26 e 27 dicembre 1997 iniziando così la fortunata fase dell’accoglienza ai profughi curdi che hanno rilanciato la notorietà internazionale di Badolato. Senza tale evento la rivitalizzazione del borgo antico si sarebbe praticamente fermata. Invece, se fossi rimasto a Badolato, questo borgo avrebbe avuto la possibilità continua di insistere per la sua salvezza, evidenziato pure come prototipo di migliaia di altri borghi in area euro-mediterranea.

12 – CALABRIA PRIMA ITALIA

Come già sanno i nostri lettori più fedeli ed affezionati, nell’aprile 1982 ho fondato l’associazione culturale CALABRIA PRIMA ITALIA per studiare e diffondere l’inconfutabile dato storico che il nome ITALIA sia nato in Calabria 3500 anni fa, in particolare tra i Golfi di Squillace e di Lamezia. Vanamente ho cercato di esortare ripetutamente le istituzioni centrali e periferiche italiane e quelle regionali calabresi, i mass-media ed ogni altra utile presenza sociale, sulla necessità di portare tale importante fatto nelle scuole e nelle famiglie pure dal momento che una mia indagine ha evidenziato che il 98% degli italiani in genere e, in particolare, il 95% degli studenti lo ignora. Non ho mai cessato di occuparmene, nemmeno da quando abito in Agnone del Molise. Anzi, alla fine, constatando che non si muoveva foglia, mi sono deciso di organizzare io stesso (spendendo parecchie migliaia di euro e numerosi mesi di preparazione) un evento che, con il suo clamore almeno regionale e la partecipazione di centinaia di personaggi, potesse conclamare il più pubblicamente possibile tale preziosa nostra eredità storica-identitaria. Mi riferisco alla PRIMA FESTA DEL NOME ITALIA (con relativo PREMIO PRIMA ITALIA) che ha avuto luogo in Davoli Marina (CZ) nel pomeriggio del 21 giugno 2023 (solstizio d’estate) con l’aiuto della locale Biblioteca Pubblica Vincenziana e il patrocinio di quel Comune.

Tuttavia, devo ammettere che il nome Italia nato in Calabria sembra non interessare quasi a nessuno … tanto meno alle Istituzioni. Sembra essere patrimonio per pochi, anzi tema addirittura per “iniziati”. E sembra di fare un lavoro inutile … pure dopo aver suonato ripetutamente le trombe multimediatiche della pubblicazione dell’edizione italiana (Giuseppe Meligrana 2023) dell’indispensabile libro CALABRIA LA PRIMA ITALIA di Gertrude Slaughter (USA 1939) tradotto con tanto sincero amore e tanta lodevole passione dalla generosissima Sara Cervadoro. Ovviamente non demordo e, finché avrò voce, userò ogni mezzo possibile per diffondere questo e tanti altri gioielli socio-culturali calabresi ed universali.

13 – EVENTIFICIO e PREMI

A metà degli anni Novanta ho avanzato sia al Comune di Agnone che a quello di Badolato il progetto-proposta di trasformare le due cittadine in sedi di EVENTIFICI, realizzando un evento a settimana. Calcolando che le settimane, nell’anno, sono 52, ecco che si potrebbero avere altrettante manifestazioni, con un giro di presenze e di “affari” proporzionato alla capacità di organizzazione.  Questo dell’eventificio (cioè fare, organizzare eventi sociali di vario genere, per categorie professionali o fiere, congressi, convegni, ecc.) era una idea che nel giugno 1981 avevo presentato ad un concorso indetto dalla Fininvest di Silvio Berlusconi. Quel mio progetto, denominato SIT-IN (cioè INCONTRO, dall’inglese stare seduto dentro un evento), è stato preso in considerazione dallo Staff dell’imprenditore milanese (poi destinato a diventare più volte Capo del Governo) tanto è che sono stato chiamato a Milano, nella sede di Via Rovani 2, per illustrarne meglio la consistenza. La Fininvest non mi ha poi fatto sapere niente, ma ormai so per certo come vanno queste cose … le grandi Società economiche ed imprenditoriali evitano di ripagare chi ha fornito loro idee e progetti … E’ un comportamento che viene fatto pure dagli Enti pubblici, ma anche dai privati …

Tanto è che ho visto realizzare mie idee un po’ ovunque. Un esempio eclatante: fin dal 1983 ho proposto più volte e sempre pubblicamente (tramite lettere e articoli sui giornali) di realizzare in Agnone (città da me prima frequentata e poi abitata) non soltanto la FIERA DEI FORMAGGI ma anche un GEMELLAGGIO CON LA VALLE DELL’EMME, che produce il famoso EMMENTAL, dal momento che l’Alto Molise e quella zona della Svizzera centrale hanno le medesime caratteristiche orografiche e di aziende di allevamento e di trasformazione del latte.

Inoltre, ho proposto a tutti i caseifici di Agnone e dintorni di realizzare gli animalucci (maialini, pecorelle, cavallucci, ecc.) di provola o caciocavallo, come è in uso fare da noi in Calabria.

