Il 2024 è stato un anno importante per Flixbus in Italia, con l’azienda che ha affrontato un mercato dei trasporti in fase di normalizzazione post-pandemia, caratterizzato da crescita dell’immatricolato (ancorché il turismo non è ancora tornato ai livelli 2019) ma nel contempo penalizzato da colli di bottiglia come quello della carenza conducenti. È stato anche un anno che ha visto i pullman verdi-arancio guadagnarsi largo spazio sulla stampa generalista per gli episodi di passeggeri rimasti ‘a terra’ in autogrill per essersi presentati in ritardo alla ripartenza dell’autobus dopo la sosta.
Nel 2024 Flixbus Italia ha anche affrontato un altro tipo di transizione, quella della posizione di vertice passata da Andrea Incondi, al timone delle attività italiane sin dalla fondazione nel 2015, a Cesare Neglia, che dal settembre dell’anno scorso ricopre il ruolo di managing director.
Flixbus nel 2024: la normalizzazione post Covid
Cesare Neglia, che anno è stato il 2024 per Flixbus in Italia? Quali linee di tendenza avete rilevato nel periodo post Covid?
Nel 2024 abbiamo assistito a quella che definirei una sorta di normalizzazione nel mondo dei trasporti, dopo l’impasse dell’emergenza sanitaria e il boom degli anni immediatamente successivi. Il mercato italiano, complice la sua vocazione turistica, è stato in generale una cartina al tornasole efficace della ripartenza e del consolidamento delle abitudini di viaggio delle persone degli anni post-Covid, come anche dei nuovi trend in atto.
Nel 2024 abbiamo riscontrato, fra le altre cose, una nuova attenzione alle aree interne, ai piccoli centri italiani e alle città d’arte di medie dimensioni: una conferma che, dopo il revenge tourism del post-pandemia, che ha visto il grande ritorno dei viaggi internazionali, le persone stanno riscoprendo il territorio nazionale nella sua interezza. Ovviamente, le grandi città nazionali e le destinazioni internazionali non hanno perso di attrattiva fra i passeggeri FlixBus, queste ultime anche grazie alle numerose tratte notturne attive.
In termini di estensione della rete, km percorsi e numero di passeggeri in Italia, è possibile impostare un confronto tra il 2024 e il 2019?
Finalmente, nel 2024 abbiamo potuto constatare un ritorno ai livelli pre-Covid. Oggi, a cinque anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, possiamo vantare di nuovo una rete capillare che collega 19 regioni italiane e circa 300 città, di cui il 40% circa conta 20.000 abitanti o meno. Un network così esteso, capace di supplire alle carenze infrastrutturali di svariate aree del nostro Paese scarsamente collegate dalla rete ferroviaria, è sicuramente un elemento decisivo che ci ha permesso, nel tempo, di poter tornare a quelle performance.
Inoltre, l’attenzione crescente delle persone a forme di trasporto collettivo come l’autobus, stimolata da una consapevolezza sempre maggiore dell’urgenza di stili di vita più sostenibili, ha supportato in modo massiccio la ripartenza del turismo su gomma.
Confido che il 2025 ci riserverà nuove soddisfazioni in questo senso: ci attendiamo di veder crescere sempre di più la domanda di forme di viaggio convenienti e sostenibili, e siamo pronti ad attrezzarci per rispondere.
Guardando al 2025, quali saranno le principali sfide?
Sicuramente una sfida che dovremo fronteggiare energicamente è quella della carenza di conducenti: negli anni ci siamo già pronunciati varie volte su questo problema, che per essere affrontato richiede una revisione complessiva del sistema di formazione e di accesso alla professione, tanto in Italia quanto in Europa. Come FlixBus, abbiamo collaborato fianco a fianco con le nostre aziende partner per supportarle nel reperimento di nuovo personale attraverso il rilancio del progetto dell’Academy, ottenendo buoni risultati.
Tuttavia, come detto, riteniamo che sia necessario un intervento strutturale in materia di politiche attive del lavoro. L’abbassamento del limite anagrafico per conseguire la patente D è stato un primo importante risultato: speriamo che sia il primo di tanti in questo senso.
Quali sono le principali richieste che ponete alle istituzioni?
Al di là del tema della carenza degli autisti, una questione importante è quella relativa alle infrastrutture e al loro adeguamento in funzione della transizione ecologica.
