Presa di posizione dell’Aicalf sul previsto aumento delle tasse sui passeggeri contenuto nella Manovra 2025: “Abbiamo inviato una lettera al Ministro Salvini, al Ministro Giorgetti e ai relatori della legge di Bilancio alla Camera – spiega in una nota Alessandro Fonti, presidente dell’associazione delle principali compagnie aeree low cost presenti sul mercato italiano – per esprimere le nostre profonde preoccupazioni in merito all’emendamento del governo con il quale si incrementa di 50 centesimi di euro per passeggero l’addizionale comunale per i diritti d’imbarco sui voli verso destinazioni extra-Ue in partenza da aeroporti con un traffico annuo pari o superiore a 10 milioni di passeggeri.
“La proposta solleva serie criticità economiche e strategiche per il settore del trasporto aereo e per l’economia italiana nel suo complesso, in un contesto di forte competizione internazionale.
Come ampiamente dimostrato da recenti studi che abbiamo anche presentato in parlamento, ogni incremento dei costi per il trasporto aereo rischia di compromettere la competitività delle compagnie aeree operanti in Italia e di indebolire l’intero sistema aeroportuale nazionale. Peraltro, l’addizionale comunale è una tassa presente solo nel mercato italiano e già rappresenta, proprio per questo, un ostacolo alla competitività del nostro sistema aeroportuale a scapito di altre destinazioni europee. Studi sull’elasticità al prezzo dimostrano che un aumento del costo del biglietto si traduce in una riduzione proporzionale del numero di passeggeri. La proposta di incremento del diritto d’imbarco colpisce direttamente i passeggeri che utilizzano gli aeroporti interessati non solo per turismo, ma anche per necessità, come viaggi di lavoro, studio o cure mediche”.
“Questo emendamento penalizzerebbe chi vola direttamente verso destinazioni extra-Ue dai principali aeroporti italiani. Risulta inoltre in contrasto con gli orientamenti più volte espressi dal Ministero dei Trasporti sull’intenzione di lavorare alla riduzione dell’addizionale comunale su tutto il territorio nazionale. Chiediamo al Governo di intervenire ed eliminare questo ulteriore aggravio per il trasporto aereo, un comparto che funziona e dà lavoro a decine di migliaia di persone in Italia”.
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La Croazia si prepara al 2025 con una rete di collegamenti sempre più capillare e moderna, pensata per rendere il Paese accessibile in ogni stagione.
Dai voli diretti dall’Italia, ai traghetti e aliscafi in forte incremento, fino alle moderne autostrade per viaggiare verso e all’interno della Croazia. La direttrice dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo in Italia, Viviana Vukelic, ha raccontato i piani di sviluppo della destinazione in una serata all’Hotel de La Ville a Roma: “Vogliamo radicare l’idea di una Croazia accessibile e fruibile tutto l’anno, rafforzando non solo i collegamenti ma anche un’offerta turistica diversificata, capace di sorprendere ogni tipo di visitatore”.
Grazie a questo network di collegamenti ben organizzato, i turisti potranno scoprire un Paese che sta puntando molto sulla sostenibilità e sulla valorizzazione del patrimonio culturale e naturale.
Il 2025 vedrà l’apertura di numerosi hotel di alta qualità, come il primo Hyatt Regency a Zara e il Curio Collection by Hilton a Opatija, ma anche investimenti mirati per strutture orientate al turismo esperienziale, familiare e congressuale. Progetti come il Pical Resort a Parenzo e l’Hotel Marjan a Spalato dimostrano l’attenzione della Croazia verso un turismo destagionalizzato e responsabile.
“Siamo molto soddisfatti dei numeri relativi agli arrivi italiani, in crescita già da ottobre e novembre – continua Vukelic -. Il nostro obiettivo per il 2025 sarà quello di incentivare la distribuzione dei flussi turistici, per far comprendere che la Croazia non è solo sole e mare, ma una terra di sorprendenti contrasti”.
L’offerta per il 2025 è pensata per soddisfare ogni segmento di mercato: dagli amanti del benessere e del cicloturismo ai viaggiatori interessati al turismo MICE o a percorsi gastronomici che celebrano le eccellenze locali.
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[post_content] => Ieri, l’assemblea generale di Confindustria Alberghi ha visto il passaggio di testimone da Maria Carmela Colaiacovo alla nuova presidente Elisabetta Fabri.
