«Sul Musil serve un confronto in Regione»

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per lavori di ristrutturazione

 


di
Pietro Gorlani

Con gli anni i costi sono lievitati. La sindaca: «Ora incassiamo la fidejussione, vincolata al progetto attuale». A maggio la presentazione del Piano strategico della cultura

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Incassare la fidejussione del Musil. Iniziare i lavori per la copertura in vetro del cortile della Pinacoteca. Chiudere il progetto per il restauro dell’anfiteatro romano con i fondi Cariplo del bando emblematici. Valorizzare i tesori del Museo di Scienze esponendoli in altri luoghi d’arte, come il Castello. Queste le maggiori sfide culturali del 2025 per la sindaca Laura Castelletti, che a maggio presenterà alla città il Piano strategico della cultura.

Sindaca, partiamo dal Musil: a vent’anni dal progetto, ha ancora senso realizzarlo? Non è meglio pensare ad un contenitore nuovo, ad esempio un museo della Scienza e della Tecnica che tenti una crasi tra quello malmesso di via Ozanam e quello da fare? «Musil non significa solo la sede centrale da realizzare ma anche le strutture già presenti. La Loggia ha stanziato 100mila euro per la riapertura degli spazi cittadini a San Bartolomeo e prima ancora ha stanziato 160 mila per la valorizzazione della sede di Rodengo Saiano (acquistata dalla Provincia per 1,5 milioni, ndr). Per il futuro museo, dove i lavori si sono fermati, abbiamo dato mandato all’assessora Michela Tiboni, affiancata dall’avvocatura civica e dall’avvocato Mauro Ballerini di escutere la fidejussione. Riguardo alle ipotesi di altre funzioni ricordo che siamo vincolati da un accordo di programma il quale dice che lì ci devi fare il Musil, non altro».




















































È quasi 4 anni che il Comune tenta di escutere una fidejussione da 12 milioni, nel frattempo con il caro materiali il costo del museo oggi sarà salito ad almeno 20 milioni e i soldi non ci sono. «È in atto un confronto con Basileus Spa (società che doveva realizzare l’opera per poi cederla alla Loggia ma che è finita in liquidazione ndr) per poter incamerare la fidejussione senza avviare contenziosi. L’obiettivo è quello di chiudere l’accordo il più rapidamente possibile. Sull’aumento dei costi bisognerà sedersi attorno ad un tavolo con gli altri enti coinvolti (tra cui Confindustria, ndr) e decidere cosa si vuole fare. Ricordo che capofila dell’accordo di programma del 2005 è la Regione. Riguardo al Musil c’è anche un tema che non abbiamo mai affrontato: l’idea di un hub del Novecento che unisca le Fondazioni Micheletti, Civiltà Bresciana, Calzari Trebeschi e una parte di Casa della Memoria. Sarebbe interessante la messa a sistema dei loro archivi».

Pensa al Musil come contenitore unico? «Per ora sto ragionando in termini di strategie culturali. La prima sfida è quella di metterli in rete e in sinergia tra loro queste realtà, come abbiamo fatto per il sistema bibliotecario».

Dovrete rinunciare anche alla ristrutturazione del Museo di Scienze di via Ozanam: lo studio di fattibilità di 2 anni fa parlava della necessità di 40 milioni ma anche qui la cifra sarà da aggiornare. «C’è una serie di circostanze che portano a rivedere la scala di priorità. I progetti devono avere sostenibilità economica, che oggi non c’è per via Ozanam. Con il governo Draghi il ministero della Cultura indirizzava fondi sui musei a carattere scientifico ma oggi quel ministero è stato massacrato dai tagli del governo Meloni. Risorse economiche non ne ha».

L’attuale struttura è in gran parte inagibile. «Guardi, sul museo di Scienze non siamo mai stati fermi: la Loggia e il consigliere delegato Francesco Tomasini hanno sempre lavorato per valorizzare le collezioni con mostre, attività didattiche, approfondimenti, in sinergia con l’assessorato all’Ambiente e con i gruppi naturalistici di riferimento. E abbiamo usato altri luoghi, penso a Campo Marte, per le esposizioni».
 
Teatro Romano, Pinacoteca, Castello: cosa succede nel 2025? «Per il teatro romano serve un ultimo passaggio con il nuovo Soprintendente per capire come incominciare con il recupero archeologico del sito previsto dal bando Emblematici. Per la Pinacoteca partiamo con il primo lotto dei lavori (che si concluderanno nel 2026 e costeranno 3 milioni) mentre per il Castello prosegue l’opera di riqualificazione: abbiamo messo 400mila euro per sistemare la palazzina del Governatore e rifaremo il bando per l’affidamento. Stiamo sistemando anche una prima parte della Crociera di San Luca».

La biglietteria del museo Santa Giulia è da abbattere perché abusiva. «Un tema che affronteremo con Brescia Musei e con il settore monumentale della Loggia».

Dovete anche togliere la statua di Paladino da Piazza Vittoria. Avete deciso dove finirà? «Ora che il teatro Borsoni è concluso vedo qualche difficoltà a piazzare un’opera di quella dimensione nel piazzale antistante. Innanzitutto dobbiamo capire da Paladino se ci lascia l’opera oltre i 10 anni stabiliti, poi decidiamo dove ricollocarla. Anche qui previo confronto con la Soprintendenza».

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Alla città non manca un museo per l’arte contemporanea? Sarebbe un sogno avere il palazzo delle Poste di piazza Vittoria… «Noi abbiamo mostrato che i bresciani ed i turisti possono avvicinarsi all’arte contemporanea anche se diffusa su più sedi, a partire da Santa Giulia, dove vogliamo portare sempre più esposizioni dedicate alla contemporaneità. Poi sono felice se qualche grande fondazione o ente ci dona un immobile di pregio (ride). Posso aggiungere però una cosa che ritengo importante?».

Prego. «Ci tengo a ricordare la volontà di rendere gratuito, con nostre risorse, l’ingresso nei musei fino al 2028 a tutti i residenti in città; e per i mesi di dicembre e agosto anche a tutti i residenti in provincia. È un’operazione di welfare culturale unica, che altri comuni sono intenzionati a copiare».

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