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Il dato che emerge dalla ricerca dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, che ha analizzato le compravendite effettuate attraverso le agenzie affiliate nel primo semestre del 2024, è piuttosto intrigante: nel 68,5% dei casi le compravendite sono state realizzate da famiglie (coppie e coppie con figli), mentre il 31,5% degli acquirenti è single.
Un dato interessante, soprattutto relativamente al Rapporto dell’Istat 2024 del maggio scorso, che, rispetto al 2023, per effetto del forte rialzo dell’inflazione degli ultimi tre anni, fotografa una diminuzione delle spese per consumo delle famiglie in termini reali, mentre è aumentata la distanza tra le famiglie più e meno abbienti. Del resto, il peggioramento degli indicatori di povertà assoluta, che ha colpito nel 2023 il 9,8 per cento della popolazione, ha raggiunto circa tre punti percentuali in più rispetto al 2014. Inoltre, dal report dell’Istat risulta
che il reddito da lavoro, in particolare quello da lavoro dipendente, ha visto sbiadire in modo consistente la sua capacità di essere ombrello per tutelare famiglie e individui dal disagio economico.
Il dato emergente dalla ricerca dell’Ufficio Studi di Tecnocasa, tuttavia, qualche indicazione la dà, non necessariamente in controtendenza rispetto all’Istat. Infatti, al primo punto è necessario ricordare che la ricerca si muove nell’ambito dei dati forniti dalle filiali della società immobiliare, quindi fra chi accede all’agenzia in cerca di casa. E questo è già un criterio selettivo importante. D’altro canto, la percentuale si muove comunque sulla tendenza di quella precedente e segnala che la storica priorità delle famiglie italiane ad avere “casa propria” non si indebolisce affatto, anzi, forse proprio in vista dei cambiamenti e della fragilità della situazione economica del Paese, la casa rimane un punto fermo nelle priorità economiche degli italiani.
D’altro canto, non è escludibile che, con l’incalzare dei rialzi del mercato degli affitti in particolare nelle grandi città e nelle città d’arte (ma anche territori interi, vedi la Toscana) , dove la sempre più evidente espansione degli affitti brevi “droga” il mercato delle locazioni, le famiglie si premuniscano di mettere in sicurezza il proprio futuro abitativo, magari nel momento di più florida situazione economica. “La casa è stata sempre un punto di arrivo importante per le famiglie italiane che, nonostante stiano sperimentando un impoverimento dovuto all’inflazione e, in particolare, quelle costituite da un solo nucleo familiare e quelle più numerose, si dimostrano sempre interessate all’acquisto – commenta Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, raggiunta da Thedotcultura – dai nostri dati, infatti, si evince che è in calo la percentuale di acquisti da parte dei single. Risulta anche un aumento dei nuclei familiari che hanno comprato senza fare ricorso al mutuo e questo ci conferma che chi lo ha fatto aveva una solidità economica. Il ribasso dei tassi di interesse negli ultimi tempi sta spingendo però gli acquisti sorretti da mutuo”. Ed ecco il tema dipanato in numeri: la percentuale di compravendite da parte di famiglie passa dal 66,5% all’attuale 68,5%, “dato in controtendenza rispetto agli ultimi anni quando si evidenziava una costante contrazione della quota di acquisti da parte di famiglie”.
La mappa che l’Ufficio Studi realizza con i numeri emersi dalla ricerca, come si legge nella nota, vede Napoli, Palermo, Bologna e Verona in cima alla lista delle metropoli con le percentuali più alte di acquisto da parte di famiglie (mediamente intorno al 70%). Seguono Firenze, Genova e Bari che evidenziano quote comprese tra il 60% e il 65%, mentre a Roma e a Milano si scende rispettivamente al 59% e al 58%. In coda Torino, con una percentuale di acquisti da parte di famiglie del 51,8%.
Le famiglie comprano in primo luogo per acquistare l’abitazione principale nel 71,2% dei casi, per investimento nel 20,5%, per case vacanza nell’8,2% delle operazioni. L’Ufficio Studi sottolinea che la percentuale di acquisti per investimento aveva superato il 20% già nel 2023, dal momento che l’aumento dei tassi di inflazione incentiva gli acquisti per investimento. Inoltre, la pandemia ha spinto a un netto aumento di richieste e di compravendite di case vacanza. La maggior parte delle operazioni riguarda comunque l’acquisto dell’abitazione principale (71,2%), che è una quota simile a quella del 2023, ma in calo rispetto agli anni precedenti.
Ultimo punto, l’accesso al credito. Nel primo semestre del 2024, spiegano da Tecnocasa, “il 53,0% delle famiglie ha comprato senza l’ausilio di un mutuo bancario, percentuale nettamente più alta rispetto a quelle registrate negli anni precedenti. L’aumento dei tassi sui mutui ha determinato un importante calo della percentuale di acquisti con mutuo, che nel 2021 arrivava al 54%, nella prima parte del 2023 si attestava al 48,3%, mentre nel primo semestre del 2024 è scesa ulteriormente al 47,0%”.
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