Scontro a Strasburgo su Musk, socialisti contro von der Leyen

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Von der Leyen assente e attendista. La sinistra europea sulle barricate per il rispetto delle regole, la destra che grida alla censura e alle iniziative punitive nei confronti delle imprese Usa. Elon Musk continua da giorni a dividere la politica europea.

Tanto che gli europarlamentari incrociano le armi sul nome del tycoon alleato di Trump, in vista del dibattito di martedì prossimo in aula a Strasburgo. Tema: le regole digitali Ue per proteggere la democrazia dalle interferenze e dalle manipolazioni che corrono sulle piattaforme. Musk non è nominato per scelta politica (del Ppe che ha votato ancora con le destre), ma il punto è quello.

IL DIBATTITO si terrà giusto all’indomani dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca e le posizioni di partenza sono chiare. La destra nazionalista e sovranista è schierata tutta in suo favore.

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Pochi giorni fa quaranta eurodeputati dei gruppi Patrioti, Nazioni sovrane e Conservatori (Ecr) hanno firmato una lettera indirizzata alla presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, con la richiesta di invitare il miliardario proprietario anche di Tesla e Starlink a dire la sua davanti all’assemblea parlamentare.

«La sua prospettiva visionaria sul progresso globale e le sue intuizioni potrebbero far tornare l’Ue un hub di creatività e innovazione tecnologica», si legge nella missiva.

Non a caso, Musk l’ha ripostata su X aggiungendo il commento entusiastico: «This is cool!» (che fico). All’opposto, gli eurodeputati centristi e di sinistra non nascondono la preoccupazione per la potenza di fuoco messa in campo su X con le continue ingerenze nella politica europea da parte del suo proprietario.

IN DIREZIONE OPPOSTA va infatti l’appello, anche stavolta firmato da una quarantina di europarlamentari, però appartenenti gruppi S&D (socialisti) e Renew (liberali) e Verdi, rivolto alla Commissione Ue.

I deputati esprimono «profonda preoccupazione» per le interferenze di Musk, «non solo un miliardario, ma un futuro membro dell’amministrazione Trump» che attacca apertamente gli alleati europei.

Puntano il dito proprio contro la Commissione, che ha un ruolo centrale in materia di regolamenti digitali, quando ricordano che una procedura d’indagine contro X è stata aperta fin dal dicembre 2023, e poi si chiedono «dov’è e cosa ha intenzione di fare l’esecutivo, ora che si è accorto che la piattaforma X non rispetta le norme?».

I socialisti non hanno risparmiato critiche a von der Leyen, il cui silenzio riguardo le incursioni europee di Musk è stato definito «inaccettabile». «Biden nel suo ultimo discorso è stato più severo dell’Ue. Le sue parole devono essere prese come una sveglia dalla Commissione per capire che è il momento di reagire», ha attaccato il vicepresidente del gruppo S&D Agius Saliba.

FINITA AL CENTRO di pesanti critiche a causa della sua inazione, la Commissione Ue ha infine lanciato un timido segnale, avviando ieri un supplemento d’indagine sulla conformità della piattaforma social di proprietà di Musk con il Digital Services Act (Dsa).

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I PASSAGGI li rende noti nel dettaglio la responsabile per la Sovranità tecnologica Henna Virkkunen. In sostanza, la Commissione chiede alla piattaforma di poter verificare i processi con cui i software filtrano i contenuti per suggerirli agli utenti, così come di accertare in che modo un contenuto diventa virale all’interno di X.

Richieste apparentemente tecniche che però ampliano l’indagine in corso e in qualche modo la riattivano. «Un’azione attesa da troppo tempo», commenta al manifesto l’eurodeputato della Linke Martin Schirdewan, copresidente del gruppo Left e già relatore ombra del Dsa per l’Eurocamera.

«Abbiamo bisogno di una risposta Ue rapida e forte, perché vediamo come Musk interferisce nei processi elettorali, destabilizza le istituzioni democratiche e favorisce l’estrema destra».

«LA COMMISSIONE si è mossa finora troppo a rilento», aggiunge l’eurodeputato S&D/Pd Brando Benifei, «ma dal dibattito in plenaria ci attendiamo un’accelerazione. L’accettazione delle regole europee sullo spazio digitale da parte della nuova amministrazione americana sarà fondamentale». Con la politica spaccata sul futuro rapporto con gli Usa, all’orgoglio europeo si richiama anche un padre nobile dell’Ue come Romano Prodi: «Abbiamo il dovere di costruire noi il nostro futuro, non di affidarlo a Musk».



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