Ma che bella notizia: al suon di pifferi e tamburi, Assessori regionali, Sindaci, il Commissario governativo han avuto la gioia di annunciar per l’ennesima volta l’ennesima ripartenza dei lavori della diga di Monte Nieddu – Is Canargius, nel bel mezzo dei boschi del Sulcis.
I lavori erano già ripresi nel 2017, ma anche nel 2014, pure nel 2011.
Lavori avviati nel 1998, sospesi nel 2001 per contenziosi con il consorzio di imprese appaltatrici.
Uno dei più ingenti e osceni scempi ambientali e finanziari di questo povero Bel Paese.
Eppure la diga di Monte Nieddu – Is Canargius, nella Sardegna meridionale (Pula, Sarroch), incredibilmente non è presente nell’anagrafe delle opere pubbliche incompiute, frutto di un’esplicita previsione di legge (art. 44 bis del decreto-legge n. 201/2011, convertito con modificazioni nella legge n. 214/2011) e curato dal Servizio contratti pubblici del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibile (MIMS), ai sensi degli obblighi di “rilevazione e pubblicazione dell’elenco anagrafe delle opere incompiute (Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 13 marzo 2013, n. 42)”.
No, non è presente nell’elenco delle opere incompiute in Sardegna, aggiornato al 28 giugno 2024.
I lavori finora fatti sono pari a meno del 20% dei lavori previsti.
Ma sono lavori dal sapore quasi archeologico, visto che il progetto risale al 1960 (sì, proprio 65 anni fa…), basati su calcoli pluviometrici di tutt’altra dimensione rispetto a quelli attuali. L’approvazione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici è del 1970 e la concessione di derivazione dell’acqua è del 1975.
Scempio ambientale, più di 172 ettari di bosco da distruggere in un sito di importanza comunitaria (S.I.C./Z.S.C. “Foresta di Monte Arcosu”, codice ITB041105), in assenza di alcuna procedura di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.), fatto riconosciuto (2014) dallaconclusione della procedura di accertamento EU-Pilot 5437/13/ENVI avviata su ricorso delGrIG da parte della Commissione europea.
Una storia infinita, ma anche uno scempio finanziario.
Un esempio di quello che non si deve fare.
Facciamo un po’ di conti.
87,5 miliardi di vecchie lire stanziati sul fondi comunitari P.O.P. 1994-1999 + altri 83 milioni di euro di fondi statali e regionaligià stanziati + 10-15 milioni di euro stimati (ma non stanziati) per la condotta di adduzione al potabilizzatore + altri 80 milioni di euro stimati (ma non stanziati) per le reti di distribuzione + una cifranon conosciutaper comporre il contenzioso con il Consorzio spagnolo Dragados y Fomento vincitore della precedente gara d’appalto europea (pretendevano 60 milioni di euro).
Nel 2021 dal Governo Draghi venne nominata (D.M. 18 aprile 2021) Angelica Catalano, direttore generale per le dighe del Ministero delle infrastrutture, quale Commissaria straordinaria per il completamento dell’opera con un budget di 270 milioni di euro.
88,5 milioni di euro sono stati (ottobre 2022) inseriti nello schema di accordo tra la Regione e il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.
Oggi si stimano 163 milioni di euro di investimenti + altri 25 milioni di euro per lo sbarramento di IsCanargius + l’importo sconosciuto che sarà riconosciuto al Consorzio spagnolo + decine e decine di milioni di euro per le opere di adduzione e collegamento alle reti idriche esistenti, oggi non finanziati e nemmeno programmati.
Circa 250 milioni di euro, a volersi tener bassi, per un volume di invaso lordo di 35 milioni di metri cubi lordi, in realtà al massimo 27 milioni di metri cubi utili (7 milioni di metri cubi sono considerate “acque morte”, la cui potabilizzazione è complessa e molto costosa).
Almeno 9-10 milioni di euro per ogni milione di metri cubi di acqua concretamente utilizzabile.
Quanto costerebbe al litro?
Quanto l’acqua minerale?
E non la vogliamo nemmeno inserire nell’elenco delle opere pubbliche incompiute?
Forse è fuori classifica per eccesso di vergogna?
E’ uno dei peggiori e misconosciuti scempi ambientali e finanziari di tutta Italia. Centinaia di milioni di euro letteralmente buttati per realizzare un inutile scempio ambientale.
Per capirci, ilLago Omodeo, creato dalla diga Eleonora d’Arborea (1997), ha un volume totale dell’invaso pari a 792 milioni di metri cubi d’acqua, con un invaso finora autorizzato di massimo 419 milioni di metri cubi di acqua: soldi ben spesi sarebbero quelli per le procedure finalizzate a un aumento dell’invaso autorizzato e un miglioramento della connessione fra i bacini.
In Sardegna ben 34 invasi medio/grandi con un volume d’invaso autorizzato pari a 1.824 milioni di metri cubi d’acqua (dati Agenzia per il Distretto Idrografico della Sardegna, 2024), ancora poco connessi fra loro e con reti di distribuzione troppo spesso carenti.
E’ semplicemente folle quanto accade nel settore della gestione dell’acqua per quanto concerne le reti di distribuzione: secondo il report ISTAT 2024 (riferito a dati 2022). In Sardegna le perdite dalle reti di distribuzione idrica sono in media del 52,8%.
Vuol dire che per un litro d’acqua che esce dal rubinetto ne sono stati immessi in rete più di due.