Quest’ultima, presidente di Starhotels, ha assunto con entusiasmo la guida dell’associazione, sottolineando l’importanza strategica del settore dell’ospitalità per il sistema economico italiano. “Per me rappresenta un grande onore e una responsabilità che accolgo con entusiasmo – esordisce -. Credo fermamente che il nostro settore sia un pilastro strategico per il Paese, rappresentando l’eccellenza italiana nel mondo”.
Nel suo intervento, la presidente ha ribadito l’urgenza di restituire dignità e visibilità alle istanze del comparto e di riportare il turismo al centro dell’agenda economica, conferendogli la stessa rilevanza di altri settori industriali. Ha evidenziato la necessità di mappare le competenze mancanti e di attuare politiche per attirare giovani talenti, riducendo il costo del lavoro in maniera strategica per favorire l’occupazione nelle fasce giovanili e nei periodi di bassa stagione. Fabri ha posto l’accento sull’importanza di promuovere una gestione ambientale e sociale del turismo italiano, lavorando per contrastare la stagionalità e sviluppare strategie che rendano le destinazioni attrattive tutto l’anno. La nuova presidente ha inoltre sottolineato il bisogno di semplificare la burocrazia e garantire il rispetto delle regole da parte delle nuove forme di ospitalità, ascoltando le proposte degli associati per migliorare ulteriormente l’operato dell’associazione.
Daniela Santanchè, ministro del turismo, è intervenuta all’incontro per evidenziare la resilienza del settore negli ultimi anni e il ruolo chiave del turismo non solo come pilastro economico ma anche come ‘ponte di pace’ in un mondo segnato da conflitti e incertezze. “Il turismo è stato colpito duramente negli ultimi anni ma oggi possiamo celebrare una ripresa che è merito non delle politica ma degli operatori e delle imprese del settore” dichiara il ministro, sottolineando come il 2023 rappresenti un anno record per il turismo italiano, spartiacque per inaugurare “una nuova era di eccellenza”.
Il ministro ha quindi ricordato le misure concrete messe in campo, tra cui lo stanziamento di 1,3 miliardi per l’ammodernamento delle strutture ricettive e per il miglioramento dell’efficienza energetica: “Lavoriamo con le imprese e le associazioni per far sì che l’Italia torni al primo gradino del podio mondiale del turismo. Dobbiamo ricordarci che l’Italia non è un Paese ‘di quantità’, ma di qualità, la sfida si gioca su un altro campo e stiamo lavorando tanto per cambiare paradigma”. Ribadendo l’importanza della valorizzazione dell’eccellenza italiana, il ministro ha posto grande enfasi sul capitolo della formazione, invitando il settore a partecipare ai bandi aperti dal ministero per alzare l’asticella della qualità dei servizi offerti.
Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, ha proposto alla tavola rotonda una riflessione sul futuro del settore, evidenziando progressi e criticità. “Oggi vedo un’idea più chiara di dove l’Italia vuole andare nel turismo – ha dichiarato -. Trovo che ci sia più competenza e più visione rispetto al passato”. Centinaio ha quindi ribadito la necessità di lavorare in squadra, evidenziando le difficoltà legate alla frammentazione delle competenze tra Governo e Regioni.
In merito al rapporto tra settore alberghiero ed extralberghiero, Centinaio ha sottolineato l’importanza della reciprocità, invocando regole comuni per garantire equità e sicurezza. Sul tema della tassa di soggiorno, si è detto contrario agli incrementi, ribadendo la necessità di trasformarla in una tassa di scopo, destinata a progetti specifici e non a colmare buchi di bilancio. Critico anche l’approccio recente al problema dell’overtourism, che secondo Centinaio non si combatte con l’aumento dei balzelli per i turisti, ma con strategie di comunicazione turistica innovative, capaci di valorizzare le cosiddette destinazioni minori e il patrimonio meno noto del Paese. “Dobbiamo raccontare un’Italia diversa, dal Brennero a Lampedusa. Solo così potremo combattere efficacemente l’overtourism. Basta continuare a pensare di poter spennare i turisti”.
