Da Melfi, la piattaforma dello SPI Cgil per i diritti delle persone anziane, da sottoporre alla Regione

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“Adeguamento delle pensioni minime, rispetto del diritto alla salute e di invecchiare a casa propria.” Sono questi alcuni dei punti al centro della piattaforma dello Spi Cgil di Potenza presentata oggi a Melfi per la Festa di LiberEtà e che -si legge in una nota- “verrà sottoposta all’attenzione del governo regionale. Equità sociale e diritti i temi al centro del documento. Dopo i saluti del vescovo dell’arcidiocesi di Melfi – Rapolla – Venosa, Ciro Fanelli e del sindaco Giuseppe Maglione, e l’introduzione del segretario generale dello Spi Cgil di Potenza, Michele Sannazzaro, si sono confrontati sul tema – coordinati da Giovanna Galeone, segretaria dello Spi Cgil di Potenza -, il segretario generale della Cgil di Potenza Vincenzo Esposito, il responsabile della Caritas della diocesi locale padre Alberto Vecchione, il segretario dello Spi Cgil Basilicata Angelo Summa e il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega. Ha concluso i lavori il segretario dello Spi Cgil nazionale, Lorenzo Mazzoli.” “In ambito previdenziale – ha spiegato Sannazzaro – l’equità sociale implica un sistema pensionistico che assicuri a ogni individuo una vita dignitosa dopo il pensionamento, tenendo conto delle diversità contributive, ma anche delle necessità reali. Ogni pensionato ha diritto a percepire un reddito sufficiente a garantirgli una vita decorosa. È questa una priorità sociale e sindacale per una società equa e giusta, un imperativo per il rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione e dal nostro sistema di welfare ed è questo che chiediamo al Governo Meloni. Anche in Basilicata una parte significativa dei pensionati percepisce pensioni al di sotto della soglia di povertà, con una situazione particolarmente grave per le donne, spesso penalizzate da carriere discontinue e redditi inferiori. L’aumento dei prezzi, in particolare per beni di prima necessità e servizi essenziali (energia, sanità, trasporti), erode il potere d’acquisto delle pensioni, mettendo a rischio la qualità della vita di milioni di anziani e di pensionati soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, dove l’accesso ai servizi di welfare e di assistenza è più difficoltoso”.  Per il segretario dello Spi Cgil di Potenza “è quindi necessario un adeguamento reale delle pensioni minime, fissando un livello di reddito che tenga conto dell’attuale costo della vita. É offensivo l’aumento di un euro e spiccioli previsto della legge di bilancio voluto da questo governo di destra. In Basilicata poi è cruciale potenziare i servizi sociosanitari e di assistenza domiciliare. Telemedicina, infermiere di comunità, case di comunità devono essere i pilastri per una nuova assistenza sanitaria che tenga conto dell’invecchiamento della popolazione e delle sue nuove esigenze. Oggi in Basilicata, al contrario, i tempi per visite specialistiche o interventi chirurgici nel sistema sanitario pubblico sono spesso lunghi, costringendo i pensionati che possono permetterselo a rivolgersi al settore privato con costi proibitivi e lasciando soli e senza tutele quel 50% di pensionati e più che non raggiunge i mille euro al mese e che quindi rinuncia a curarsi.” “L’altra gamba su cui si deve reggere il sistema è l’assistenza agli anziani non autosufficienti – ha detto Sannazzaro – A marzo 2023 è stata approvata la legge che riconosce il diritto degli anziani ad essere assistiti in modo idoneo e integrato, ancora inapplicata. C’è bisogno di una forte integrazione fra Stato, Regioni, Inps ed enti locali affinché l’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti diventi una realtà. Per rendere più equa la vita dei pensionati è inoltre necessario “combattere l’isolamento e sostenere il benessere psicologico. Il diritto alla partecipazione sociale rappresenta un elemento cruciale per garantire una vita dignitosa agli anziani. Il governo e la Regione Basilicata dovrebbero favorire l’accesso a strutture di housing sociale per anziani, con costi calmierati e servizi integrati. Serve infine investire sulla mobilità pubblica perché sia più attenta alle esigenze delle persone anziane che incontrano difficoltà negli spostamenti quotidiani a causa della mancanza o carenza di mezzi pubblici e alla mancanza di trasporti accessibili per persone con disabilità o mobilità ridotta”. 

Ha aggiunto il segretario generale Spi Cgil Basilicata Angelo Summa: “Le liste di attesa in Basilicata ormai sono di fatto diventate la negazione del diritto alla salute. Siamo in presenza di una narrazione della situazione della sanità lucana che è ben diversa dalla realtà, nonostante il tentativo di propaganda sistemica messo in atto dall’assessorato e dai direttori generali che, anziché concentrarsi sul potenziamento e miglioramento dei servizi socio sanitari, pensano di rimuovere le criticità della sanità lucana con l’auto promozione propagandistica telefinanziata. I lucani per potersi curare sono costretti ad andare fuori regione. E questo è il dato più evidente dello stato comatoso della sanità lucana. Il 2024 si chiuderà con una mobilità passiva di oltre 90 milioni di euro e solo un intervento straordinario potrà salvare la sanità lucana dal rischio del commissariamento. Ecco, questa è una priorità che dovrebbe richiamare tutti i soggetti istituzionali a una maggiore responsabilità e condivisione per salvare la sanità pubblica lucana. Da oggi parte la nostra mobilitazione per ridare dignità al lavoro e al nostro welfare: sanità pubblica , istruzione e lavoro stabile. Diamo il via alla primavera dei diritti preparandoci ai sei quesiti referendari su autonomia differenziata, lavoro e cittadinanza che, dopo aver ottenuto il via libera dalla Corte di Cassazione, sono pronti per essere votati dai lucani”.

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