come cambia il calcolo e chi ne beneficia

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Il governo ha messo mano all’ISEE, l’indicatore che decide chi ha diritto a bonus, agevolazioni e sussidi. La premier Giorgia Meloni ha firmato un decreto che promette di rendere il sistema più equo e inclusivo. Ma cosa cambia davvero per le famiglie italiane?

Cos’è l’ISEE

L’ISEE, acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è lo strumento che lo Stato utilizza per valutare la condizione economica di una famiglia. Ma attenzione, non si tratta solo di guardare il reddito. L’ISEE è uno di quei documenti che tutti conoscono ma pochi capiscono veramente. In parole semplici, è la fotografia di ciò che possediamo. Considera anche i nostri conti correnti, le case di proprietà, ma anche il nucleo familiare.

Magari può sembrare una violazione della privacy dire quanti risparmi si hanno in banca allo Stato. Ma l’obiettivo dell’ISEE è nobile: aiutare chi ne ha bisogno. Serve a decidere a chi dare una mano con il bonus bebè, il reddito di cittadinanza o gli sconti sulle tasse all’università o sulle bollette.

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Nel 2024, ben 11 milioni di famiglie italiane hanno presentato l’ISEE. Segno che per molti questo documento apre le porte a un supporto concreto da parte dello Stato. Certo, compilare la dichiarazione ISEE non è divertente. Però, se serve ad ottenere agevolazioni utili per la propria famiglia, ben venga.

Le novità del decreto sull’ISEE 2025 firmato dalla Meloni

Cosa prevede il nuovo decreto firmato dalla premier Meloni? Le novità sono tante e toccano diverse categorie di cittadini. Ecco le più importanti.

La prima riguarda i possessori di titoli di Stato, come Btp, buoni fruttiferi e libretti di risparmio postale. Fino ad ora, questi strumenti finanziari venivano conteggiati nel patrimonio mobiliare ai fini dell’ISEE, anche se di fatto non rappresentano denaro immediatamente spendibile.

Il nuovo decreto cambia le carte in tavola. Finalmente una buona notizia per i risparmiatori italiani! Chi ha investito una parte dei sudati risparmi in titoli di stato può tirare un sospiro di sollievo. Questi investimenti saranno esclusi dal calcolo ISEE fino a 50.000 euro.

Una boccata d’ossigeno per tante famiglie che negli anni hanno comprato BOT e BTP sperando in una tranquilla pensione integrativa. Specialmente per pensionati e classe media che hanno fatto sacrifici per mettere da parte qualcosa per il futuro. Molti, infatti, rischiavano di vedersi negate prestazioni sociali proprio a causa di questi risparmi prudenti. Per fortuna il governo ha capito che non è giusto penalizzare così il risparmio.

Certo 50.000 euro non sono una cifra enorme, però meglio di niente. Un passo verso un sistema più equo, che non punisce chi faticosamente mette via qualche soldo per integrare la pensione.

La seconda novità riguarda le famiglie con persone disabili o non autosufficienti. Qui il decreto introduce una serie di agevolazioni. Innanzitutto, i trattamenti assistenziali, previdenziali e le indennità percepite dai disabili non faranno più parte del reddito familiare.

Inoltre, per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente, la famiglia avrà diritto a una maggiorazione dello 0,5 nella scala di equivalenza. In parole povere, sarà più facile per queste famiglie accedere a prestazioni e servizi, perché la loro condizione di bisogno sarà valutata in modo più favorevole.

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Ma non è tutto. Il decreto introduce anche la possibilità di presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (il modulo per richiedere l’ISEE) in modalità precompilata. Un bel risparmio di tempo e di fatica per i contribuenti. In questo non sarà più necessario raccogliere e inserire manualmente tutti i dati sulla propria situazione economica.

Da quest’anno inoltre sarà possibile richiedere l’ISEE corrente (cioè aggiornato alla situazione attuale) anche in caso di modifiche patrimoniali oltre il 20%. Prima questa opzione era prevista solo per cambiamenti di lavoro o reddito.

L’ISEE corrente avrà validità fino al 31 dicembre dell’anno in corso, permettendo così alle famiglie di adattarsi meglio alle variazioni economiche che possono intervenire in corso d’anno.

Quando entra in vigore il decreto sull’ISEE 2025

Il decreto deve ancora completare il suo iter burocratico: deve essere registrato dalla Corte dei Conti e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Poi sarà compito dell’Inps aggiornare il sistema di calcolo e fornire le nuove istruzioni ai CAF, i Centri di Assistenza Fiscale. L’obiettivo del governo è che le nuove regole siano operative già per gli ISEE del 2025. Incrociamo le dita che i tempi della burocrazia non rallentino troppo le cose.

Ma cosa succede a chi ha già presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica con le vecchie regole? Niente panico: l’ISEE ottenuto resta valido fino alla sua naturale scadenza. Tuttavia, se si vuole, si può richiedere un nuovo ISEE calcolato con i nuovi criteri.

Un passo verso una maggiore equità

Il decreto sull’ISEE 2025 rappresenta sicuramente un cambio di passo significativo. Escludere i risparmi prudenti in titoli di stato e aiutare le famiglie con disabili va nella direzione giusta. È un passo verso un sistema di welfare più equo, che non vessa la classe media per ogni risparmio messo da parte. E dà un supporto concreto a chi affronta le difficoltà di curare una persona disabile. Insomma, si cerca di dare una mano a chi ne ha più bisogno con buonsenso.

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Certo, le intenzioni non bastano, i fatti sono quelli che contano. Ma almeno è un segnale positivo, una calda “brezza” di empatia verso le esigenze reali delle persone. Speriamo non sia un episodio isolato, ma l’inizio di un processo. Serve una riforma più ampia per avere welfare giusto ed efficiente. Passo dopo passo, con pazienza ma determinazione, dobbiamo costruire un’Italia più inclusiva e solidale. Quell’Italia che tutti sogniamo ma che a volte sembra così lontana.



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