Il 2025 delle telecomunicazioni italiane inizia con le polemiche sul ruolo di Elon Musk e uno dei suoi progetti industriali, Starlink, la costellazione di satelliti a bassa quota.
Come la maggior parte dei progetti di Musk, anche Starlink è una soluzione molto innovativa che si distingue dagli altri servizi satellitari per la combinazione di tecnologie e architetture di rete avanzate.
L’innovazione della soluzione Starlink: facciamo chiarezza
Va innanzitutto premesso come ci sia un po’ di confusione sul tema dell’innovazione della soluzione Starlink, che ha almeno due declinazioni: la prima riguarda in generale le performance dei servizi di connettività a banda ultralarga; la seconda attiene invece alla sicurezza delle comunicazioni.
Nel seguito ci concentreremo sul primo aspetto, mentre per il secondo rimandiamo a successivi approfondimenti e alle possibili considerazioni di natura geopolitica, anche in considerazione dei vincoli che prevedono le autorizzazioni dell’Federal Communications Commission (FCC) in situazioni di emergenza e di sicurezza nazionale.
Starlink, un cambio di paradigma nella connettività satellitare
Innanzitutto, Starlink rappresenta un cambiamento di paradigma nella connettività satellitare. Grazie all’uso di satelliti LEO, laser inter-satellite, antenne avanzate e un’architettura di rete scalabile, Starlink riesce a fornire servizi a banda ultralarga con bassa latenza, superando le limitazioni dei tradizionali servizi satellitari geostazionari.
In modo molto schematico, la tabella seguente riassume le principali caratteristiche di una costellazione Low Orbit Satellite (LEO), come Starlink, rispetto alla tradizionale soluzione Geostationary Satellite (GEO), ad esempio Eutelsat VHTS (Very High Throughput Satellite).
Tab. 1 – Confronto servizi LEO vs GEO
LEO (es. Starlink) | GEO (es. Eutelsat VHTS) | |
Caratteristica | LEO, costellazione | GEO, singolo satellite |
Orbita | Bassa (ca 500 km) | Geostazionaria (ca 36.000 km) |
Numero di satelliti | >6.500, in crescita | singolo |
Capacità totale | 100.000+ Gbps | 500 Gbps |
Capacità per satellite | Gbps (V1-V2 mini) | 500 Gbps |
Latenza | 20-40 ms | 600 ms |
Copertura | Globale | Europa e Africa |
Scalabilità | Dinamica, lancio continuo | Limitata al satellite |
Fonte: analisi PTS, 2025
Le caratteristiche Starlink che fanno la differenza
In sintesi, la superiorità delle costellazioni LEO è riconducibile alle performance, sia in termini di latenza che di scalabilità, visto che i satelliti sono posizionati su un’orbita ideale per ridurre la latenza e la loro numerosità garantisce un elevato livello prestazionale (tipicamente superiore a 100 Mbps in download) e una capacità di banda complessiva che è già rilevante e continua a crescere rapidamente in funzione del piano di espansione dei satelliti in corso.
Inoltre, le antenne Starlink sono autodirezionali, il che significa che possono seguire i satelliti automaticamente senza necessità di regolazione manuale e la tecnologia beamforming consente una distribuzione dinamica della capacità, ottimizzando la larghezza di banda in base alla domanda.
Un’ulteriore caratteristica rilevante è l’utilizzo di laser inter-satellite, che permette la comunicazione diretta tra i satelliti, senza passare per stazioni terrestri, con il conseguente miglioramento della resilienza della rete e una trasmissione più veloce dei dati su lunghe distanze.
Infine, non meno importante, la copertura della costellazione Starlink è sostanzialmente globale.
Starlink e la sicurezza
Dal punto di vista della sicurezza, il punto di forza di Starlink risiede nella crittografia avanzata, nell’uso di laser inter-satellite, nella rete distribuita e nelle antenne direzionali. Queste tecnologie rendono più difficile intercettare, disturbare o compromettere il sistema rispetto ai satelliti geostazionari tradizionali, garantendo una connessione più sicura e resiliente per utenti civili, governativi e militari.
