Ferrari, al via la partnership con Unicredit: il logo della banca sulle livree del Cavallino

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Orcel: Andremo oltre la solita collaborazione. Vigna: Allineati su valori e prospettive. In arrivo eventi dedicati a clienti e fan e collaborazioni finanziarie,a marzo grande evento a Milano

«Legati nella passione. Uniti nell’eccellenza» Prende il via sotto questo slogan la nuova partnership tra Unicredit e Ferrari, presentata a settembre e che verrà celebrata con un evento tra l’1 e il 10 di marzo a Milano, dopo i test su pista e prima del gran premio in Australia. La collaborazione, che ha visto la banca guidata da Andrea Orcel scalzare il Santander alla scadenza del suo contratto, vedrà la creazione di servizi ed esperienze esclusive per i clienti Unicredit e i tifosi della Rossa di Maranello e aggiunge un nuovo tassello sportivo al portafoglio di Piazza Gae Aulenti dopo quello con l’America’s Cup. La banca offrirà l’opportunità ai propri clienti di vivere l’esperienza della Formula 1 e con il Cavallino anche proposte bancarie dedicate agli appassionati.
Tra l’altro l’intesa arriva in concomitanza con lo sbarco a Maranello, la prossima settimana, del sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, in squadra con Charles Leclerc.  «Vedrete il logo Unicredit sulla livrea delle nostre vetture e sulle nostre divise, creeremo eventi assieme e ci sarà la possibilità di stringere partnership di tipo finanziarie, ancora allo studio: se c’è un allineamento sui valori allora ci sono anche prospettive comuni», dice l’ad di Ferrari, Benedetto Vigna. «Andremo oltre la solita partnership che mette il brand e poi si guarda alla tv – aggiunge il ceo di Unicredit Andrea Orcel -. Prevediamo il coinvolgimento delle nostre persone su iniziative che per noi sono importanti sull’apprendimento e sulla formazione per capire come si lavora meglio, e come si vince stando uniti e poi per fare iniziative per i nostri clienti e rispettivi fan». L’idea di stringere un’alleanza commerciale è nata durante un incontro tra i due manager alla Bologna Business School, dove hanno scoperto di condividere stili di management e visione. «Questa collaborazione rappresenta un ulteriore impegno verso i nostri clienti, I tifosi e le comunità locali, garantendo che siano al centro di ogni iniziativa. Uniti, guardiamo a un futuro ricco di passione e performance», aggiunge Vigna.

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Italianità

L’accordo di oggi – giovedì 16 gennaio – è per Orcel anche l’occasione per ribadire il dna tricolore della banca, messa in discussione dalla maggioranza di governo dopo il blitz su Banco Bpm, che farebbe naufragare la creazione di un terzo polo bancario con Mps. «Siamo una banca italiana, abbiamo radici italiane, crediamo nell’Italia, ma crediamo anche nell’Europa e nel portare il meglio dell’Italia in Europa. Se questo non è essere italiani mi spiace molto perché la nostra industria crede in tutto questo», ragiona il banchiere. «Io sono italiano e ne vado molto orgoglioso», ha detto ancora notando tuttavia che «l’Europa in generale passa troppo tempo a esasperare le difficoltà invece che unirsi per creare un blocco economico che crei opportunità per tutti». Il che, ha precisato, «non vuol dire uniformare tutti». «Noi come banca lasciamo e diamo valore alle diversità locali, però ci siamo resi conto che una serie di cose o le facciamo insieme o non riusciamo a vincere», ha concluso. 




















































Competizione con Intesa

Il valore dell’italianità offre poi il destro per ragionare della competizione con l’altro grande big creditizio, Intesa Sanpaolo, protagonista in settimana di un accordo con Confindustria per finanziare le imprese con 200 miliardi. «Tutti vogliono vedere una contrapposizione tra Unicredit e Intesa Sanpaolo, io credo che abbiamo due modelli di business e due ambizioni simili ma molto diversi allo stesso tempo, loro sono molto focalizzati sull’Italia, è una banca eccellente con risultati eccellenti, noi abbiamo un modello di business molto più internazionale, e vogliamo essere un forte concorrente per il leader di mercato in Italia, che è Intesa», ha osservato Orcel. «Ma riteniamo – ha proseguito – che in un Paese come il nostro ci sia molto valore da aggiungere per le nostre imprese nell’accompagnarle fuori dal nostro paese, nei paesi dove esportano, e l’accompagnamento non si fa con una filiale di rappresentanza ma con una leadership nel paese dove arriviamo. Questo è un valore, non è meglio o peggio, sono due modelli di business molto diversi». 

Barclays su Commerz

Intanto questa mattina è trapelata la notizia che Barclays si è assicurata l’accesso a più del 16% delle azioni di Commerzbank, di cui Unicredit ha il 28% potenziale. La banca britannica detiene direttamente il 7,72% delle azioni dell’istituto tedeschi e ha ottenuto l’accesso ad un ulteriore 8,33% delle azioni tramite derivati, secondo un annuncio obbligatorio di mercoledì. Barclays ha sottolineato che non sta perseguendo alcun obiettivo strategico con Commerzbank. Piuttosto, si è occupata principalmente dell’acquisto di derivati. I pacchetti azionari servivano solo a coprire queste posizioni, che comprendono opzioni call e put e contratti per differenza. Secondo gli addetti ai lavori, Barclays è una delle banche che ha sostenuto Unicredit nella costruzione del portafoglio di Commerzbank. La banca britannica ha ora dovuto essere più specifica sulle sue intenzioni, perché ha superato la soglia del dieci per cento con azioni e derivati. Non è chiaro quale percentuale della posizione di Barclays sia legata all’investimento di Unicredit. Da Bruxelles arrivano nuove prese di posizione sulla possibile aggregazione tra Unicredit e Commerzbank: «è stata menzionata» nelle discussioni tra i ministri delle Finanze riuniti nell’Eurogruppo «alla luce del fatto che è una prova del nove» per l’Unione Bancaria, avrebbe detto un alto funzionario Ue. 


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16 gennaio 2025

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