Scuola in Friuli Venezia Giulia, «troppi precari»: più 50 per cento negli ultimi dieci anni

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Troppi precari e stipendi troppo bassi. Con il rinnovo contrattuale in vista, i sindacati del settore si augurano che il 2025 sia l’anno di svolta per il mondo della scuola anche in Friuli Venezia Giulia.

La Uil ha denunciato un aumento del 50% in dieci anni di lavoratori non stabilizzati: secondo i calcoli del sindacato, nel 2014 in regione si contavano circa 3.000 tra supplenti e personale Ata precario, oggi sarebbero 4.500.

«È ora di fermarsi e partire dalla consapevolezza che si tratta di un sistema fallimentare», afferma Ugo Previti, segretario generale della Uil Scuola Rua del Friuli Venezia Giulia, invocando un radicale cambio di rotta.

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Secondo la Uil, bisogna assumere tutti gli idonei dei concorsi precedenti e in corso, trasformare tutti i posti da organico di fatto in organico di diritto, per poi stabilizzare i precari. «In tutti gli ordini scolastici abbiano stimato che ci siano circa 700 o 800 docenti in regione che svolgono supplenze brevi e ricevono anche lo stipendio in ritardo». L’aumento esponenziale dei precari in regione rifletterebbe il quadro nazionale: «Dieci anni fa erano 120 mila i supplenti a livello nazionale, ora abbiamo superato i 250 mila», aggiunge Previti.

Numeri che non convincono l’Ufficio scolastico regionale. «Grazie ai concorsi che abbiamo completato entro il 31 agosto di ogni anno non abbiamo lasciato situazioni di arretrato e, a differenza di altre regioni italiane, non abbiamo un aumento del precariato», spiega la dirigente Daniela Beltrame, chiarendo che i numeri dei concorsi corrispondono ai posti vacanti dopo le nomine in ruolo.

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Per l’anno scolastico 2025-2026, tramite i concorsi Pnrr 2 appena banditi potranno essere coperti con nomine in ruolo 535 posti, di cui 271 posti di scuola infanzia e primaria e 264 di scuola secondaria di primo e secondo grado. «Questi sono i posti vacanti residuati dal 1° settembre 2024 dopo le cessazioni, dopo la mobilità in uscita, dopo le nomine in ruolo effettuate entro l’estate 2024 con decorrenza dall’anno scolastico 2024-2025».

L’Ufficio scolastico regionale è ora impegnato nella costituzione di 23 commissioni: tre per infanzia, primaria e sostegno e 20 per la scuola secondaria.

I candidati sono 603 per la scuola dell’infanzia e la primaria e 2.496 per la scuola secondaria. «Quelli di cui parla la Uil sono posti dei supplenti, non posti vacanti e non possono essere utilizzati per fare nomine in ruolo», puntualizza ancora Beltrame, secondo cui «i due dati – numero dei supplenti e numero dei posti destinabili ai concorsi per le nomine in ruolo – non sono confrontabili».

È più cauta sulle percentuali citate dalla Uil, ma conferma di fatto i numeri la Cgil. Il segretario regionale Flc Cgil Massimo Gargiulo fornisce anche il dettaglio: solo sull’organico stabile sono 2.135 i docenti precari – di cui circa 1.500 docenti di sostegno e 700 nei posti comuni – cui si sommano altri 436 posti dell’organico di fatto.

A questi vanno affiancati circa 900 posti di personale Ata. «E dobbiamo aggiungere l’esercito delle supplenze brevi per maternità, malattie, congedi straordinari per la legge 104», commenta il sindacalista. «Il glossario burocratese distingue tra posti vacanti, supplenza breve e saltuaria. La nostra nozione di precario è facile: il lavoratore che non ha un contratto a tempo indeterminato. Tra docenti e personale Ata potrebbero essere tra i 4.300 e i 4.500 in regione», conferma Gargiulo. Che vede un problema anche di diritti. «A parità di lavoro svolto dovrebbe esserci una parità di diritti che i nostri contratti ancora non realizzano».

Distingue invece tra supplenti e posti vacanti anche la segretaria regionale Cisl Scuola, Antonella Piccolo, che stima in circa 200 i docenti che potrebbero essere stabilizzati con le immissioni in ruolo. «Per l’anno scolastico 2024-25 erano previste 935 immissioni in ruolo, ma con le ultime arriviamo circa a 700. Il problema però è un altro».

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Dal 2022 al 2024, ricorda Piccolo, sono stati banditi tre concorsi: uno ordinario – lanciato nel 2020 e che si è svolto nel 2022 – il concorso Pnrr 1 e il Pnrr2. «Molti docenti che hanno superato i primi due ma non sono rientrati nel contingente, sono ancora in attesa di stabilizzazione e alcuni si sono iscritti al terzo concorso», non avendo certezza di quale fosse la propria posizione in graduatoria.

Per Piccolo, ci vuole un sistema di reclutamento diverso, che attinga anche dalle graduatorie «perché i concorsi da soli non bastano. Per la scuola primaria, i posti di sostegno e le materie scientifiche si è sempre assunto un numero insufficiente di docenti e si è sempre al di sotto del 50% di stabilizzazione».



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