Ad intervenire alla tavola rotonda, anche Leopoldo Destro, recentemente nominato responsabile dei settori trasporti e turismo di Confindustria, che ha sottolineato l’importanza di inserire il turismo al centro delle strategie economiche nazionali, riconoscendone il ruolo cruciale come motore del PIL italiano. “Per la prima volta Confindustria ha voluto inserire nel proprio organigramma una delega al turismo e questo è significativo – ha esordito -. L’industria del turismo deve essere parte integrante di una visione industriale condivisa, con piani concreti che presenteremo al ministro Santanchè e al premier per dimostrare la rilevanza di risorse adeguate e regole chiare”. Destro ha insistito sulla necessità di una maggiore equità e competitività nel settore, con particolare riferimento alle normative per gli affitti brevi; ha quindi evidenziato l’urgenza di un sistema di formazione più strutturato, con scuole di alta specializzazione capaci di preparare i giovani alle sfide del mercato: “Dobbiamo lavorare per creare un ecosistema che supporti non solo le aziende, ma anche le risorse umane, offrendo formazione qualificata e infrastrutture adeguate”.
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[post_content] => “Ridare valore a chi ha valore”. Questo lo scopo di Ezio Barroero, Presidente del gruppo Lab Travel. E lo raggiunge consentendo ai personal voyager Euphemia libertà di lavorare come e dove preferiscono, a costo zero, alleggeriti di ogni incombenza e rimettendo al primo posto la creatività insita in questo mestiere e la relazione con il cliente, favorita dalla serenità dell’individuo.
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“Quando facevo l’agente di viaggio, le mie colleghe più brave erano donne e i clienti erano legati a queste figure, non all’agenzia in sé – rivela Michele Zucchi, ad Euphemia -. E così è ancora oggi. È l’agente che si porta dietro il portafoglio clienti perché è il cliente che alla fine sceglie a chi affidarsi”. E quando fa la sua scelta, lo fa in base a diversi criteri di cui “il determinante, secondo noi, è l’agente di viaggio che per un 80-90% è donna.”
Euphemia ha 52 filiali a disposizione dei propri -o, meglio, delle proprie- consulenti di cui scelgono liberamente se usufruire o meno. I luoghi fisici a disposizione si caratterizzano per essere delle zone intime che rispecchiano la personalità del venditore anche nell’arredamento, che combacia con la personalità del cliente.
Con 65 milioni di fatturato e 15 anni di continua crescita (eccezione fatta per gli anni del Covid), Euphemia si consolida nel mercato attuale tracciando una nuova rotta. “Ci stiamo ritagliando una nicchia di mercato che arriverà a rappresentare il 20% nei prossimi tre o quattro anni. Una nicchia remunerativa e meritocratica” che secondo Euphemia è destinata a crescere.
Di Elisa Biagioli
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[post_content] => È il Residence Hotel Costa Serena la novità per la stagione 2025 del gruppo Felix, che in questo modo giunge a quota nove destinazioni in Sardegna. La struttura, nota precedentemente con il nome di Ahr Costa Serena Village, sarà aperta dal 1° maggio al 31 ottobre 2025 ed è già in vendita.
«Con il Residence Hotel Costa Serena di Palau – commenta l’amministratore delegato, Paolo Manca – ampliamo il raggio della nostra offerta sull’isola, fornendo un servizio ancora più completo ai nostri clienti. Stiamo ricevendo grandi apprezzamenti per i servizi e gli standard qualitativi che offriamo in tutti i nostri hotel. In questi primi quattro anni di attività abbiamo raggiunto un ottimo bilanciamento fra vendite dirette e indirette e siamo certi che l’ingresso del Costa Serena sarà accolto dai nostri partner commerciali con il nostro stesso entusiasmo».
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[post_content] => I salari tornano a crescere. La tornata di rinnovi dei contratti nazionali nel biennio 2023-2024 – tra cui quelli di terziario e turismo, siglati rispettivamente a marzo e luglio di quest’anno – porterà ad un sostanziale aumento dei redditi da lavoro dipendente, con un incremento di 19,1 miliardi di euro rispetto al 2022. A stimarlo è il Centro Europa Ricerche per Confesercenti.
Per gli stipendi degli italiani si tratta di un aumento più ampio rispetto agli anni passati, anche per recuperare la perdita di potere d’acquisto delle famiglie provocata dalla fiammata inflazionistica del biennio 2022-2023.
L’incremento degli stipendi darà una spinta anche ai consumi, con un aumento previsto della spesa delle famiglie di 5,5 miliardi nel 2024, lo 0,4% in più di quanto si sarebbe registrato in assenza di rinnovi contrattuali e la metà dell’incremento complessivo della spesa previsto per quest’anno (+0,8%).