Ebbene, quella mia idea, è stata ripresa da un imprenditore privato che, verso i primi di settembre 2023, ha realizzato con successo la prima edizione della FIERA DEI FORMAGGI locali, regionali e italiani.

Oltre agli eventi, un altro metodo assai utile per attrarre persone da ogni dove è quello di organizzare eventi con conseguenti PREMI, che sono sempre graditi, CREANDO DEGLI AFFEZIONATI. Ed io fin dai primi anni settanta ho sempre e continuamente sollecitato le Amministrazioni locali a realizzare il TURISMO DEGLI AFFEZIONATI, pure perché richiama e crea altri affezionati con un utile passaparola (senza bisogno di spendere in pubblicità). E’ l’affetto, l’amicizia e l’etica il modo e il metodo migliori per attrarre persone. Pure per questo ho proposto a tutti i paesi dove mi sono trovato a costituire Associazioni di Amici, come, ad esempio, AMICI DI BADOLATO, AMICI DI AGNONE, e così via. TUTTO CIO’ RIENTRA NELLA << INDUSTRIA DEI BUONI SENTIMENTI >> il cui progetto ho pubblicato parecchi decenni fa in un allegato al mensile “L’Eco dell’Alto Molise”. Ma, caro Tito, puoi ben capire che una simile impostazione non è stata accettata da alcuno, poiché la nostra è una società del profitto, degli affari e della esosa monetizzazione a tutti i costi … per cui il turista viene spremuto economicamente … in tal senso a Badolato fin dai primi anni settanta ho cercato di sensibilizzare commercianti ed operatori turistici a non spennare come polli i turisti … ma a creare degli affezionati, quasi amici e parenti, secondo l’antica tradizione dell’ospitalità della Prima Italia e della Magna Grecia. Gli affezionati rendono molto di più!…

14 – FECONDARE IL METRO DEL MIO DESERTO (con Amore)

Sia per vocazione, formazione e convincimento personale e sia per educazione familiare e scolastica, ho posto sempre L’ETICA a base del mio comportamento individuale e sociale. Pure per questo, ho sempre elargito (in modo assolutamente gratuito e generoso) idee, proposte e progetti utili per le comunità dove ho avuto modo di agire. Ovunque sia andato, ho lasciato una buona idea, una utile proposta o un evidente aiuto promozionale, pure perché ho avuto dalla Natura il dono di essere creativo e spesso di vedere là dove altri non vendono. L’Etica richiama tanto Amore. E l’Amore offre bene e lungimiranza. Ed io sempre con grande Amore mi sono dedicato a persone e territori, comunità e famiglie. Specialmente dal settembre 1967 (quando avevo 17 anni), quando trascorrendo un giorno ed una notte con i Certosini di Serra San Bruno ho capito quale fosse il mio posto nel mondo: FECONDARE IN QUESTO INFINITO IL METRO DEL MIO DESERTO (con Amore).

Alla Certosa di Serra San Bruno (sulle montagne, a circa 40 km da Badolato) c’ero andato con altri amici del mio gruppo musicale degli EURO UNIVERSAL, per iniziativa e dono di padre Nicola Criniti il quale (sacerdote della vicina Santa Caterina dello Jonio) a quel tempo coadiuvava padre Silvano Lanaro, parroco di Badolato Marina. E’ stato assai bello ed utile fare quella memorabile esperienza. Nel librone degli ospiti ho scritto mie poesie, alcune delle quali figurano in “NOTTE IN CERTOSA” nella prima raccolta GEMME DI GIOVINEZZA andata in stampa il 13 dicembre del medesimo anno 1967. Quella mia frase-guida della mia Wita “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” è tratta proprio da una di quelle poesie “certosine” ed illumina tutte le mie quotidianità da quel settembre 1967 (come evidenzio sempre alla fine di ognuna di queste mie “Lettere”).

15 – IL SUICIDIO DEL SUD

Mi sento e sono prototipo di quelle persone (specialmente giovani) le quali, pur essendo con ancora piena capacità di agire e di contribuire al miglioramento sociale e territoriale di un paese e di una regione, sono stati costrette a lasciare la propria Comunità, per una infinità di motivi. Il mio motivo lo so molto bene: sono stato esiliato. Farò in modo che il mio caso resti memorabile il più possibile, sia per attestare la situazione storico-politica del mio paese (ma anche del meridione e delle aree interne euro-mediterranee) e sia per evidenziare le colpe palesi di chi ha governato anche le risorse umane, in un contesto di povertà anche antropologica oltre che politica-amministrativa. Ho voluto scrivere questa lettera (in cui ho evidenziato solo qualche esempio di ciò che ha perso Badolato e la Calabria con il mio allontanamento, che potremmo ormai definire politico, da parte dei Comunisti locali e regionali ma anche dai politici del centro-destra) pure per dimostrare la veridicità di quel SUIDICIO DEL SUD evidenziato nel 1977 nelle conclusioni della mia tesi di laurea. Non tutta l’arretratezza del Sud è opera del Nord o dei Governi, ma in buona parte è conseguenza della terrificante erosione politica (e partitica in particolare). E del cattivo orgoglio meridionale. Ritengo che il Sud stia naufragando e affogando principalmente nel mare del proprio cattivo orgoglio e poi per i troppi tradimenti e per troppa corruzione.

