Il futuro dell’UE è circolare? I dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente

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Ci sono sigle che sono magari complicate da spiegare ma che, una volta comprese, hanno un’efficacia rara nella loro qualità di indicatori. È il caso del CMUR: sta per Circular Material Use Rate e indica il tasso di uso circolare dei materiali. Si calcola in modo apparentemente intuitivo: dalla quantità di rifiuti riciclati negli impianti di recupero nazionali si sottraggono i rifiuti importati destinati al recupero più i rifiuti esportati destinati al recupero all’estero, suddivisi per l’uso del materiale. L’uso del materiale è la somma del consumo di materiale domestico e il suddetto uso circolare dei materiali. 

Vale la pena ricordare che il piano d’azione dell’economia circolare dell’Unione Europea chiede un raddoppio del CMUR dell’UE nel prossimo decennio. Si tratta di un obiettivo politico che mira ad aumentare la circolarità dell’economia dei 27 Stati membri dell’UE e quindi a beneficio dell’ambiente e del clima. Benefici che deriverebbero principalmente, appunto, dalla ridotta necessità di estrazione di risorse naturali. Una tesi che è stata confermata e analizzata dai recenti dati pubblicati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (nota anche con l’acronimo inglese EEA), nell’ambito di un progetto di definizione delle metriche e supporto per l’economia circolare.

“L’Unione europea mira a raddoppiare l’uso di materiali riciclati, in termini di quota dell’uso totale del materiale dell’economia, tra il 2020 e il 2030, come stabilito nel piano d’azione dell’economia circolare del 2020 – scrive la EEA – Aumentare l’uso di materiali secondari ridurrebbe l’estrazione di materie prime primarie e gli impatti ambientali correlati. Il materiale riciclato ha rappresentato l’11,8% del materiale utilizzato nel 2023, con un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2010. Questo lento progresso, insieme all’aumento della domanda materiale prevista entro il 2030, implica che l’UE non è attualmente sulla buona strada per raddoppiare il tasso di utilizzo dei materiali circolari entro il 2030”.

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Raddoppiare il CMUR nell’UE: possibile e necessario

Come ricorda l’Agenzia Europea dell’Ambiente, aumentare il CMUR (aumentando la quantità di rifiuti riciclati o diminuendo la quantità di materiale utilizzato) non solo ridurrebbe la quantità di materiale primario estratto per la produzione, e gli impatti negativi associati sull’ambiente e sul clima, ma aumenterebbe l’autonomia strategica dell’intera Unione Europea. Che in questo modo aumenterebbe la sua capacità di soddisfare le proprie esigenze, senza fare affidamento sui Paesi terzi.

“Sebbene il CMUR dell’UE sia leggermente aumentato negli ultimi 13 anni, dal 10,7% nel 2010 all’11,8% nel 2023, è ancora considerato basso, indicando che l’economia è per lo più lineare – scrive la EEA – Questa tendenza è dovuta principalmente all’aumento degli sforzi di riciclaggio dei rifiuti, trainati dagli Stati membri per raggiungere gli obiettivi di riciclaggio dell’UE. Nel frattempo il consumo di materiali domestici è rimasto stabile”.

Come è noto a chi legge EconomiaCircolare.com determinate strategie europee, attraverso direttive e regolamenti, hanno provato in questi anni a mantenere il valore e ad estendere la vita dei prodotti nonché a ridurne a monte la produzione attraverso l’ecodesign. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente una virata reale dall’economia lineare all’economia circolare potrebbe soddisfare l’obiettivo di raddoppiare il CMUR: ciò significherebbe un aumento dall’11,8% (2023) al 22,4% entro il 2030. Ciò richiede che il CMUR aumenti annualmente con più di 1,5 punti percentuali, che è il doppio dell’intero decennio. 

Un conto però sono gli obiettivi, un altro la realtà. “Attualmente l’Unione Europea – sottolinea ancora l’EEA – non è sulla buona strada per raddoppiare il CMUR entro il 2030, considerando anche le proiezioni dell’OCSE dell’aumento della domanda di materiali futuri. Quest’ultimo è importante in quanto l’aumento del riciclaggio da solo non consentirà all’UE di raggiungere l’obiettivo”.

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Minerali e Paesi dell’UE a confronto con il CMUR

I minerali non metallici rappresentano oltre il 50% del consumo totale di materiale e il loro tasso di uso circolare dei materiali è diminuito dal 2010. Mentre, come fa notare l’Agenzia Europea dell’Ambiente, i CMUR sono aumentati per biomassa, metalli e materiali fossili tra il 2010 e il 2023. I metalli sono tecnicamente più facili e più economici da riciclare, e dunque alimentano maggiormente anche l’economia. Mentre i combustibili fossili sono per lo più bruciati e quindi non possono essere riciclati.

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È necessario, sostiene ancora l’EEA, un maggiore riciclaggio accoppiato con un ridotto uso di materiale. Ridurre l’uso di gruppi di materiali più pesanti come i minerali non metallici e i metalli ha un maggiore potenziale per aumentare il CMUR. Poiché l’estrazione di materiali ha diversi impatti ambientali, le misure dovrebbero anche concentrarsi sulla riduzione del consumo di materiali per l’energia fossile e sull’aumento della sostenibilità della produzione di biomassa in vista della riduzione delle pressioni ambientali.

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Tra i Paesi, invece, si osservano considerevoli differenze notevoli nei CMUR, che vanno dal 30,6% (nei Paesi Bassi) all’1,3% (in Romania) nel 2023. Ciò riflette una significativa differenza strutturale nelle capacità di riciclaggio dei Paesi e nei loro livelli di consumo di materiale. Nei Paesi Bassi e in Italia oltre il 20% di materiale utilizzato è materiale riciclato. Il livello del CMUR per i Paesi Bassi è già molto più elevato (di oltre sette punti percentuali) rispetto all’obiettivo dell’UE per il 2030, suggerendo che si tratta in ogni caso di  obiettivi realizzabili.

La maggior parte dei paesi dell’UE (22 su 27) ha aumentato i loro CMUR dal 2010. I maggiori aumenti assoluti del CMUR (oltre cinque punti percentuali) sono stati osservati a Malta, Italia, Estonia, Austria, Repubblica Ceca, Belgio e Slovacchia. Alcuni Paesi mostrano impressionanti aumenti relativi nei loro CMUR, con la Lettonia, la Croazia e Malta che hanno più che triplicato ii loro CMUR tra il 2010 e il 2023 (anche se partivano da una base molto bassa).  Allo stesso tempo in Finlandia, Romania, Lussemburgo e Polonia sono state osservate significative diminuzioni dei CMUR. Insomma: serve ancora lavorare affinché il futuro dell’UE, e in maniera più o meno omogenea per tutti i 27 Stati membri, sia un futuro circolare. 

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