L’impatto sulla spesa, però, è depotenziato non solo dal peso del fisco – che, insieme ai contributi sociali, assorbirà 7,1 miliardi di euro – ma anche dalla necessità di ricostituire le riserve erose dagli italiani per far fronte all’aumento dei prezzi. Le famiglie sono prudenti, e stanno tornando formiche anche se siamo ancora nella stagione delle cicale. Una situazione resa più complessa dall’alto livello dei tassi di interesse, che aumenta i costi del credito per le imprese e per i consumatori.
Detassazione
La spinta generata dai rinnovi incontra dunque troppi freni che ne mitigano la portata. Per amplificarne l’impatto sull’economia, sarebbe utile, nell’ambito della riforma fiscale, detassare gli aumenti retributivi stabiliti dai contratti riconosciuti come comparativamente più rappresentativi.
Un intervento di questo tipo contribuirebbe a contrastare la diffusione dei contratti pirata (che costano fino al 20% in meno perché ‘tagliano’ istituti indiretti e welfare bilaterale) e a far emergere l’elusione contributiva e fiscale, che si stima avere una dimensione del 30% del totale dei rapporti di lavoro. Genererebbe inoltre circa 4 miliardi di ulteriore spesa delle famiglie e un aumento aggiuntivo del PIL di 2,4 miliardi nel 2024-2025.
La politica monetaria della BCE, però, deve cambiare: è necessario incamminarsi su un percorso di decisa riduzione dei tassi di interesse, un passaggio chiave per la ripresa del mercato interno.
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[post_content] => Confindustria e sindacati. Siamo al punto di prima. I datori di lavoro non vogliono considerare le proposte migliorative del sindacato per il nuovo contratto di lavoro del turismo. Per cui è arrivata di nuovo a un punto di rottura la trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale dell’Industria turistica. Dopo due anni di confronto, con una prima interruzione del tavolo lo scorso novembre alla quale ha fatto seguito lo sciopero del 22 dicembre, il confronto tra Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federturismo e Aica Confindustria era ripreso a maggio.
Nonostante siano trascorsi quasi sei anni dalla scadenza del contratto e le parti sindacali abbiano sollecitato, a più riprese, una conclusione rapida dell’accordo, anche nel corso dell’ultimo incontro, di due giorni fa, non è stato possibile entrare nel merito delle proposte avanzate da parte sindacale.
Le richieste bocciate per i lavoratori
Le tre sigle hanno richiesto a più riprese di discutere di incremento salariale, di interventi migliorativi della parte normativa in merito a contrasto a violenza e molestie nei luoghi di lavoro, congedi per le donne vittime di violenza, genitorialità e bilateralità, mentre da parte datoriale venivano, invece, avanzate modifiche peggiorative su istituti fondamentali, quali tempo determinato, apprendistato, flessibilità dell’orario di lavoro, richiedendo altresì di introdurre la reperibilità per le lavoratrici e i lavoratori del comparto.
Non solo, quindi, un mancato avanzamento del confronto, ma un sensibile passo indietro che vorrebbe mettere in discussione diritti già acquisiti. Una posizione sconsiderata da parte dei datori di lavoro che non mostra rispetto nei confronti degli oltre 200mila lavoratrici e lavoratori impiegati in una compagine di rilievo del settore turistico – grandi catene alberghiere, tour operator, agenzie di viaggio, ristorazione commerciale e collettiva – che non vedono ancora a cui viene, ancor oggi, negato il diritto al rinnovo del contratto nazionale.
Stagione estiva
Una posizione che appare ancora meno accettabile nel pieno svolgimento di una stagione turistica che, come evidenziano i dati diffusi dalla stessa Confindustria, mostra valori di crescita straordinari che superano le attese, che attestano l’Industria turistica al 10% del Pil nazionale.
Una situazione che appare in pieno contrasto con la lamentata carenza di personale, palesemente legata, alla scarsa attrattività esercitata dalle attuali retribuzioni e dalle condizioni di lavoro che indeboliscono il settore, ostaggio di un contratto scaduto da sei anni.
Quirino Falessi
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[post_content] => Il 97% dei turisti internazionali in vacanza in Spagna nel 2023 si è dichiarato ‘soddisfatto’ o ‘molto soddisfatto’ della propria esperienza: questo il dato che emerge dall’inchiesta elaborata da Turespaña. Livello di soddisfazione che è cresciuto quindi del 2,3% rispetto al 2022.
E chi ha dato il voto massimo alla sua vacanza passa dal 62,7% del 2022 al 65% del 2023. Aumenta anche il punteggio globale della Spagna come destinazione turistica, passando da 4,59 punti su 5 del 2022 a 4,62 dell’anno scorso.
