Camera approva separazione carriere. I fascisti coronano il sogno di Gelli e Berlusconi

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Per il Governo di Giorgia è “una giornata storica”: lo è anche per le mafie e i corrotti

Una riforma fatta nel nome di Silvio Berlusconi, uno che la mafia la pagava (come scritto nelle sentenze), nonché condannato per frode fiscale.
Una riforma che, guarda il caso, coincide perfettamente con uno dei punti del piano di Rinascita democratica di Licio Gelli, il ‘venerabile’ maestro della Loggia P2. Uno di coloro che, per intenderci, è stato ritenuto essere un mandante della strage di Bologna del 2 agosto 1980.
È con il loro spirito in corpo che la maggioranza ha approvato oggi il ddl sulla separazione delle carriere, in barba al referendum che si era tenuto a giugno 2022: il popolo (quello vero) aveva bocciato sonoramente questa ennesima trovata in salsa piduista.
Invece i ‘patrioti’ di Giorgia – con 174 sì – hanno deciso di approvarla comunque.
L’Associazione nazionale magistrati si prontamente espressa: “Ribadiamo – si legge nella nota – la nostra profonda preoccupazione per una riforma costituzionale che mette a rischio l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Una riforma sbagliata che non migliora sotto alcun punto di vista il servizio giustizia ma che agisce solamente sulla magistratura e toglie garanzie a tutti i cittadini italiani. La separazione delle carriere determina l’isolamento del pm e ne mortifica la funzione di garanzia. Nel pieno rispetto delle scelte del legislatore vogliamo lanciare nuovamente l’allarme per i rischi che questa riforma porterà con sé”.
Uno degli slogan del governo dei patrioti è sempre stato: “Non intendiamo controllare i pubblici ministeri”.
Eppure con un lesto colpo di mano che lascia poco spazio a dubbi il centrodestra ha bocciato un ordine del giorno, presentato dalla deputata del Movimento 5 stelle Valentina D’Orso che impegnava il governo ad “astenersi da qualsiasi iniziativa, legislativa e non, volta a indebolire o compromettere il principio della dipendenza funzionale della polizia giudiziaria dal pubblico ministero e il divieto di interferenza degli altri poteri nella conduzione delle indagini”.
Non si stava chiedendo altro che una rassicurazione sul fatto che lo scopo ultimo della riforma non sia quello di controllare le inchieste, come invece temono i magistrati e le opposizioni. Un impegno che l’esecutivo non ha voluto prendere: dopo il parere contrario espresso dal viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, l’odg è stato respinto con 107 voti favorevoli e 167 contrari. Oltre alla maggioranza, a votare contro sono stati anche i parlamentari di Italia viva.

Con la bocciatura di questo ordine del giorno il governo finalmente getta la maschera e svela il reale disegno dietro la separazione delle carriere: quello di sottrarre la direzione delle indagini al pubblico ministero per lasciarla alle filiere gerarchiche, quindi in definitiva ai ministeri”, ha accusato la deputata D’Orso in Aula. E rivolgendosi al ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha sempre escluso di voler porre il pm sotto il controllo dell’esecutivo, ha incalzato: “Delle sue rassicurazioni di principio ce ne facciamo poco, se vengono smentite dai fatti. State dando conferma che il vostro obiettivo è attrarre le Procure nell’orbita del governo, e lo farete attraverso il coordinamento delle indagini”.
Questo Ddl – ha detto il deputato M5S Federico Cafiero de Raho nella dichiarazione di voto alla Camera –  sulla separazione delle carriere avrà chiari e gravi riflessi sulla separazione dei poteri nella nostra Repubblica, lo hanno detto anche esponenti della maggioranza affermando che il loro obiettivo è sancire il primato della politica sulla magistratura. Vogliono quindi che la politica possa controllare i giudici, vediamo se vorranno anche sottrarre la politica al controllo di legalità. Non a caso con le leggi del governo Meloni si pongono continui limiti all’uso e all’efficacia delle intercettazioni e si cancellano reati propri dei comitati d’affari come l’abuso d’ufficio, limitando così le indagini su corruzione e mafia. In tutti i Paesi in cui c’è la separazione tra giudici e pubblici ministeri, questi ultimi sono subordinati o controllati dal ministro della Giustizia. Una parte della politica vuole controllare i pm perché questa è la figura che dirige le indagini giudiziarie. I problemi nella giustizia e nella magistratura ci sono e devono essere risolti, ma nessuno di essi viene affrontato da questo Ddl. Con la separazione delle carriere il Pm sarà lontano dalla cultura della giurisdizione che oggi condivide con il giudice e questo indebolirà le garanzie per i comuni cittadini che avranno a che fare con la giustizia penale. La magistratura sarà sempre più debole rispetto alla politica e l’Italia verrà trascinata nel vortice delle democrazie deboli”.