Mercati di riferimento e ambiti applicativi
Un’ulteriore caratteristica distintiva della soluzione Starlink è l’ampiezza dei soggetti ai quali si rivolge e degli ambiti applicativi. A differenza di altri operatori, Starlink si rivolge sia ai privati che alle imprese e alle istituzioni e il peso dei diversi mercati evolverà in funzione delle opportunità che si andranno a creare, ovvero che Starlink riuscirà a generare.
L’offerta Starlink
L’offerta Starlink viene presentata come una soluzione per garantire l’ubiquità dell’accesso a banda ultralarga (con velocità in download tra 25 e 220 Mbps), sia in postazione fissa che in mobilità, con applicazioni specifiche per veicoli, aerei e navi. Non a caso, i “piani di servizio” vengono attualmente ricondotti a tre ambiti principali per il mercato consumer: (i) Residenziale; (ii) Roaming; (iii) Imbarcazioni. Per il mercato business, gli ambiti diventano: (i) Sede fissa; (ii) Mobilità su terra; (iii) Marittimo.
Per quanto possa essere rilevante la capacità di banda disponibile è chiaro il problema dell’allocazione efficiente, dal punto di vista industriale e della massimizzazione dei profitti, delle risorse disponibili. Bisogna, quindi, leggere con attenzione i vincoli posti in termini di priorità e di volumi di traffico. Come viene riportato sul sito web: “le velocità indicate di seguito e l’uso ininterrotto dei Servizi non sono garantiti. Le velocità effettive potrebbero essere inferiori a quelle previste durante i periodi di utilizzo elevato. Le prestazioni variano in base alla posizione, all’ora del giorno e alla precedenza che Starlink assegna ai tuoi dati nella rete in base al tuo piano di servizio”.
Tutela del consumatore e trasparenza informativa
Per quanto riguarda la tutela del consumatore e la trasparenza informativa, rispetto al lancio la situazione è sicuramente migliorata molto, ma le informazioni disponibili sul sito sono ancora sintetiche e la chiarezza è migliorabile se confrontata alle migliori pratiche del mercato. E’ comprensibile la complessità per un operatore globale di seguire l’evoluzione regolamentare di ogni singolo Paese, ma queste sono le regole del gioco. Basti pensare a quanto previsto dalla Delibera AGCom 255/24 in materia di servizi di Assistenza Clienti e l’accessibilità anche attraverso il tradizionale canale telefonico (gli operatori hanno comunque 12 mesi per adeguarsi).
Fig. 1 – Offerta residenziale Starlink
Fonte: sito web, 2025
Piani e bandi pubblici
Le prestazioni garantite della soluzione Starlink richiedono naturalmente di considerare il possibile contributo alla definitiva risoluzione del problema del digital divide infrastrutturale, nonché al rispetto delle tempistiche previste dalla strategia nazionale sulla banda ultralarga.
Per il vero il tema non è di per sé originale e molti Paesi hanno valutato nei propri piani il contributo del satellite per colmare il gap di copertura, in modo temporaneo e/o definitivo. Ad esempio, nell’esperienza francese i documenti di pianificazione e programmazione hanno sempre considerato le soluzioni radio (sia mobili che satellitari) come una componente base della strategia e vi sono specifici contributi per favorire l’attivazione dei servizi a copertura dei costi di installazione.
Benvenga, quindi, la valutazione del possibile contributo del satellite, che rimane comunque complementare rispetto alla sfida di portare la fibra ottica in modo più capillare possibile, e nel pieno rispetto della neutralità tecnologica e delle procedure di trasparenza e parità di trattamento nelle gare pubbliche.
Il bando di Regione Lombardia
Proprio in questi giorni, la Regione Lombardia ha fatto da “apripista” pubblicando un bando da 4 milioni di euro per la “sperimentazione satellitare per connessioni a banda ultra-larga, nell’ambito della nuova Strategia Nazionale per la Banda Ultra Larga 2023-2026”. La sperimentazione durerà due anni e sono previsti due lotti territoriali, con un’aggiudicazione basata sull’offerta economicamente più vantaggiosa e una componente tecnica che pesa per il 70% della valutazione complessiva. La sperimentazione è però incentrata “sullo sviluppo di reti ibride con backhauling satellitare in aree sprovviste di connettività o con scarsa connettività”.
