16.38 – sabato 18 gennaio 2025
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Dialisi Territoriale in forte crisi, a causa della carenza di risorse umane – Infermieri – a rischio i servizi essenziali della nefrologia e della dialisi peritoneale di Trento. Nonostante le ripetute segnalazioni e gli appelli da parte della Uil Fpl Sanità del Trentino, la situazione nell’Unità Operativa della Nefrologia dell’ospedale S.Chiara e nella sezione dedicata alla dialisi peritoneale continua a precipitare.
La cronica carenza di personale infermieristico e di operatori socio-sanitari (OSS) ha raggiunto un punto di non ritorno, compromettendo la qualità dell’assistenza e l’efficacia delle cure fornite. Giuseppe Varagone , Segretario Generale della UIL FPL Sanità fa presente una mancanza di personale, ormai cronica, e i rattoppi improvvisati. A partire da gennaio, oltre dieci turni in nefrologia sono stati coperti da infermieri sottratti alla dialisi peritoneale, mentre otto turni sono stati garantiti da personale proveniente da altri reparti, non specializzato e poco familiare con le esigenze specifiche del reparto. Spesso, nel turno di mattina, è presente un solo OSS, e in alcuni pomeriggi gli infermieri si sono trovati a lavorare senza alcun supporto socio-sanitario, queste nuove direttive dell’Apss di conseguenza pone gli infermieri ad essere demansionati!
Questa situazione ha determinato una drastica riduzione delle attività fondamentali per una terapia centrata sulla deospedalizzazione dei pazienti nefropatici. In particolare:
• Visite domiciliari pre e post-dialisi: annullate o mai pianificate.
• Addestramento a domicilio: impossibile da organizzare.
• Addestramenti ambulatoriali programmati: rinviati a data indefinita.
• PET (test essenziale per verificare la tipologia di peritoneo): annullati quelli già programmati e nessun nuovo esame pianificato.
• Retraining per pazienti con peritoniti ricorrenti: completamente sospesi.
Questi interventi, considerati non strettamente “indispensabili” ma fondamentali per garantire la gestione autonoma della dialisi a casa, sono stati messi da parte, penalizzando i pazienti e aumentando il rischio di complicanze.
Nell’Unità Operativa di nefrologia, la carenza di personale si traduce in un’assistenza ridotta al minimo. I pazienti non autonomi non vengono mobilizzati al mattino, e l’unico OSS disponibile riesce a malapena a garantire le cure di base. La discontinuità nell’assistenza è aggravata dal continuo alternarsi di operatori provenienti da altri contesti: questo compromette il monitoraggio dei problemi a lungo termine e mina la qualità delle dimissioni protette.
Le conseguenze ricadono inevitabilmente sui pochi membri stabili del personale. Ad esempio, l’infermiera responsabile della continuità assistenziale e delle dimissioni protette è costretta a coprire anche la degenza, mentre la Coordinatrice, già sopraffatta da compiti gestionali, si trova a fronteggiare carichi di lavoro insostenibili.
Questa crisi non si riduce solo a numeri e turni mancati: è il risultato di una politica di attrattività che si rivela vuota e inefficace. Un tempo, i professionisti del settore si riconoscevano in un senso di appartenenza al sistema sanitario e ai valori che lo guidavano. Oggi, quel senso è scomparso, sostituito dalla frustrazione e dalla disillusione di chi, pur tra mille difficoltà, continua a lavorare per offrire un’assistenza dignitosa ai pazienti.
Un appello che non può essere ignorato, Il perdurare di questa situazione non è più sostenibile. È necessario un intervento immediato e concreto per garantire una dotazione di personale adeguata, sia in nefrologia sia nella dialisi peritoneale. Continuare a ignorare queste istanze significa non solo mettere a rischio i pazienti, ma anche spingere al limite chi, ogni giorno, si impegna per garantire la loro salute. L’assenza di risposte non è più accettabile. Alla Provincia e al Direttore Generale dell’Apss spettano ora il compito di restituire dignità ad un settore e a un personale che, da troppo tempo sono stati dimenticati.
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Giuseppe Varagone
Segretario Generale della UIL FPL Sanità del Trentino
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