Si chiama «Transizione 5.0» la vera avventura del sistema produttivo italiano

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Il 2025 si apre con un’importante sfida per le imprese del nostro Paese: dare attuazione al piano Transizione 5.0. Una strategia finalizzata a promuovere il processo di trasformazione digitale e green del sistema produttivo italiano. Transizione 5.0 è la risposta italiana al Piano RepowerEU, concepito a Bruxelles per limitare la dipendenza dell’Europa da energia e combustibili fossili cogliendo, nel contempo, i benefici della digitalizzazione. Il raggiungimento sinergico e combinato degli obiettivi della trasformazione digitale e della transizione ecologica è, dal 2019, una priorità della politica comunitaria che ben trova sintesi nello slogan della twin transition.

Una transizione gemella che, nell’evocare quanto viene a compiersi in natura attraverso una nascita gemellare, auspica la necessità di cogliere i benefici della trasformazione digitale contestualmente a quelli di una configurazione ambientalmente sostenibile delle attività economiche. Non vi è in questa caratterizzazione gemella una prevalenza di una trasformazione sull’altra, ma l’attesa contemporaneità delle transizioni che dovranno essere pianificate ed implementate in maniera sistemica. In coerenza con tale prospettiva, il Piano Transizione 5.0 va a complementare il Piano Transizione 4.0, che, invece, limitava la sua azione di sostegno agli investimenti per l’acquisto di beni strumentali tecnologicamente avanzati, oltre che di progetti di innovazione e sviluppo di competenze digitali.

Nella sua duplice e ambiziosa finalità, il Piano Transizione 5.0 si articola in misure a sostegno delle sfide che attendono le imprese nell’attuazione delle transizioni gemelle. L’attesa sinergia tra le strategie di trasformazione digitale e transizione ecologica cade su un sistema produttivo nazionale e regionale popolato, come è ben risaputo, da una prevalenza da imprese di dimensioni piccole, medie e micro. Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio per l’Innovazione Digitale nelle PMI (2024), il tessuto produttivo nazionale è per la quasi totalità (95,13%) popolato di micro-imprese (meno di 10 addetti) e per il 4,78% dalle PMI. Queste ultime contribuiscono a generare il 41% del fatturato e il 33% dell’occupazione nel settore privato. In Puglia, secondo i dati dell’Apulian Innovation Overview dell’Agenzia Regionale ARTI (2024), le micro-imprese rappresentano il 95,7% del totale mentre è del 4,2% la percentuale di PMI.

Microcredito

per le aziende

 

Un tessuto produttivo, nazionale e regionale, dinamico e resiliente che dimostra quotidianamente di saper trasformare i propri punti di debolezza strutturale, riconducibile alle limitate risorse finanziarie ed ancor di più alla limitata disponibilità di risorse umane e competenze qualificate, in una virtuosa flessibilità. Ma le sfide che nella transizione gemella attendono le nostre tante piccole e medie imprese sono complesse sia dal punto di vista tecnologico che manageriale. È in questo contesto che la consolidata letteratura scientifica sul tema degli ecosistemi di innovazione consente di identificare utili soluzioni per la piena attuazione della strategia della transizione gemella. In questi ambienti fisici, ma sempre più caratterizzati da dinamiche virtuali di collaborazione e ubiquità informativa, l’interazione tra attori del sistema produttivo, del mondo della ricerca, delle istituzioni e della società civile possono alimentare processi virtuosi di innovazione e contaminazione.

È la pluralità di attori coinvolti negli ecosistemi di innovazione ad offrire, in relazione alle singole esperienze e specificità, ricchezza di saperi ed opportunità di crescita. Se cruciale per la definizione delle regole e degli strumenti di incentivo all’avvio di percorsi di innovazione è il ruolo dell’attore pubblico, è la collaborazione tra imprese ed università e centri di ricerca a rappresentare il motore dell’innovazione che negli ecosistemi può compiersi consentendo di generare valore sostenibile in linea con quanto richiesto dagli obiettivi della twin transition. L’interazione imprese-università nel contesto degli ecosistemi dell’innovazione può assumere la forma di progettualità congiunte di ricerca e sperimentazione tecnologica, ma deve sempre più concretizzarsi nella revisione periodica dei confini disciplinari e dei tempi della formazione, non più solo di tipo curriculare ma sempre più necessariamente concepita in una prospettiva di life-long learning. In tal senso, il Piano Transizione 5.0 e le numerose misure regionali messe in atto dalla Puglia in tema di innovazione rappresentano un’opportunità da cogliere perché la transizione gemella possa compiersi pienamente, proiettando le imprese verso un obiettivo di crescita competitiva intelligente e sostenibile che sia, altresì, fonte di benessere condiviso.



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