Venier: «Energia e gas, un equilibrio ancora fragile»: Snam investirà oltre 12 miliardi sulla rete

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di
Carlo Cinelli

I contenuti del nuovo progetto strategico che sarà presentato al mercato il 22 gennaio. La spinta sulle infrastrutture: 700 cantieri aperti. Il caso Vado Ligure e il ruolo al vertice sul Corridoio Sud per l’idrogeno

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Avanti nella gestione delle partite correnti, ma con la testa alta sulle prospettive e con un piano da oltre 12 miliardi. Scansando le occasioni di polemica, che pure non mancano, e magari lavorando a soluzioni, ma sottotraccia. Che poi, in fondo, è un po’ il mestiere di sempre della Snam fin da quando cominciò a portare il metano da Salsomaggiore a Lodi e Milano, in tempi di guerra.

L’agenda e il vertice sull’idrogeno

Stefano Venier in quest’avvio di 2025 non si fa mancare nulla. Con l’ultimo dell’anno ha accolto la nave rigassificatrice BW Singapore, giunta da Dubai a Palermo e attesa a Ravenna per l’allaccio nelle prossime settimane. L’amministratore delegato del gruppo assiste alle roventi polemiche sulle prossime bollette del gas, che pure non lo riguardano direttamente. Sarà impegnato nella ministeriale sul cosiddetto Corridoio Sud dell’idrogeno —annunciata per il 21 dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, vedrà la partecipazione, su iniziativa di Antonio Tajani, dei ministri dell’energia di Germania, Austria, Svizzera, Algeria e Tunisia — e presenterà il giorno dopo al mercato il nuovo piano strategico della multinazionale. Da ultimo registra il passo della giunta ligure di Marco Bucci che la scorsa settimana, rovesciando la determinazione della precedente consiliatura dello stesso colore, ma in accordo con la giunta pd di Savona, ha chiuso la porta all’arrivo a Vado Ligure della Golar Tundra, oggi Italis LNG, la rigassificatrice fin qui all’attracco a Piombino.
Come dire, l’emergenza gas e i suoi derivati.




















































Approvvigionamenti sicuri

«Anche in tempi non sospetti, anche quando, diciamo otto-dodici mesi fa, c’è stato un calo di attenzione e sembrava che le cose fossero state risolte per sempre — ragiona Venier — anche allora ho sostenuto che il contesto è estremamente fragile e che basta poco per rompere l’equilibrio e si crei la necessità di nuovi interventi. Una fragilità, che ci è stata ricordata dal mancato rinnovo, ampiamente previsto, dei contratti di transito del gas russo attraverso l’Ucraina. Bisogna dunque fare attenzione e continuare a lavorare sulle scelte che sono già state fatte e che servono a mettere in sicurezza il sistema con il completamento degli interventi infrastrutturali decisi da tempo. Perché sono diverse le ragioni, prima ancora dei fattori geopolitici, che lo rendono così fragile. Però, se mi chiede se dobbiamo fasciarci la testa, le rispondo che sulla base degli strumenti messi in campo e degli sforzi di diversificazione già fatti si può guardare con maggiore serenità di quello che si legge e sente dire sulla situazione. Almeno in termini di disponibilità degli approvvigionamenti». 

