In Portogallo i giovani non pagano le tasse. E in Italia? La direzione è opposta

La Manovra portoghese porta buone notizie ai giovani fino a 35 anni: niente imposta sui redditi da lavoro dipendente o autonomo con il potenziamento del regime già esistente Irs Jovem.

Le tasse si pagano poco per volta in un percorso graduale che dura 10 anni e passa da un’esclusione totale a una riduzione del 25 per cento.

Uno sconto così importante ha attirato sul paese iberico, già noto per le agevolazioni previste per i pensionati, l’attenzione anche degli altri paesi. Ma soprattutto quella del Fondo Monetario Italiano che ne ha sottolineato i costi importanti.

Cosa accade, invece, in Italia? Sicuramente non si corre il rischio che i bonus fiscali destinati ai giovani siano troppo onerosi. Anzi.

In Portogallo i giovani non pagano le tasse: come funziona l’esenzione per gli under 35

Con la Manovra appena approvata, il Portogallo porta a 10 anni il regime Irs Jovem prevedendo un percorso graduale di pagamento delle imposte per i giovani fino a 35 anni, accessibile anche da coloro che arrivano da altri paesi ma stabiliscono la residenza sul territorio.

Un’altra modifica che potenzia le agevolazioni riguarda il limite massimo di reddito per poterne beneficiare che viene innalzato a 28.009 euro.

In caso di discontinuità, quindi, se in un anno non sono presenti redditi da lavoro, l’esenzione può essere ripresa quando riparte l’attività lavorativa fino al raggiungimento dei 10 anni complessivi di beneficio.

Come riporta la rivista dell’Agenzia delle Entrate Fiscoggi, il pacchetto di novità è stato approvato per contrastare l’elevato tasso di emigrazione dei giovani portoghesi e favorire il rientro di quelli espatriati.

Ma dal FMI è arrivato un monito: “Le misure fiscali dovrebbero essere progettate nell’ambito di una riforma fiscale completa volta a semplificare il sistema e ridurre significativamente le esenzioni”.

In Italia i bonus fiscali per i giovani fanno dei passi indietro

E, in Italia, qual è il trattamento che il Fisco riserva ai giovani? Gli obiettivi che il Portogallo si pone per prima cosa portano alla memoria le novità introdotte dal 2024 sul regime impatriati accessibile a prescindere dall’età.

Le modifiche che arrivano dalla riforma fiscale, ancora in corso, sembrano indicare una direzione opposta.

Dallo scorso anno ottenere la riduzione fiscale della base imponibile è diventato più complesso, a causa dell’intervento sui requisiti, e anche meno vantaggioso: lo sconto fiscale è passato dal 75 al 50 per cento.

Dal 2025 eliminato il bonus prima casa under 36 e la detrazione per figli o figlie a carico

Ma la direzione non sembra essere delle migliori neanche se l’attenzione si focalizza sulle agevolazioni dedicate specificamente ai giovani. Con l’arrivo del 2025, risulta definitivamente in pensione anche il bonus prima casa per under 36 che permetteva di ottenere una esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale da versare in presenza di un ISEE fino a 40.000 euro.

Nessun trattamento di favore ha trovato posto nella Legge di Bilancio, anzi: la Manovra ha eliminato la detrazione per i figli o le figlie a carico over 30, ad eccezione dei casi di disabilità.

La modifica appare condivisibile nell’ottica di spingere verso l’autonomia i ragazzi e le ragazze, ma resta monca senza incentivi finalizzati a favorire l’indipendenza economica dei più giovani.

Dalla relazione tecnica trasmessa al Senato prima dell’approvazione del testo emerge un recupero di gettito annuo, a regime, pari a 308,1 milioni di euro di IRPEF e, rispettivamente, 8,0 e 3,2 milioni di euro di addizionale regionale e comunale. Sarebbe stato utile investire questi risparmi in politiche fiscali per i giovani, ma questo dal testo della Legge di Bilancio non emerge.

Quali sono le agevolazioni fiscali per i giovani in Italia?

In questo panorama chi comincia a muovere i primi passi nel mondo del lavoro, ma anche chi ha già accumulato qualche anno di esperienza deve accontentarsi di poche eccezioni.

Specificamente dedicato a chi ha un’età compresa tra i 20 e i 31 anni non compiuti è il cosiddetto bonus affitto per i giovani, una detrazione IRPEF pari al 20 per cento del canone d’affitto corrisposto, fino a un massimo di 2.000 euro, in alternativa allo sconto fiscale che spetta per la generalità dei contratti di locazione.

A prescindere dall’età, poi, è possibile beneficiare della flat tax al 5 per cento per i primi 5 anni di attività. Si tratta di un ulteriore beneficio previsto dal regime forfettario, che non è specificamente riservato ai giovani, ma è comunque utile per i ragazzi e le ragazze che aprono una partita IVA.

Alla luce del quadro descritto non si può dire che il Fisco tenda una mano ai più giovani in Italia. Eppure i principi della riforma fiscale, a cui il Governo sta lavorando operativamente dall’ottobre del 2024, fanno riferimento a più riprese alla necessità di adottare misure per favorire la crescita economica degli under 36.

La direzione delle ultime novità approvate sembra del tutto contraria, ma per dare concretezza alle parole contenute nella Legge delega, n. 111 del 2023, c’è ancora qualche mese di tempo. Arriverà una sterzata finale?