Infatti, le mie molteplici esperienze di studio e maturate sul campo (specialmente a proposito della mia ormai cinquantennale lotta contro lo spopolamento) mi hanno convinto che nel sud Italia (e nelle altre zone di crisi) ci siano troppi traditori del popolo. In particolare, c’è gente di responsabilità socio-politica “pagata” (in vario modo) per non fare niente o, addirittura, per perseguitare persone non allineate o che lottano per un Sud migliore.

Per non parlare delle mafie (quelle vere ed organizzate) che pare si siano messe al servizio del Nord, specialmente quando inondano il Sud di ogni sorta di sostanze inquinanti, trasformandolo in discarica di veleni provenienti dalle industrie del centro-nord.

Insomma, la malunità d’Italia ha peggiorato le condizioni del Sud e delle Isole, non permettendo a queste popolazioni di crescere come dimostrano di crescere e progredire in terre di emigrazione, Nord compreso. Ovviamente ciò che enuncio qui è un’estrema esemplificazione, ma la sostanza è questa!

16 – DOVE PASSI TU NASCONO FIORI

Come puoi immaginare (poiché anche tu ti impegni in iniziative promozionali a beneficio di tutti) è diventato sempre più difficile agire nel sociale. Oltre a “profondere” energie, tempo e denaro … oltre a togliere attenzioni alla famiglia … questa nostra “azione apostolica” ci procura incomprensioni, ogni genere di critiche malevoli e tante altre cattiverie. Per non dire qualcosa di più grave. Soltanto la nostra solida motivazione ci permette di non scoraggiarci e di andare avanti. Ho capito, proposta dopo proposta, che riescono ad essere realizzate soltanto le “iniziative missionarie” quelle iniziative in cui ci si impegna con tanto spirito di abnegazione. IN PRIMA PERSONA. Insomma, perché qualcosa riesca bene ci vuole “l’apostolo” cioè chi vi si dedica completamente. Questo perché spesso si viene lasciati soli e chi dovrebbe collaborare non fa il suo dovere (per innumerevoli motivi). E’ vero il proverbio che “Chi fa per sé fa per tre” cioè ci vuole una forte motivazione ideale per agire in qualsiasi impresa sociale, piccola o grande che sia. Ci vuole tantissima passione e dedizione, sacrifici e lungimiranza. Pure per questo, da noi, in genere, vanno bene avanti le aziende familiari, basate su un capo-famiglia.

E non sempre si è apprezzati. Anzi. Magari ti rubano le idee e le trasformano come fossero proprie, ma è assai difficile ricevere riconoscimenti del merito e tanto meno gratitudine. La mia esistenza è la prova di tutto ciò.

Tuttavia vado fiero ed orgoglioso di ciò che ho fatto e di quanto ho dato sempre gratuitamente e molto generosamente; anzi rimettendoci quasi sempre di mio. In tutti questi anni ho ricevuto una sola sincera e disinteressata gratificazione da una signora altomolisana che mi conosce e mi segue. Mi ha detto: DOVE PASSI TU NASCONO FIORI.

La ringrazio pure qui, davvero tanto e di cuore. Ma da quella notte in Certosa del settembre 1967 mi porto dietro una grande risorsa che mi sostiene e mi dona tanta vera Felicità e vera Armonia. E’ difficile fare bene il bene; ma già che lo fai ne ricevi immediatamente una gratificazione spirituale che ha un grande valore etico capace di sorreggerti a lungo. Ed io auguro a tutti, specialmente ai nostri lettori, di poter essere eticamente felici e armoniosi.

17 – SALUTISSIMI

Con questo augurio di Felicità e di Armonia (che formulo ovviamente anche a te, alla tua famiglia e al nipotino Leonardo) concludo questa “Lettera n. 587” sperando sia gradita a chi ci legge. Posso garantire che la Felicità e l’Armonia è possibile nonostante la sofferenza e le persecuzioni, basta avere la coscienza tranquilla per aver fatto e per continuare a fare il nostro massimo possibile nel bene. Nemmeno il più atroce dolore impedisce di essere felici ed armonici; e nemmeno il constatare che il mondo soffre guerre ed altri martirii. La Felicità e l’Armonia sono senza alcun senso di colpa ed è una nitida condizione spirituale legata all’Etica, all’Onestà e all’Amore. Lo spiego meglio in tante pagine dei sette volumi del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (stampato nel maggio 2007). Allora, alla prossima “588”. Tanta cordialità,

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, domenica 12 gennaio 2025 ore 18.23  – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto sono state prese in gran parte dal web, alcune sono mie e una è di Adolfo Terreri.

 



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