“Le perdite nell’Isola sono più alte di 10 punti della media nazionale, il 42,4%, ma anche del sud Italia (50,5%) e addirittura quasi 20 punti sopra quelle del Nord ovest del Paese (33,5%). Si tratta di un leggero miglioramento visto che nel 2012 la percentuale di perdite si attestava sul 55% (dato Abbanoa)”, riporta l’A.N.S.A.
La rete di distribuzione dell’acqua cagliaritana perde anche più della media regionale, il 53,5%. Peggio ancora quella sassarese (il 63,4%), quella oristanese (il 60,4%) e, di poco, anche quella nuorese (il 55,4%).
Gaetano Salvemini, insigne meridionalista, diceva che “l’Acquedotto Pugliese ha sempre dato più da mangiare che da bere”.
E la diga di Monte Nieddu – Is Canargius?
Non sarebbe meglio impiegare quei 250 milioni di euro nel rifacimento delle reti idriche?
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
A.N.S.A., 15 gennaio 2025
Ripartono i lavori, la diga Monti Nieddu sarà pronta entro 2028.
Potrà contenere oltre 35 milioni di metri cubi di acqua.
Dopo anni di contenziosi ripartono i lavori per la realizzazione della diga sul rio Monti Nieddu a Sarroch che, se i tempi saranno rispettati, dovrebbe vedere la luce dopo 36 mesi di intervento, ossia a dicembre 2028,.
Oggi con la consegna del cantiere parte un cronoprogramma che prevede sei mesi per il completamento del progetto esecutivo, quattro mesi per la validazione e l’ottenimento delle autorizzazioni, arrivando al novembre 2025 per l’avvio delle lavorazioni di costruzione vere e proprie, Il tutto è affidato all’impresa Impresa Costruzioni Maltauro che ha redatto il progetto esecutivo e si occuperà della realizzazione dei lavori.
Si tratta di un’opera strategica da oltre 171 milioni, con un volume utile di 35,4 milioni di metri cubi di acqua, di cui 9,6 milioni per l’uso potabile e 25,8 milioni per l’irrigazione. La diga svolge anche la funzione di laminazione delle piene per mitigare il rischio idraulico e proteggere dalle inondazioni gli abitati di Villa San Pietro e Pula situati a valle. L’opera che si articola in tre infrastrutture, la diga sul rio Monti Nieddu, la traversa di Medau Aingiu sul rio Is Canargius e la galleria di collegamento tra gli invasi di Monti Nieddu e Is Canargius.
Per i lavori il soggetto attuatore è il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale che svolge le funzioni di stazione appaltante. Dopo il collaudo tecnico amministrativo sarà gestita dall’Ente acque della Sardegna.
“Quello di oggi è un passo importante – spiega l’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu – in un momento in cui stiamo fronteggiando una severa emergenza idrica regionale, la consegna della progettazione esecutiva della diga di Monti Nieddu, segna il cambio di passo di questa amministrazione sulla realizzazione di opere necessarie per il bene della comunità che vanno nella direzione della programmazione oltre le contingenze emergenziali”.
“Non possiamo negare che i tempi si siano dilatati eccessivamente – sottolinea il presidente del Consorzio di bonifica Sardegna meridionale Efisio Perra – ma ora, superati tutti gli ostacoli, i lavori procedono nella giusta direzione.
Indispensabile concentrarsi anche sulle opere a valle, le risorse già stanziate dalla Regione devono essere utilizzate immediatamente per avviare la progettazione”.
da L’Unione Sarda, 15 gennaio 2025
Il progetto. Sarroch, la diga di Monti Nieddu verrà completata: entro un anno la ripresa dei lavori.
Assegnato l’incarico per la realizzazione, un investimento da 163 milioni di euro. (Ivan Murgana)
Il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale ha assegnato l’incarico per la progettazione esecutiva e i lavori finalizzati al completamento della diga sul rio Monti Nieddu, nel territorio di Sarroch, con un investimento complessivo di 163 milioni di euro.
Il via libera alla riapertura del cantiere dell’opera è stato presentato questa mattina davanti alla centrale di controllo dell’invaso, incontro al quale hanno partecipato l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Antonio Piu; il presidente del Consorzio di Bonifica, Efisio Perra; la commissaria governativa dell’opera, Angelica Catalano; il sindaco di Sarroch, Angelo Dessì; e quelli di Pula e Villa San Pietro, Walter Cabasino e Marina Madeddu.
L’importo prevede 89,5 milioni destinati alla progettazione e ai lavori, 40 milioni come somme a disposizione dell’amministrazione e circa 33,5 milioni già utilizzati nei precedenti appalti tra il 1998 e il 2019.
La nuova diga, con un’altezza di circa 80 metri e una capacità di accumulo pari a 35,4 milioni di metri cubi d’acqua, sarà la prima in Italia a essere costruita utilizzando il calcestruzzo compattato a rulli per il nucleo e il calcestruzzo vibrato per il paramento di monte. La diga sarà alimentata sia dalle acque del bacino idrografico del rio Monti Nieddu sia, in futuro, da quelle del bacino del rio IsCanargius, grazie alla realizzazione di un secondo sbarramento e di una galleria artificiale che collegherà i due invasi.
Questo intervento aggiuntivo avrà un costo stimato di 25 milioni di euro. L’avvio dei lavori di completamento della diga è previsto per l’autunno del 2025, dopo sei mesi dedicati alla progettazione esecutiva e alle verifiche necessarie. Il termine dei lavori è stimato per il dicembre del 2028.
(foto S.D., archivio GrIG)
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link