Fig. 2 – Modello architetturale della sperimentazione Lombardia
Fonte: Capitolato Tecnico, 2025
Possibile monopolio e la risposta dell’Unione Europea
Tra le tematiche che sono state oggetto di discussione vi è anche il rischio della creazione di un monopolio da parte di Starlink, con conseguenti ripercussioni competitive e geopolitiche.
Va innanzitutto ricordato come Starlink sia il risultato di una sfida industriale che trova origine circa dieci anni fa e l’avvio dei servizi nell’ultimo quinquennio, mettendo a frutto quanto suggerito dagli esperti delle telecomunicazioni satellitari e raccogliendo fondi privati per sostenere l’impresa.
La costellazione LEO di Eutelast e il progetto Amazon Kuiper
Allo stesso tempo, l’interesse per le costellazioni LEO è stato ovviamente raccolto anche da parte altri attori, anche se con risorse e capacità esecutiva largamente inferiori. In particolare, anche l’operatore europeo Eutelsat dispone di una propria soluzione (One Web), con circa 600 satelliti (su un target di meno di 700) su un’orbita però più alta (1.200 km) e con l’utilizzo di gateway terrestri che ne condizionano le performance. Inoltre, Eutelsat One Web è destinata ad aziende e istituzioni. La canadese Telesat ha annunciato un progetto simile a quello di Eutelsat (circa 200 satelliti su orbita 1.000-1.300 km), mentre il progetto Amazon Kuiper entra di fatto sullo stesso mercato di riferimento e con una soluzione solo più direttamente confrontabile a Starlink (target oltre 3.000 satelliti su orbita attorno ai 600 km). Il lancio commerciale di Amazon Kuiper è previsto tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Non vanno, infine, dimenticati i progetti cinesi (in particolare GuoWang e Qianfan) per realizzare entro i primi anni del prossimo decennio due costellazioni LEO di oltre 10.000 satelliti ciascuna.
Il progetto europeo IRIS2
Nel dibattito degli ultimi mesi si è anche parlato del progetto IRIS2 (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite) uno dei pilastri del programma spaziale europeo, che coinvolge i principali operatori satellitari e costruttori europei. L’obiettivo strategico è quello di “affrontare le sfide in termini di sicurezza, protezione e resilienza offrendo servizi di connettività avanzati per gli Stati membri e le autorità governative, nonché servizi a banda ultralarga nelle aree più remote.
Rispetto alle tempistiche iniziali (2027), attualmente l’operatività è prevista non prima del 2030, con una costellazione multi-orbitale di 290 satelliti con un investimento di oltre 10 miliardi di euro, di cui oltre 4 miliardi di fondi privati. Il contributo dell’Italia è di circa 750 milioni di euro.
Il progetto ha sicuramente una valenza strategica in termini di sovranità e sicurezza, ma non rappresenta di fatto un concorrente globale per Starlink.
Conclusioni
In definitiva, per quanto riguarda il ruolo delle soluzioni satellitari per lo sviluppo della connettività si possono fare due considerazioni.
In primo luogo, le soluzioni LEO sono ormai fondamentali per garantire l’effettiva ubiquità dei collegamenti a banda ultralarga, ma rimangono complementari rispetto alle altre soluzioni tecnologiche per i servizi in postazione fissa e in mobilità, a cominciare dalla fibra ottica. Il contributo alla copertura delle aree remote è sempre stato considerato, ma oggi diventa sicuramente più concreto e con un’estensione probabilmente superiore al passato;
Per quanto riguarda l’effettivo sviluppo di un mercato concorrenziale, il vantaggio accumulato da Starlink è rilevante, con un obiettivo di utilizzare a regime 42.000 satelliti, ma soprattutto un servizio già pienamente operativo con migliaia di satelliti e ulteriori oltre 10.000 satelliti già autorizzati. Solamente nei primi giorni del 2025 sono stati messi in orbita 24 nuovi satelliti. In sostanza, Starlink rimarrà, con ogni probabilità, il leader e il punto di riferimento del mercato, ma dovrà confrontarsi in particolare con i progetti cinesi e di Amazon. Il ruolo dell’Europa è invece destinato ad essere relativamente marginale, al netto degli ambiti “strategici” di pubblico interesse.
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