crisi aziendali e carenza di candidati preparati – PrimaFriuli

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In Friuli Venezia Giulia (FVG), il mercato del lavoro si presenta come un puzzle complesso di contraddizioni. Da un lato, le crisi aziendali minacciano centinaia di posti di lavoro, mentre dall’altro vi è una crescente domanda di nuovi occupati. Tuttavia, la carenza di candidati idonei e preparati porta a migliaia di posti vacanti non coperti.

Il paradosso del mercato del lavoro in FVG

Secondo Unioncamere e il Ministero del Lavoro, nel primo trimestre del 2025 le imprese friulane e giuliane prevedono di assumere quasi 27.500 lavoratori, di cui circa 7.500 a tempo indeterminato. Tuttavia, il 55% delle aziende che intendono assumere personale riscontra difficoltà nel trovare candidati adeguatamente preparati. Questa situazione crea un dilemma in cui le aziende rischiano di perdere dipendenti a causa delle crisi interne, ma non riescono a trovare personale qualificato.

Nonostante molte aziende offrano posti fissi, la mancanza di candidati idonei mette a rischio la capacità della regione di soddisfare le proprie esigenze occupazionali. Questo divario è accentuato dalla crescente domanda di lavoratori qualificati in settori in cui l’offerta non riesce a tenere il passo, generando uno stallo nel mercato del lavoro.

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Le crisi aziendali in FVG: settori in difficoltà

Le crisi aziendali che colpiscono il Friuli Venezia Giulia, soprattutto nei settori industriali come Electrolux, Flex, Tirso e Wartsila, minacciano migliaia di posti di lavoro. Allo stesso tempo, altre imprese, specialmente nei settori della tecnologia e dei servizi, sono pronte ad assumere nuovi dipendenti.

Tuttavia, la difficoltà nel reperire lavoratori preparati è un ostacolo per molte di queste aziende. Le figure professionali richieste sono altamente specializzate e l’offerta formativa non è allineata alle esigenze del mercato. Ciò porta a posti di lavoro vacanti e a una scarsa disponibilità di forza lavoro qualificata.

Il declino demografico e il ricambio generazionale

Il declino demografico in Friuli Venezia Giulia riduce il numero di persone in età lavorativa, aumentando la presenza di lavoratori anziani sul mercato. Entro il 2028, circa 70.000 lavoratori andranno in pensione, creando un vuoto occupazionale. Tuttavia, la difficoltà nel reperire giovani talenti mette a rischio il ricambio generazionale e la copertura dei posti vacanti.

Le politiche per incentivare l’ingresso dei giovani nel lavoro e migliorare la formazione saranno essenziali per affrontare questa sfida.

Il gap formativo e la difficoltà di assunzione

Nonostante le posizioni aperte, molte aziende faticano a trovare personale adeguatamente formato. Il 55,1% degli imprenditori in FVG si lamenta di questa difficoltà, che coinvolge tutte le aree professionali. Le figure specialistiche richieste richiedono una formazione tecnica e qualificata, che spesso manca nell’offerta formativa regionale.

La mancanza di specialisti in settori come l’automotive e le tecnologie innovative crea un ulteriore ostacolo per le imprese.

La situazione occupazionale in FVG: le previsioni per il 2025

Nonostante le numerose assunzioni previste per il 2025, la regione vedrà una contrazione del 4,2% rispetto all’anno precedente. Le province di Udine, Pordenone, Trieste e Gorizia registreranno un calo nelle assunzioni, riflettendo le difficoltà nel reperire lavoratori qualificati.

Le assunzioni previste per Udine, Pordenone, Trieste e Gorizia mostrano un trend negativo, con un calo delle assunzioni rispetto all’anno precedente.

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L’aumento della cassa integrazione

L’aumento delle ore di cassa integrazione evidenzia la crescente difficoltà economica di alcune imprese, costrette a ridurre la produzione e a ricorrere a questo strumento. La provincia di Gorizia ha registrato il maggiore aumento delle ore di cassa integrazione, seguita da Pordenone, Udine e Trieste.

Sebbene la cassa integrazione sia importante per mantenere i posti di lavoro, il suo aumento può indicare instabilità nel mercato del lavoro.

La sfida del futuro

Il Friuli Venezia Giulia dovrà preparare il proprio mercato del lavoro a una nuova generazione di lavoratori, gestendo le crisi aziendali e promuovendo politiche per il ricambio generazionale. La formazione e l’aggiornamento professionale saranno fondamentali per non restare indietro rispetto ad altre regioni.



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