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Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) rappresenta un organismo cruciale per la gestione del mondo del volontariato e delle associazioni no profit, un ambito che in Calabria – come altrove – gestisce risorse e contributi importanti. È qui che si selezionano non solo i fondi destinati a progetti del Terzo Settore, ma anche le persone che vi lavorano, figure chiamate a garantire imparzialità, trasparenza e competenza. Tuttavia, la recente selezione di otto unità di personale a tempo determinato per il RUNTS calabrese ha sollevato dubbi su favoritismi, conflitti di interesse e un generale rischio di clientelismo. Dai nomi emersi nelle graduatorie ai ruoli controversi nella commissione di selezione, il quadro che si delinea mette a rischio la credibilità di un sistema che dovrebbe essere immune da sospetti.
Che cos’è il RUNTS e perché è importante
Il RUNTS è un registro che monitora e regola le attività del Terzo Settore, un ambito strategico per la Calabria, dove il tessuto associativo rappresenta spesso un punto di riferimento per i cittadini e per le politiche sociali. È attraverso il RUNTS che si distribuiscono risorse, si valutano i progetti delle associazioni e si garantisce trasparenza nella gestione dei fondi pubblici destinati a questa area. Per tale motivo, ogni nomina e ogni assunzione legata al RUNTS dovrebbero seguire criteri rigorosi, con l’obiettivo di assicurare massima imparzialità e alta competenza.
I nomi al centro della scena
Le graduatorie della selezione per il RUNTS calabrese presentano nomi che suscitano legittimi interrogativi:
• Fabio Verderame, classificatosi secondo nella graduatoria per il profilo di Funzionario Amministrativo, è indicato come fratello di un noto giornalista del Corriere della Sera, originario della Calabria. La presenza di un parente così vicino al mondo dell’informazione apre a speculazioni su possibili “investimenti” in buoni uffici nella comunicazione, una dinamica che in un sistema politico come quello calabrese non sarebbe certo nuova.
• Rita Viscomi, vincitrice per il profilo di Istruttore Amministrativo, è la moglie di Francesco Longo, capo struttura di Tommaso Calabro, il dirigente che avrebbe firmato la manifestazione d’interesse. Un intreccio che, sebbene non provi nulla di illecito, solleva comunque sospetti sull’imparzialità delle selezioni.
• Martina Magno, classificatasi prima nella graduatoria per Funzionario Amministrativo, è nota per essere segretaria di Roberto Cosentino, inizialmente presidente della commissione di valutazione. Cosentino, che si è poi dimesso per incompatibilità, potrebbe aver comunque influito sulle dinamiche di selezione.
• Saveria Cusumano, indicata dalla nostra fonte come beneficiaria di numerosi incarichi regionali, sembra confermare l’impressione di una gestione delle risorse umane fortemente concentrata.
Cambi di presidenza e conflitti di interesse
Le vicende legate alla commissione di selezione non contribuiscono a dissipare i dubbi. Roberto Cosentino, inizialmente presidente della commissione, si è dimesso per un presunto conflitto di interesse, sostituito dall’architetto Cosimo Cuomo. Tuttavia, resta il sospetto che il lavoro della commissione sia stato influenzato dal ruolo iniziale di Cosentino.
A questo si aggiunge un altro aspetto che getta ulteriori ombre: Roberto Cosentino, fino a poche settimane fa candidato sindaco per il centrodestra a Vibo Valentia, sostenuto da Forza Italia, è oggi responsabile dell’anticorruzione della Regione Calabria. Un ruolo che richiederebbe assoluta indipendenza e imparzialità, ma che nel caso di Cosentino, figura ancora vicina alla politica attiva, alimenta dubbi su come potrebbe comportarsi di fronte a eventuali anomalie commesse da esponenti del suo stesso partito.
Un uomo impegnato fino a ieri in battaglie elettorali non può garantire il distacco necessario per guidare una commissione tanto delicata. Eppure, è proprio questa scelta che la Regione Calabria ha fatto, lasciando spazio a interrogativi sulla reale volontà di assicurare trasparenza in una funzione cruciale per la credibilità dell’amministrazione.
Un sistema che premia i “soliti noti”
Le nomine e le assunzioni legate al RUNTS sembrano inserirsi in un quadro più ampio, che vede la giunta Occhiuto consolidare il controllo politico attraverso un sistema di premiazioni e favori. Dalle recenti nomine nella Calabria Film Commission e nell’Agenzia per le aree industriali, emerge una tendenza a privilegiare figure vicine al sistema di potere, relegando il merito e la trasparenza a fattori secondari.
Il RUNTS, che dovrebbe essere un esempio di imparzialità e buon governo, rischia di diventare l’ennesimo terreno di clientelismo, dove le dinamiche politiche prevalgono su quelle tecniche e amministrative. Un rischio che mina non solo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma anche la credibilità di un organismo che gestisce risorse destinate al welfare e alle associazioni del Terzo Settore.
Dubbi e sospetti a scapito della credibilità
Non vi sono prove certe di illeciti, ma il sistema che emerge da questa vicenda alimenta legittime perplessità. La concentrazione di legami familiari, conflitti di interesse e nomine politiche in ruoli apicali lascia spazio a dubbi che un sistema sano non dovrebbe tollerare.
Per un ambito così delicato come quello del RUNTS, la trasparenza e la competenza dovrebbero essere i criteri guida, non i legami personali o politici. La Regione Calabria deve chiarire e dimostrare che ogni scelta è stata effettuata nel rispetto della meritocrazia e della legge. Fino a quel momento, la sensazione diffusa rimane quella di un sistema che premia i “soliti noti”, a scapito del prestigio e della credibilità delle pubbliche amministrazioni.
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