Microcredito

per le aziende

 


Due Consigli Superiori della Magistratura

Il provvedimento, che ora passa all’esame del Senato, è formato da otto articoli e prevede, oltre alla separazione delle carriere dei magistrati requirenti e giudicanti, due distinti organi di autogoverno (e menomale che uno degli obbiettivi di Nordio era il risparmio): il Consiglio superiore della magistratura giudicante ed il Consiglio superiore della magistratura requirente. La presidenza di entrambi gli organi è attribuita al presidente della Repubblica, mentre sono membri di diritto del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo presidente della Corte di cassazione ed il Procuratore generale della Corte di cassazione. Gli altri componenti di ciascuno dei Consigli superiori sono estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori ordinari di universita’ in materie giuridiche ed avvocati con almeno 15 anni di esercizio, compilato dal Parlamento in seduta comune, e per i restanti due terzi rispettivamente tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti. Il testo dispone che i vicepresidenti di ciascuno degli organi siano eletti fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento. I membri non di diritto resteranno in carica per quattro anni, e non potranno inoltre partecipare alla procedura di sorteggio successiva.

toga ima 1799105

L’Alta Corte disciplinare

Altra misura contenuta nel disegno di legge, che rappresenta una novità, è quella relativa alla istituzione dell’Alta corte disciplinare, un organo collegiale cui è attribuito la giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari, sia giudicanti che requirenti. L’Alta corte è composta da 15 giudici, di cui tre giudici nominati dal presidente della Repubblica tra professori ordinari di universita’ in materie giuridiche ed avvocati con almeno 20 anni di esercizio; tre giudici vengono estratti a sorte da un elenco di professori ordinari di universita’ in materie giuridiche e avvocati con almeno 20 anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione; sei giudici sono estratti a sorte tra i magistrati giudicanti con almeno 20 anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgono o hanno svolto funzioni di legittimità; tre giudici sono estratti a sorte tra i magistrati requirenti con almeno 20 anni di esercizio delle funzioni giudiziarie e che svolgono o hanno svolto funzioni di legittimità. Nella composizione dell’organo è cosi’ contemplata la prevalenza della componente togata.
I componenti dell’Alta corte disciplinare rimarranno in carica per quattro anni, ed il loro incarico non potrà essere rinnovato. Ed ancora, si prevede la possibilità di impugnare le sentenze dell’Alta corte dinanzi all’Alta corte medesima, che giudica in composizione differente rispetto al giudizio di prima istanza. Finché sono in carica, i componenti sia del Consiglio superiore della magistratura giudicante che del Consiglio superiore della magistratura requirente non potranno essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale, analogamente a quanto stabilito dalla disposizione costituzionale in vigore. Il testo del governo segnala, poi, che la designazione a consigliere di Cassazione avverrà su designazione del Consiglio superiore della magistratura giudicante. Anche i magistrati appartenenti alla magistratura requirente, con almeno 15 anni di esercizio delle funzioni, potranno essere designati all’ufficio di consigliere di Cassazione per meriti insigni. Il provvedimento prevede, infine, che entro un anno dall’entrata in vigore della legge costituzionale saranno conseguentemente adeguate le leggi sul Consiglio superiore della magistratura, sull’ordinamento giudiziario e sulla giurisdizione disciplinare.

ARTICOLI CORRELATI

Carriere separate, così si tradisce il popolo italiano
Di Aaron Pettinari

Presidente tribunale Palermo: riforma giustizia è rivincita sulla magistratura

La delirante riforma della giustizia: maggioranza di governo verso lo Stato-piduista

Patronaggio: ”La separazione delle carriere prelude alla dipendenza del Pm dall’esecutivo”

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Separazione delle carriere: la maggioranza si prepara al primo ok alla Camera.

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Microcredito

per le aziende