Barca con bandiera italiana, polacca o slovena? E quanto costa la patente nautica? Cosa deve cambiare

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C’è un tesoro, non ci stancheremo mai di ripeterlo, che vale miliardi e che il nostro paese deve ancora capire come sfruttare al meglio. E’ il turismo nautico, in ogni sua declinazione.

Turismo nautico 2025, cosa fare

Nel 2024, nonostante siano stati fatti degli indubbi passi avanti (patentino nauticonuove dotazioniecoincentivi…) il mondo delle barche (e di tutti coloro che delle barche fruiscono, ad ogni livello) è ancora appesantito, soprattutto, da vizi endemici. A partire da una burocrazia lenta e complessa, da leggi bizantine, obblighi asfissianti, oneri eccessivi, approdi insufficienti, cari ed elitari, controlli in mare continui, scarsi servizi.

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Vediamo allora di proporre qualche idea, dei suggerimenti (in alcuni casi, consigli) per migliorare il settore rendendo la nautica (e il turismo nautico) più efficiente e accessibile a un pubblico sempre più ampio. In più puntate, tema dopo tema sviscereremo problemi e proposte per risolverli per il 2025 che inizia. 

Dopo esserci occupati del titolo di skipper professionista ancora fermo, registro telematico delle barche, fine vita imbarcazioni e di portualità turistica e aree marine protette vi parliamo delle immatricolazioni con bandiera estera e di cosa può essere ancora fatto per migliorare la patente nautica italiana.

Bandiera estera, occhio!

La crescita delle barche che abbandonano la bandiera italiana per acquisirne una estera (+256 per cento in tre anni) è una conseguenza delle problematiche che cerchiamo di evidenziare anche in questo articolo: alti costi di gestione della barca, dotazioni eccessive, elevata burocrazia, controlli oppressivi in mare, etc. Difficile arginare il (legittimo) fenomeno senza risolvere i problemi. Tuttavia è anche necessario mettere in guardia chi è alla ricerca di facili approdi. Le singole nazioni (e l’Unione Europa) hanno ben presente la tendenza del “foreign flag”  e progressivamente stanno stringendo le maglie. Ne sa qualcosa il Belgio, uno degli ultimi Paesi (dopo la Francia) ad aver conosciuto un boom anomalo di iscrizioni di armatori esteri nei propri registri marittimi, “costretto” recentemente a modificare le regole imponendo la residenza al proprietario della barca.

bandiera polaccabandiera polacca

Ora l’ultimo registro dei desideri è quello polacco (in parte lo sloveno), con immatricolazioni facili, rapide e online schizzate in pochi anni da 2.000 a 77.000 che sembrano però aver attratto anche persone senza scrupoli. Tanto che i reati (soprattutto trasporto droga) commessi con barche che battono bandiera belga sono sono molto aumentati finendo per allarmare le organizzazioni internazionali (tipo Unodc) che hanno acceso un faro sulle barche che navigano in Atlantico con questa bandiera.

Sempre per questo motivo, inoltre, la Polonia è stata inserita recentemente nella lista grigia nel memorandum d’intesa di Parigi sul controllo da parte dello Stato di approdo (Paris Mou) e anche le autorità greche pare abbiano intensificato i controlli sulle barche che battono bandiera polacca. Segnali. Un ulteriore deterrente dal cambio bandiera potrebbe arrivare inoltre con il ddl “Valorizzazione della risorsa mare” approvato il 25 novembre dal Consiglio dei Ministri: per i residenti in Italia con barche che battono bandiera straniera (e navigano in acque italiane) è previsto l’obbligo di richiedere un certificato di sicurezza se l’unità non è dotata di un attestato di questo tipo.

Proposte – Più che proposte un consiglio. Vagliare con attenzione pro e contro del cambio di bandiera e soprattutto tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi normativi del settore, sia del nostro paese sia di quello di immatricolazione della barca.

Patente nautica: allarme tariffe

Una delle novità più importanti del nuovo Regolamento di attuazione del Codice del Diporto varato lo scorso ottobre è stata sicuramente la disciplina della nuova patente nautica D1, il “patentino” che permette a partire dai 16 anni di età la navigazione diurna entro 6 miglia dalla costa con natanti fino a 10 metri (dai 18 anni, con imbarcazioni fino a 12 metri) e con massimo di 115 CV di potenza. Un’abilitazione semplificata destinata a dare nuova linfa al mercato delle patenti nautiche.

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Quello che rischia di provocare l’effetto opposto è la stangata delle nuove tariffe “minime” obbligatorie per tutte le patenti nautiche. Introdotte nel 2023 con il “Regolamento recante la disciplina delle scuole nautiche” erano passate inosservate, ma andranno in vigore a settembre 2025 e la conseguenza sarà di un aumento generalizzato a danno degli utenti e in barba al principio della libera concorrenza. Basti dire che un corso per la patente A “senza limiti dalla costa” non potrà costare meno di 1.400 euro (incluse 5 uscite di un’ora) e per ogni uscita pratica in più bisognerà sborsare non meno di 90 euro per un’ora. Prezzi molto superiori (anche il doppio) di tante offerte attualmente praticate sul mercato. Lo stesso tariffario minimo, per dire, non è previsto per le autoscuole (che spesso svolgono anche attività di scuola nautica). Due pesi, due misure?

Proposte – Abolire il tariffario minimo per le scuole nautiche. In alternativa, rivedere la tariffe verso il basso.

Patente nautica su app

Dal 4 dicembre tutti i cittadini possono inserire patente auto, tessera sanitaria e carta europea della disabilità sul proprio smartphone in versione digitale, tramite l’app IO. La versione digitale ha la stessa validità delle tessere fisiche e può essere esibita alle autorità al posto di quella cartacea. Il Governo ha annunciato che prossimamente potranno essere aggiunti nell’app anche altri documenti. Non si è parlato di patente nautica, che riteniamo debba rientrare in pieno diritto in questo nuovo “wallet digitale”.

Proposte – Inserire al più presto anche la patente nautica tra i documenti digitali caricabili nell’app IO.

Patente nautica europea

Del mancato riconoscimento reciproco delle patenti nautiche nazionali in ambito europeo, e dei tanti problemi che crea, ne abbiamo parlato diffusamente in un recente articolo. Sul tavolo (dell’UE) ci sono due opzioni: patente nautica unica comunitaria o riconoscimento reciproco delle abilitazioni nazionali.

Proposta – Crediamo che la soluzione più rapida ed efficace sia quella del riconoscimento reciproco delle abilitazioni nazionali, come avviene per le patenti auto.

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Fabrizio Coccia



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