Il summit con i “capezzoni” e le foto di “Lascia Lascia”, un uomo da temere. Pentito svela nuovi retroscena

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Nuovi inquietanti retroscena emergono dalla testimonianza del pentito Danilo Della Malva detto “U’ Meticcio”, che sta fornendo agli inquirenti elementi decisivi sui vertici della criminalità organizzata foggiana e garganica. Durante un interrogatorio, Della Malva ha riferito di un incontro segreto avvenuto nel maggio 2017 tra i leader dei clan mafiosi più potenti del territorio, tenutosi nelle campagne tra Manfredonia e Mattinata.

Tra i partecipanti a quel summit ci sarebbe stato anche lo storico capo-mafia foggiano Rocco Moretti detto “Il porco”, figura di spicco della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza. L’informazione, secondo quanto riferito da Della Malva, gli sarebbe stata fornita da Marco Raduano alias “Pallone”, esponente di spicco del clan Raduano di Vieste, oggi collaboratore di giustizia dopo la sua decisione di pentirsi nel marzo 2024.

“C’erano tutti i capi: si parlava di strategie e omicidi”

Secondo Della Malva, il summit avrebbe riunito i vertici della mafia foggiana e garganica, tra cui i membri del clan Lombardi-Scirpoli-Raduano e lo stesso Pasquale Ricucci, detto “Fic secc”. Ricucci, assassinato l’11 novembre 2019 davanti alla sua abitazione a Macchia, sarebbe stato tra i protagonisti di questo incontro, destinato a pianificare strategie e omicidi. “Marco Raduano mi disse che c’erano tutti i ‘capezzoni’ – ha raccontato Della Malva –. Si incontrarono per parlare di strategie e di omicidi; poi intervenne una pattuglia e dovettero scappare”.

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Questa dichiarazione si inserisce in un contesto di rivelazioni che sta facendo luce sulle dinamiche interne e sui conflitti della mafia garganica, da anni protagonista di una sanguinosa guerra intestina.

Foto dei nemici e bersagli designati

Nel corso delle sue testimonianze, il pentito ha parlato anche di Antonio Salvatore, detto “Lascia Lascia”, ritenuto un esponente di peso del clan foggiano Sinesi-Francavilla, genero di Mario Lanza e Dina Francavilla, e attualmente imputato nel maxi-processo “Game Over”, che vede alla sbarra diversi affiliati accusati di traffico di droga, spaccio ed estorsioni tra cui lo stesso boss Moretti. Della Malva ha dipinto Salvatore come un criminale violento e versatile: “Lascia Lascia è uno che sparava e faceva di tutto, dalla droga alle estorsioni”, ha raccontato.

Ma l’aspetto più inquietante riguarda un dettaglio: il gruppo di Vieste, di cui faceva parte lo stesso Della Malva, avrebbe avuto fotografie di Salvatore e di altri nemici del clan. “Se li vedevamo in paese dovevamo stare attenti – ha spiegato il collaboratore –. Erano sul Gargano inviati per missioni di morte, e Salvatore era uno dei nostri obiettivi, in quanto amico di Renzino Miucci“, quest’ultimo al vertice del clan dei montanari Li Bergolis-Miucci, storicamente alleato ai Sinesi-Francavilla foggiani. Renzino detto “U’ Criatur”, nipote del patriarca ormai defunto Ciccillo Li Bergolis, è nemico storico del gruppo Lombardi-Scirpoli-Raduano a cui Della Malva apparteneva.

La difesa minimizza: “Dichiarazioni de relato”

Gli avvocati della difesa degli imputati coinvolti nel processo “Game Over” hanno tentato di screditare la testimonianza di Della Malva, evidenziando che molte delle sue dichiarazioni sarebbero frutto di racconti appresi da terze persone. Peraltro, il pentito sarebbe stato detenuto in Spagna per una parte significativa del periodo in esame (2016-2020), mentre i fatti contestati si collocano tra il 2017 e il dicembre 2019.

Nonostante ciò, gli investigatori considerano le dichiarazioni di Della Malva come un contributo importante per delineare il quadro delle alleanze e delle rivalità all’interno della criminalità organizzata foggiana e garganica. La testimonianza si aggiunge a quelle di altri collaboratori di giustizia, come Marco Raduano, che stanno aiutando a ricostruire anni di omicidi, traffici e dinamiche interne alla mafia pugliese.

Una guerra senza fine

Il summit del 2017, se confermato, rappresenterebbe un momento cruciale nella storia recente della mafia garganica, un’area che negli ultimi anni è stata teatro di una guerra senza esclusione di colpi tra i clan. Dalle campagne di Manfredonia ai vicoli di Vieste, il controllo del territorio e dei traffici illeciti continua a passare attraverso sangue e vendette, in un intreccio che, grazie ai collaboratori di giustizia, inizia lentamente a essere svelato.

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