Il caso Vado Ligure

Considerazioni che Venier appoggia sui numeri: nonostante le temperature più rigide, gli stoccaggi sono oltre il 75%, sopra la media europea e molto sopra i livelli del gennaio 2022. L’andamento dei prelievi dagli stoccaggi, inoltre, spiegano gli uffici Snam, è tale da scongiurare l’utilizzo completo delle riserve nella titolarità degli operatori di mercato. Uno scenario a fronte del quale avremmo comunque un “cuscinetto” di circa 2 miliardi di metri cubi oltre alla riserva strategica. Diversa la situazione se dovessimo fronteggiare un lungo periodo di freddo molto intenso.
«I temi della volatilità dei prezzi e dell’aumento dei costi delle imprese, pur essendo fuori dall’ambito che Snam gestisce direttamente, sono il risultato di una fragilità a cui il sistema sta ponendo rimedio». Infrastrutture, dunque, anche se decisioni come quelle locali sul rigassificatore negato a Vado Ligure, rilanciando il Nimby bipartisan, non sembrano agevolare il percorso. «In realtà, dalle istituzioni, dal governo alle authority alle regioni, la risposta è positiva e una soluzione si trova. Con uno sguardo appena sopra la cronaca — spiega Venier — il ragionamento è più evidente: negli ultimi tre anni i nostri investimenti annuali sono più che raddoppiati. Nel 2023 e nel 2024 abbiamo avuto il via ad opere per oltre 4 miliardi dal ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica e dalle Regioni e in questo momento abbiamo oltre 700 cantieri aperti. Poi, certo, il rigassificatore di Piombino, come del resto quello che entrerà in esercizio a primavera a Ravenna, è fondamentale. Finora hanno attraccato oltre 50 navi. Pensi che la Italis è “prenotata” dal mercato per altri 19 anni. Pensa ci sia bisogno di aggiungere altro per spiegare perché è un investimento strategico?».

Il piano strategico 

Fuori dalla contingenza, il ceo di Snam si prepara all’incontro con il mercato di mercoledì 22. Con al fianco il Cfo Luca Passa, Venier si prepara ad illustrare un piano strategico da qui al 2029 da oltre 12 miliardi di investimenti netti. Il focus, anticipa, non sarà soltanto sulla sicurezza della catena di approvvigionamenti, ma confermerà anche gli investimenti sui business della transizione, dall’idrogeno al biometano fino alla carbon capture and storage. In proposito, osserva Venier, i test sull’impianto creato a Ravenna con l’Eni «stanno dando risposte oltre le aspettative, con un tasso di “cattura” di CO2 oltre il 90 per cento». Così come «il business del biometano è in netta accelerazione e le domande di allacciamenti ad impianti sono ormai a 2 miliardi di metri cubi». Oltre ai singoli capitoli, che riserva al mercato, Venier vuole sottolineare che la strategia è «abbracciare un paradigma che preveda investimenti in sicurezza e transizione. È una piccola rivoluzione. In fondo, prima del ‘22, Snam investiva un miliardo l’anno».

La politica di payout

Parlando di un piano da illustrare al mercato, è conseguente pensare al suo giudizio. In Borsa Snam, che capitalizza attorno ai 15 miliardi, ha avuto periodi di sofferenza corretti in parte negli ultimi sei mesi. Il focus sugli investimenti ha fatto pagare al titolo almeno per 18 mesi il rialzo dei tassi di mercato. «Non sta a me commentare — puntualizza Venier — ma sono convinto che la visibilità e la solidità delle cose che facciamo troverà presto un riscontro». Soprattutto, sostiene l’amministratore delegato, alcuni aspetti dell’evoluzione dell’intero settore energetico stanno emergendo con più chiarezza. E l’importanza strategica degli stoccaggi, aggiunge, va oltre il contingente e l’emengernza climatica di una singola stagione. La crisi delle rinnovabili dello scorso dicembre che ha innescato una domanda di gas improvvisa, è stata l’ennesima dimostrazione dell’ampio raggio d’azione degli effetti sulle diverse infrastrutture. Perché la transizione, sembra dire Venier, deve guardare a un puzzle di soluzioni e ha bisogno di tempo. Come i mercati. Dai quali ci si attende attenzione anche sulle attuali politiche di payout che nel piano precedente prevedevano una crescita minima annua del 3%. «Ma di questo non parlo. Ne discuterà il consiglio d’amministrazione il 21 gennaio».
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16 gennaio 2025 ( modifica il 16 gennaio 2025 | 19:02)

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