“Sono dati che riflettono la posizione apicale che la Spagna ha come destinazione sostenibile, sicura ed eccellente – commenta il ministro di Industria e Turismo Jordi Hereu -. E dimostrano l’elevata fedeltà del turista internazionale che, dopo aver visitato la Spagna, ci torna proprio per la qualità e differenziazione dello svago, dell’economia, della ristorazione d’avanguardia e la magnifica rete di trasporto tra differenti regioni e comunità”.
Proprio il trasporto pubblico è il tema che più soddisfa i turisti italiani, che tra soddisfatti e molto soddisfatti arrivano al 97%. Riguardo alla ‘fedeltà’ dei turisti, nel 2023 il 78% dei viaggiatori era già stato almeno una volta in Spagna e il 65,9% (il 57,69% nel 2022) pensava di tornarci entro un anno. E’ il frutto dell’investimento di 3,5 miliardi di euro che ha rimodernato le destinazioni turistiche, gli accessi, la digitalizzazione e la qualità generale delle proposte locali e regionali.
E’ sempre il clima il motivo del ritorno in Spagna rispetto ad altri Paesi (26%); poi la cultura (15,7%) e una visita a familiari o amici per il 12,6%. I Paesi con il più alto livello di soddisfazione sono Regno Unito, vari Paesi iberoamericani, Polonia e Stati Uniti. E sono maggiormente soddisfatte le donne rispetto agli uomini. Il livello di istruzione vede primeggiare con oltre l’80% gli studi superiori, al 17,5% livelli secondari e meno del 2% con titoli di scuola primaria o nessuno; insomma, dallo studio risulta che maggiore è il livello di studio, più alta è la soddisfazione della visita.
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[post_content] => Da sinistra, Aniello Ottiglio ed Ezio Indiani
“Aniello Ottiglio si è segnalato per la sua lunga carriera di successo nel mondo dei viaggi e dell’ospitalità condotta con altissima professionalità”. Così il delegato nazionale Ehma Italia, Ezio Indiani, ha commentato la consegna del premio alla carriera ad Aniello Ottiglio, attuale amministratore unico della società di consulenza alberghiera Top Team. “Ottiglio è particolarmente conosciuto per aver diretto per molti anni l’hotel Cicerone, un vero simbolo dell’ospitalità romana – ha proseguito Indiani durante la cerimonia, svoltasi in occasione della riunione primaverile dell’associazione presso il sardo Forte Village -. Nel 2009 è stato protagonista di un’esperienza davvero eccezionale, avendo organizzato l’ospitalità per capi di stato, ministri e delegati per il vertice del G8 tenutosi all’Aquila, in segno di solidarietà subito dopo il terribile terremoto che colpì il capoluogo abruzzese, con un brillantissimo risultato finale nonostante difficoltà e incognite”.
L’assegnazione del premio è a cura del comitato rapporti con le istituzioni, con capogruppo Palmiro Noschese. I criteri di selezione prevedono tra l’altro che i candidati condividano i valori e lo spirito amicale dell’associazione, siano soci da almeno 15 anni e partecipino attivamente agli incontri italiani e internazionali. Requisiti assolutamente soddisfatti da Ottiglio, socio Ehma dal 1997, sempre attivamente partecipe alla vita associativa. Ottiglio fa anche parte dello stesso comitato rapporti con le istituzioni di Ehma Italia, che ha portato a termine vari importanti progetti, tra cui la certificazione della professione di direttore generale di albergo, nonché l’istituzione del premio Hotel manager italiano dell’anno e del medesimo premio alla carriera.
La sua lunghissima esperienza di general manager lo ha convinto che il successo di un albergo è dato dal personale: “Molte sono le criticità che affliggono il nostro sistema turistico – sottolinea Ottiglio – ma il problema più sentito attualmente è la forte carenza di personale qualificato. In Italia non esiste ancora una facoltà universitaria specificamente dedicata all’industria dell’ospitalità. Spesso, inoltre, a livello di scuole secondarie, la decisione di frequentare un istituto alberghiero è una scelta marginale. Non solo: stiamo assistendo a una crisi vocazionale in ambito turistico, dovuta soprattutto al fatto che i giovani non sono disposti ad accettare i turni e i ritmi di lavoro imposti dagli alberghi, mentre le remunerazioni sono generalmente basse in confronto ad altri settori”.
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