In primo luogo, auspichiamo incentivi all’acquisto e meccanismi di recupero delle accise per stimolare il rinnovo del parco autobus a medio e lungo raggio tramite l’acquisto di mezzi Euro VI di ultima generazione e ad alimentazione alternativa come HVO e LNG e Bio-LNG.
Inoltre, è importante che siano incentivati la creazione e lo sviluppo della relativa rete infrastrutturale, a partire dalle autostazioni e dalle fermate degli autobus, al momento inadeguata a garantire un rifornimento continuativo e dinamico su tutto il territorio nazionale.
Sul medio-lungo periodo, inoltre, auspichiamo finanziamenti diretti al settore delle autolinee a media e lunga percorrenza per lo sviluppo di nuove tecnologie.
Cesare Neglia, servizio clienti e sensibilizzazione driver
Negli ultimi mesi FlixBus è stata al centro dell’interesse della stampa per diversi episodi di passeggeri rimasti nelle stazioni di servizio durante le soste. Al di là del lato pretestuoso delle accuse (il rispetto dei tempi di sosta), ci sono dei capitoli su cui avete intenzione di intervenire? Pensate che il servizio clienti possa essere migliorato?
In qualsiasi momento, la sicurezza e la soddisfazione dei nostri passeggeri hanno la priorità per noi. Per questo motivo, è chiaramente fonte di dispiacere apprendere di casi come quelli in oggetto, sebbene si tratti, ovviamente, di situazioni eccezionali.
Per evitare il rischio che i passeggeri perdano l’autobus dopo una sosta, sensibilizziamo costantemente gli autisti che operano il servizio sulle nostre linee sull’importanza di comunicare in modo chiaro la durata della stessa, e così continueremo a fare. Non escludiamo tuttavia di disporre, di qui in avanti, ulteriori misure con l’obiettivo di scongiurare ancora di più questa eventualità: il nostro obiettivo resta quello di portare a destinazione in modo puntuale e sicuro chiunque viaggi con noi, e in questa direzione lavoreremo sempre.
Analogamente, siamo costantemente all’opera per migliorare i processi di assistenza al cliente, per poter gestire le eventuali richieste in modo quanto più efficace e rapido possibile.
Allo stesso tempo, è importante ricordare alle persone che, in quanto operatore di linea, anche noi, come le aziende del trasporto ferroviario, marittimo e aereo, eroghiamo un servizio che è necessariamente vincolato a una tabella oraria con orari predefiniti.
Soprattutto qualora a bordo si trovino altre persone il cui viaggio preveda un’interconnessione, che potrebbero quindi perdere la propria coincidenza in caso di ritardi, è tanto più importante sensibilizzare i passeggeri in merito a questa responsabilità.
Secondo lei, quale sarà il principale motore di crescita dei viaggi in autobus nei prossimi anni? Pensa che i biglietti ‘low cost’ siano ancora un driver di crescita per i viaggi in bus, o prospetta una scelta del cliente a partire da altre leve?
Sicuramente il fattore del prezzo resterà una leva attrattiva anche in futuro. D’altronde, la nostra visione è da sempre quella di garantire a chiunque la possibilità di spostarsi con facilità e in modo sostenibile, indipendentemente dallo status economico.
Detto ciò, negli anni sono andati delineandosi fattori d’attrazione che si sono via via affiancati a quello del prezzo: in primis, quello della sostenibilità. Già negli anni precedenti all’emergenza sanitaria erano sempre di più le persone, giovani e meno giovani, che optavano per soluzioni alternative all’aereo, sebbene questo implicasse necessariamente tempi molto più lunghi. In particolare, credo che la sensibilità delle nuove generazioni per il tema ambientale giocherà un ruolo decisivo per il futuro del settore.
In secondo luogo, come emerso da una ricerca finanziata proprio da FlixBus nel 2023, sono tante le comunità di amici che attribuiscono all’autobus una componente “sociale”, ideale per condividere un viaggio in compagnia sulle lunghe tratte, godendosi l’itinerario senza la fretta di arrivare a destinazione. È lo stesso ritorno a ritmi più dilatati a cui aspira chi, durante la pandemia, ha sentito la necessità di rallentare, e che evidentemente ritrova quel concetto di “tempo di qualità” anche in una corsa in FlixBus con le persone a cui vuole bene.
