Brigantaggio in Basilicata in diretta da Aprilia incontriamo l’autore Nicola Amato

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Tempo di lettura: 3 minuti

Nato a Venosa ma originario di Maschito, piccoli borghi lucani. Scrittore di romanzi e di saggi, tecnologo della comunicazione audiovisiva e multimediale. Docente universitario all’università di Alberta in Canada, dove insegna online le seguenti materie: “Database Design for Information Management”, “Metadata”, “Human Information Interaction”. Stiamo parlando del lucano Nicola Amato con il fresco di stampa, appena il 10 dicembre scorso  “Il Brigantaggio in Basilicata: Crimine o resistenza? I briganti lucani e la loro complessa narrazione” edito da Amazon Independendently Published per raccontarci di una narrazione sempre più controversa sul tema. La sfida dell’autore è proprio quella di cercare di distinguere le azioni di resistenza da quelle criminali o speculative. Del resto l’analisi del fenomeno del brigantaggio in Italia è intrinsecamente complessa, poiché la sua narrazione è permeata da una controversia persistente. Coloro che si avventurano a scrivere su questo argomento spesso si trovano di fronte al rischio di essere etichettati con giudizi perentori, caratterizzati da una dicotomia tra considerarlo un crimine più o meno organizzato o un atto di resistenza più o meno legittimo. Restare ancorati a una prospettiva critica e storica in sintonia con il contesto dell’epoca non è sempre agevole. Le pagine offrono un’approfondita esplorazione del brigantaggio lucano, immergendo il lettore nella storia postunitaria della Basilicata e nelle difficoltà sociali ed economiche che alimentarono l’ondata di ribellioni contro il giovane Stato italiano. Cogliamo l’autore ad una cena in un noto ristorante di Aprilia  e lo sollecitiamo a quattro chiacchiere prima di immergersi in un pasto che pensiamo di grande bontà. Professore c’è ancora la necessità di scrivere sul brigantaggio?

“Assolutamente sì. Il brigantaggio è un fenomeno complesso che, oltre la criminalità, racconta le difficoltà sociali, economiche e culturali del Sud postunitario. Comprenderne le cause e le conseguenze significa riflettere sulle radici di questioni ancora attuali, come le disuguaglianze territoriali e il rapporto tra Stato e periferie”.

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 Sorprende come nel testo ci siamo un abbinamento brigantaggio arte culinaria . Perché?

“Perché la cucina racconta la storia delle persone, anche quella dei briganti. Molti piatti della tradizione lucana nascono in un contesto di povertà e adattamento, proprio come la vita dei briganti, costretti a sopravvivere con ciò che la terra offriva. Inserire questa parte significa restituire un quadro più completo della loro quotidianità, fatta non solo di armi e ribellioni, ma anche di gesti semplici legati alla sopravvivenza”.

Più una documentazione visiva che scritta. Pensa che solleciterà ancora di più il lettore a scandagliare un passato storico di cui per molti è stato un brutto periodo per la Basilicata?

“Sì, credo che il potere delle immagini sia fondamentale per avvicinare le persone alla storia. Le fotografie e le illustrazioni permettono di “vedere” il passato, rendendo più viva e concreta una realtà spesso raccontata solo a parole. Questo approccio visivo aiuta a superare il giudizio sommario di un “brutto periodo” e invita a guardare il brigantaggio con uno sguardo più critico e sfaccettato, comprendendone le cause profonde e l’impatto duraturo sulla cultura lucana”.

Ultima domanda. Cosa bolle ancora in pentola per il futuro?

 “Ho solo delle idee per il momento. Da approfondire alcuni personaggi meno noti del brigantaggio”

 Un bel incontro diretto sui social. Alla fine abbiamo conosciuto uno scrittore diverso dal solito che con il suo scritto tenta di approfondire l’eredità culturale e sociale che il brigantaggio ha lasciato nella memoria collettiva, attraverso leggende e racconti popolari, fino a influenze nella cucina tradizionale lucana.
Un libro con una narrazione chiara e rigosa serviva tra i tanti. Poi scritto da un lucano. Come si dice : cosa vuoi di più…..

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Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all’intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.





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