Camping Cig contesta l’operato dei sindacati: “Ci hanno portato al disastro la strada allora è quella delle dimissioni immediate”
PIOMBINO — “Dopo dieci anni di cassa integrazione restano alle acciaierie solo 500 lavoratori e persino per loro nulla è garantito. Ad oggi senza nessun accordo di programma e senza il contenitore per gli altri 810 lavoratori dopo un altro anno di cassa integrazione a zero ore ci saranno i licenziamenti”.
Questa è la denuncia del Camping Cig che da mesi paventano questo scenario.
“Un vero salto nel buio perché sia il progetto di un nuovo stabilimento Metinvest sia l’accordo per l’assunzione, tra qualche anno, nella nuova acciaieria dei lavoratori espulsi da Jsw era ed è per ora inesistente. – hanno proseguito – Quando è troppo tardi anche i sindacati parlano del memorandum come di uno sbaglio. Come di una gabbia. Contro tale scelta dovevano mobilitare i lavoratori a Marzo, ma irresponsabilmente non lo hanno fatto lasciando che 810 lavoratori finissero in gabbia. Le istituzioni e quei politici che hanno presentato il memorandum come un passo in avanti per la soluzione dei problemi delle acciaierie di Piombino, sottoscrivendolo in mancanza di accordi vincolanti e fidandosi come sempre delle sole promesse, hanno in realtà firmato per aumentare oggi i lavoratori in cassa integrazione e reso possibile tra un anno i loro licenziamenti, quindi devono dimettersi”.
“I dirigenti sindacali a partire dalle sigle maggioritarie in questi anni hanno condotto i lavoratori ad accettare: – hanno proseguito – accordi privi di piani industriali e senza garanzie e penali per chi non manteneva le promesse fatte; gli straordinari e la riduzione dello stipendio; che i lavoratori dell’indotto sparissero; che metà di loro scelti dall’azienda fosse messa a cassa integrazione a zero ore; che un reparto dopo l’altro venisse smantellato; che persino il treno rotaie senza manutenzione efficiente e nuovi investimenti si riducesse in condizioni pietose; hanno accettato di tutto per assecondare l’azienda fino ad essere definiti risorse o centri di spesa attivi e passivi. Hanno accettato la logica dell’azienda e questo ha portato la divisione tra i lavoratori e al dramma di oggi”.
“Nell’ultima assemblea hanno discusso non della sorte degli 810 lavoratori espulsi, non sul fatto che con l’ultimo accordo firmato con Jindal hanno accettato la gabbia che mette altri 180 cassaintegrati a zero ore senza averne prima parlato con i lavoratori. Hanno spostato la discussione sui criteri con cui questi ultimi 180 lavoratori rottamati e sacrificabili dovevano essere scelti. Per gli attuali dirigenti sindacali locali e provinciali di tutti i sindacati che hanno seguito la vicenda delle acciaierie di Piombino e che con la loro guida ci hanno portato al disastro attuale la strada allora è quella delle dimissioni immediate non dimenticando però che la responsabilità più forti sono dei sindacati maggioritari. La vertenza Jsw – hanno concluso – deve finalmente passare nelle mani delle RSU e dei responsabili Nazionali dei Sindacati a cui torneremo a fare le nostre proposte di lotta per la salvaguardia del nostro lavoro e della nostra dignità: la lotta è la via maestra”
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