Flixbus tra Giubileo, PNRR e transizione energetica
Secondo le stime, il Giubileo porterà quest’anno 25 milioni di turisti a Roma. Che impatto prevedete sulle vostre attività?
Nel corso del 2025, ci aspettiamo un afflusso importante sulle nostre corse per la Capitale. Non solo Roma è un hub importantissimo per la rete domestica di FlixBus, ma è anche una destinazione internazionale di grande richiamo nel nostro network internazionale.
La disponibilità di collegamenti diretti fra la stazione di Tiburtina e importanti città europee del mondo cattolico come Parigi, Francoforte o Monaco di Baviera avrà verosimilmente un ruolo importante nella mobilità dei pellegrini in arrivo dall’estero.
Siamo pronti ad accogliere chi arriverà dall’estero e dalle altre regioni d’Italia, con l’auspicio che il viaggio a Roma possa essere occasione, per chi arriva da lontano, anche di esplorare il territorio circostante e conoscerne le bellezze e l’inestimabile patrimonio storico-culturale.
Sempre in termini di impatti sul business FlixBus (e gomma in generale) in Italia, il PNRR prevede importanti investimenti sul potenziamento della rete ferroviaria…
Abbiamo sempre sposato l’idea di un’intermodalità nei trasporti, quale elemento decisivo per l’affermazione di forme di mobilità più sostenibili grazie all’uso combinato di mezzi collettivi in alternativa all’auto personale.
Per questo salutiamo favorevolmente la prospettiva di nuovi investimenti nella rete ferroviaria italiana, nell’ottica che l’autobus possa offrirsi come soluzione complementare al treno per percorrere itinerari che la ferrovia lascia scoperti.
Proprio per questo, tuttavia, credo sia importantissimo ribadire la centralità del trasporto su gomma per migliaia di Italiani che ogni giorno fanno i conti con le carenze infrastrutturali che penalizzano tante aree del nostro Paese. Nondimeno, vale la pena ricordare che i viaggi in autobus possono offrirsi efficacemente come volano economico in territori di grande valore turistico ma mal collegati, il cui potenziale rischia di restare inespresso. Di qui, la necessità di investimenti anche in questo comparto.
A livello di gruppo, Flix ha in corso progetti di sperimentazione di tecnologia a idrogeno e a batteria. Come si riverbereranno questi progetti sulle attività italiane? Qui state puntando sull’HVO. Il progetto partito a metà 2024 ha già fornito qualche dato?
I risultati del test condotti sull’HVO sono stati soddisfacenti, in quanto abbiamo rilevato un sostanziale pareggio nei consumi rispetto al Diesel. E difatti, alcuni dei nostri partner hanno già deciso di ricorrere a questa fonte di alimentazione per lo svolgimento del servizio.
In generale, l’approccio di Flix alla trasformazione della flotta rimane improntato a un principio di neutralità tecnologica: siamo consapevoli che fonti di alimentazione diverse potrebbero avere una rilevanza diversa in aree geografiche specifiche, in base a fattori quali il clima, la conformazione del territorio e, ovviamente, la rete di approvvigionamento. Per questo motivo, siamo aperti a percorrere strade diverse, cogliendo tutte le opportunità esistenti per avvicinarci all’obiettivo di Net Zero, fissato al 2040 per l’Europa e al 2050 a livello globale. In questo contesto, si inserisce anche il lancio, annunciato oggi, delle prime linee a LNG in Italia, nell’ambito della collaborazione internazionale con Scania e Irizar.
Il mercato dell’autobus italiano, in termini di immatricolato, va a gonfie vele, e il turismo mostra decisi segni di recupero. Se le vendite non hanno raggiunto quota 2019, secondo gli addetti ai lavori, è anche perché la capacità produttiva degli OEM non l’ha consentito. Senza contare l’altro collo di bottiglia della carenza conducenti. La sensazione è che la crescita del segmento avrebbe potuto essere maggiore e abbia le ali in un certo senso tarpate. Condividete questa percezione?
Sicuramente le difficoltà vissute dai costruttori negli anni della pandemia, che ancora portano con sé strascichi visibili, come anche la già citata carenza di autisti, hanno implicazioni sull’andamento generale.
Siamo fiduciosi, tuttavia, che si possa riprendere la rotta verso una nuova crescita del settore, trainata da investimenti mirati e supporti alle aziende del settore, come anche da politiche attive in campo di formazione per l’inserimento di nuovi autisti.
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