Qual è una buona età per andare in pensione e con un importo interessante? Chiedersi qual è l’età migliore per lasciare il lavoro riuscendo ad ottenere anche una buona pensione non è una domanda semplice a cui dare una risposta.
Ci sono diverse variabili da considerare, a partire dal lavoro o dalla professione svolta, quando si è iniziato a lavorare, quale stipendio medio è stato percepito nel corso della propria vita lavorativa, quali sono le ambizioni di calcolo del trattamento finale da ottenere.
Alla luce dei diversi fattori esistenti, cerchiamo di seguito di capire quando può essere effettivamente buono andare in pensione.
- Le norme in vigore per andare in pensione e quando è una buona età per lasciare il lavoro
- Ma bisogna anche maturare un importo di pensione interessante
Le norme in vigore per andare in pensione e quando è una buona età per lasciare il lavoro
Considerando che anche il 2024 si è concluso senza alcuna novità eccezionale per le pensioni, restano quest’anno 2025 ancora in vigore le leggi pensionistiche esistenti.
Queste prevedono l’uscita con la pensione di vecchiaia a 67 anni di età e avendo maturato almeno 20 anni di contributi.
Per andare in pensione anticipata ordinaria bisogna, invece, raggiungere 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno, cioè 41 anni e 10 mesi di contributi, per le donne, in entrambe i casi non è previsto alcun requisito anagrafico particolare.
E poi ci sono le misure non strutturali di uscita anticipata ancora prorogate per tutto il 2025.
Stiamo parlando dell’ape sociale, che permette a determinate categorie di persone, considerate svantaggiate, di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi di età e con almeno 30 anni di contributi (che diventano 36 per gli usuranti); della quota 103, per andare in pensione a 62 anni di età e con 41 anni di contributi; e l’opzione donna.
In quest’ultimo caso, le lavoratrici, sia le dipendenti pubbliche e private che le autonome, devono raggiungere 61 anni di età, e aver maturato 35 anni entro il 31 dicembre 2024. Il requisito anagrafico si riduce a 60 anni se si ha un figlio e a 59 anni se si hanno due o più figli.
Si può andare in pensione nel 2025 anche a 64 anni con 25 anni di contributi e a condizione di aver maturato un importo pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale (poco più 1.600 euro al mese).
Grazie al debutto di un nuovo sistema quest’anno, l’importo per andare in pensione si può raggiungere sommando sia la pensione pubblica che quanto maturato in un eventuale fondo pensione di aderenza.
Come ben si evince dalle diverse possibilità che si hanno di andare in pensione quest’anno, si può andare in pensione ad una età che parte da circa 59 per arrivare all’uscita a 67 anni.
Considerando tali opzioni, è chiaro pensare che l’età buona per andare in pensione potrebbe essere a 62 anni, una vita di mezzo tra i requisiti normalmente richiesti e qualche anticipo, per cessare il proprio lavoro in un momento in cui si ha ancora tanto da vivere ma godendosi la pensione, magari finalmente la famiglia, i nipoti, recuperando i proventi di tanti sacrifici fatti nel corso degli anni.
Ma bisogna sempre calcolare anche quanto si prenderebbe andando in pensione nelle diverse età.
E’ buono, infatti, lasciare il lavoro a 62 anni di età ma, per esempio, si riuscirebbe a maturare un importo di pensione tale da consentire una vita agiata o comunque buona?
Ma bisogna anche maturare un importo di pensione interessante
Non sempre chi decide di andare in pensione prima, può effettivamente contare su un trattamento finale elevato e conveniente.
A parole, quindi, andare in pensione a 62 anni o anche prima, a 59 anni, sarebbe certamente buono, ma in realtà non riconoscerebbe ai pensionati poi quanto potrebbero avere se uscissero più tardi o comunque tanto.
Anche in questo caso, però, molto dipende dal lavoro svolto nel corso della vita e da quanto si è accumulato nel frattempo.
Se, per esempio, si decide di andare prima in pensione con la quota 103, e quindi a 62 anni, ma si è accumulato un buon montante contributivo che permette a fine lavoro e anche dello scivolo per l’uscita di avere una pensione finale sui 1.400 euro netti al mese, allora i 62 anni sono considerati certamente una buona età per la pensione. Meglio ancora se l’importo risultasse più alto, sui circa 1.600-1.700 euro al mese.
Bisogna, però, considerare che dal primo gennaio 2024, per l’accesso a quota 103 si calcola la pensione finale esclusivamente con il sistema contributivo puro e si può ottenere solo se si raggiunge un valore lordo mensile massimo entro 4 volte il trattamento minimo Inps.
Ciò significa che andando in pensione a 62 anni con la quota 103, si potrebbe essere penalizzati per il calcolo dell’assegno finale anche se, ricordiamolo, questo sistema è solo uno scivolo verso l’effettiva pensione finale, per cui al raggiungimento dei 67 anni di età la pensione viene ricalcolata secondo le normali norme in vigore.
Stesso discorso vale per opzione donna: è vero, infatti, che si può andare in pensione prima a 59 anni o a 60 anni, anticipando di ben 7-8 anni l’uscita, ma con un importo non certo interessante, perché il calcolo è soltanto contributivo e si stimano perdite fino al 30% rispetto all’importo che si potrebbe avere raggiungono la normale pensione di vecchiaia a 67 anni.
Se, però, una donna decide di andare in pensione a 61 anni, un’età decisamente buona, e ha svolto un’attività professionale che le ha permesso di accumulare un elevato montante contributivo tale da riuscire ad ottenere una pensione di 2mila euro mensili, o anche di 2.200 euro, allora sì che si tratta di un buon importo e che conviene uscire prima.
Dunque, possiamo considerare una buona età per andare in pensione quella che, in base alla legge e ai sistemi attualmente in vigore, permette, allo stesso tempo, di avere un trattamento finale idoneo e adeguato per continuare a fare una vita dignitosa e comoda.
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