(Jacques Vandermeiren, CEO Porto di Anversa-Bruges, il Commissario europeo Wopke Hoekstra e Boudewijn Siemons, CEO Port of Rotterdam; foto courtesy Authority Oort of Rotterdam)
Il porto di Anversa-Bruges e il porto di Rotterdam chiedono alla Commissione europea di effettuare investimenti su larga scala nella competitività dell’industria in Europa; non è l’altra Europa, ma quella che guarda oltre, superando l’indicatore economico di ‘porto’ basato solo sulla funzione di ‘nodo di trasporto’ spesso limitato all’occupazione e al valore aggiunto
Rotterdam. La richiesta alla Commissione europea precede la pubblicazione di uno studio sulla competitività e sul Clean Industrial Deal. “Sono in gioco l’autonomia strategica, la transizione energetica e la prosperità dell’Europa”.
Per conto di entrambi i porti, la Vrije Universiteit Brussel e l’Erasmus University Rotterdam (Centre for Urban, Port and Transport Economics) hanno condotto una ricerca sulla posizione e sul valore dei complessi portuali congiunti.
Lo studio ha dimostrato che entrambi i porti dovrebbero essere visti come un complesso logistico e industriale integrato, collegato al più ampio cluster industriale che si estende nella regione della Ruhr: il cluster ARRRA (il porto di Anversa-Bruges, il porto di Rotterdam e l’area Reno-Ruhr). In tal modo, i porti collegano i flussi di merci ed energia alle imprese e ai consumatori dell’entroterra. La scala combinata, le reti sovrapposte, le interconnessioni e i settori e le attività complementari creano sinergie, conferendo al cluster industriale un ruolo di primo piano nell’industria in Europa. Ad esempio, il cluster ARRRA rappresenta il 40% della produzione petrolchimica europea.
In quanto cluster energetici, logistici e industriali, i due maggiori porti d’Europa possono svolgere un ruolo importante nell’attuazione del Clean Industrial Deal dell’UE, volto a rafforzare il clima degli investimenti in Europa. Pertanto, vogliono che la Commissione europea adotti un approccio che si concentri sul rafforzamento delle catene internazionali e dei cluster industriali, piuttosto che su settori o regioni specifici. I porti vogliono assumere un ruolo guida in questo approccio transfrontaliero collaborando più intensamente.
Il rafforzamento della collaborazione tra il porto di Anversa-Bruges e il porto di Rotterdam potrebbe aumentare ulteriormente questi benefici, anche per l’Europa. A condizione che venga messo in atto il quadro adeguato e che l’Europa investa nella connettività, affronti l’onere normativo e fornisca un sostegno più forte agli investimenti in sostenibilità.
Questo – in sostanza – il messaggio comunicato al Commissario europeo per il Clima, l’azzeramento delle emissioni nette e la crescita pulita, Wopke Hoekstra,
Boudewijn Siemons, CEO Port of Rotterdam: “L’Europa si trova di fronte alla sfida di garantire che la transizione verso un’economia sostenibile salvaguardi anche la prosperità e l’indipendenza strategica del nostro continente. Negli ultimi anni sono stati effettuati investimenti significativi nei nostri complessi portuali in questo senso e ora sono in fase di realizzazione importanti progetti. Allo stesso tempo, constatiamo che la competitività dell’industria europea è in declino. È quindi importante che i porti, i governi nazionali ed europei uniscano le forze per creare un clima europeo per gli investimenti in cui le imprese possano continuare a costruire per il futuro”.
Jacques Vandermeiren, CEO Porto di Anversa-Bruges: “Un approccio sistemico a cluster portuali contribuisce al raggiungimento degli obiettivi dell’Europa. I porti di Anversa-Bruges e Rotterdam sono luoghi unici in cui la logistica multimodale, l’energia e l’industria si incontrano. La transizione verso un’economia sostenibile richiede cooperazione transfrontaliera e un senso di realismo. Come porti, vogliamo contribuire congiuntamente ad ancorare l’industria europea per il futuro”.
Nello studio/ricerca sulla posizione e sul valore dei complessi portuali congiunti, si leggono i contributi di valore dei porti combinati di Rotterdam e Anversa-Bruges.
Il primo contributo di valore che si distingue è la generazione di output economici e sociali.
Questi sono generati dalle attività che si svolgono nei porti e dai relativi effetti di ricaduta ed espressi in indicatori economici.
In totale entrambi i porti generano circa 50 miliardi di euro di valore aggiunto, ovvero il 4,5% (PoAB) e il 3,3% (PoR) del PIL nazionale. Insieme, entrambi i porti rappresentano circa il 40% della produzione petrolchimica europea nell’UE (350.000 posti di lavoro diretti e un fatturato di 180 miliardi di euro), fornendo tra le altre materie prime, prodotti farmaceutici, materie plastiche, input per l’industria automobilistica, tessile, alimentare, ecc., con investimenti privati che superano ampiamente gli investimenti pubblici.
Il secondo contributo di valore è nel fornire connettività all’Europa.
Questa connettività fornisce accesso e supporta i fattori determinanti per il vantaggio competitivo di aziende e industrie nell’area europea più ampia. Alimenta il benessere e la resilienza di una larga quota di cittadini europei.
Il terzo contributo di valore è nella formazione dei cluster.
Grazie alla loro posizione, spazio, infrastruttura e connettività, i due porti insieme formano una regione industriale portuale che combina logistica su larga scala, una concentrazione di flussi energetici, produzione industriale e una rete infrastrutturale integrata (oleodotti) con una copertura europea.
Il cluster portuale industriale combinato è unico in Europa per le sue dimensioni, ma anche per la sua diversità, complementarietà e integrazione all’interno del più ampio continente europeo, in particolare nella forma del cluster trilaterale ARRRA, che incorpora anche l’industria dell’area del Reno-Ruhr.
(Slide courtesy by report Authority Port of Rotterdam)
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