In questo numero: Reporting Esg, la Bei teme i nuovi standard Ue – Rating Esg, fornitori accusati di pregiudizi anti-israeliani – Usa, anche Blackrock cede agli anti-Esg – Le sei maggiori banche Usa lasciano l’Alleanza Net Zero – Cina, rally per il mercato del carbonio nel 2024 – L’allineamento alla Tassonomia fa bene alle azioni
La “Rassegna stampa aumentata ESG” di ETicaNews, è un resoconto di analisi e commenti, principalmente orientato a livello internazionale, che punta la lente su alcuni dei principali snodi dell’informazione sui temi di sostenibilità negli ultimi sette giorni. Dando la precedenza agli argomenti su cui l’attenzione di ETicaNews è costante.
reporting esg, la bei teme i nuovi standard ue
- OGGETTO – La Banca europea per gli investimenti teme un «disastro reputazionale» se dovrà applicare le nuove regole di reporting Esg dell’Ue
- DATA – 7 gennaio 2025
- FONTE – EIB fears ‘reputational disaster’ over revised EU green reporting
- PAROLE CHIAVE: Bei, reporting Esg, Jean-Christophe Laloux, rischio reputazionale, tassonomia, investimenti verdi, combustibili fossili, portafoglio, Green Asset Ratio
La Banca europea per gli investimenti (Bei) teme un «disastro reputazionale» se dovrà applicare le nuove regole di reporting Esg dell’Unione europea a partire da quest’anno. Lo rivela il Financial Times, che ha visto una lettera interna, riservata ai colleghi, in cui il capo delle operazioni della Bei, Jean-Christophe Laloux, ha avvertito di un «grave rischio reputazionale» per la banca derivante dalle nuove regole di rendicontazione sostenibile dell’Ue, che quest’anno richiedono una tassonomia che classifichi gli investimenti verdi. Il più grande prestatore multilaterale al mondo ha dichiarato di aver eliminato gradualmente dal 2021 tutti gli investimenti in combustibili fossili dal suo portafoglio di prestiti da oltre 500 miliardi di euro. Tuttavia, dalla corrispondenza trapelata emerge che le nuove regole distruggerebbero le credenziali climatiche dell’istituto poiché costringerebbero la banca a dichiarare un Green Asset Ratio, lo standard Ue che mostra la percentuale delle attività rispettose del clima, di circa l’1%, rispetto al suo attuale Climate Action Ratio superiore al 50%, basato su metriche definite dalla Bei stessa.
Rating Esg, fornitori accusati di pregiudizi anti-israeliani
- OGGETTO – Msci ha respinto una mozione del National Center for Public Policy Research che chiede di rimuovere «i pregiudizi anti-israeliani dai suoi criteri di rating Esg»
- DATA – 6 gennaio 2025
- FONTE – MSCI pushes back against shareholder proposal claiming anti-Israel bias
- PAROLE CHIAVE: Msci, National Center for Public Policy Research, rating Esg, Morningstar Sustainalytics, Israele, Human Rights Watch, Consiglio per i diritti umani dell’Onu, Amnesty International, Sec, diritti umani
Msci ha respinto una mozione degli azionisti che chiede di rimuovere «i pregiudizi anti-israeliani dai suoi criteri di rating Esg». La risoluzione è stata presentata dal National Center for Public Policy Research, un think tank conservatore che ha accusato il fornitore di rating di avere «un distinto pregiudizio anti-israeliano e un doppio standard nei confronti di Israele». Secondo il gruppo di lobby conservatore, Msci abbassa i punteggi Esg delle aziende che operano in Israele, applicando una penalità di «grave controversia» alle loro valutazioni. Le valutazioni si basano sulle segnalazioni di Human Rights Watch, del Consiglio per i diritti umani dell’Onu e di Amnesty International, ritenute «fortemente distorte e moralmente corrotte» dal think tank. In risposta alla proposta, Msci ha presentato una richiesta di «non azione» alla Securities and Exchange Commission statunitense. Msci non è il primo fornitore ad affrontare pressioni sulla questione: dopo anni di controversie, a dicembre Morningstar ha annunciato che la sua controllata Sustainalytics non prenderà più in considerazione le questioni relative ai diritti umani nella «zona del conflitto israelo-palestinese», in parti dell’Ucraina e in altre regioni coinvolte in »dispute territoriali contigue» nella sua ricerca Esg a causa delle preoccupazioni sull’affidabilità delle informazioni provenienti da queste aree.
usa, anche blackrock cede agli anti-esg
- OGGETTO – BlackRock ha annunciato che lascerà la Net-Zero Asset Managers Alliance dopo anni di pressioni da parte dei politici repubblicani
- DATA – 9 gennaio 2025
- FONTE – BlackRock Leaves Major Climate Group Amid Wall Street Exodus
- PAROLE CHIAVE: BlackRock, Net-Zero Asset Managers Alliance, clima, repubblicani, Stati Uniti, riscaldamento globale, investimenti, Donald Trump
BlackRock, il più grande gestore patrimoniale al mondo, ha annunciato che lascerà la Net-Zero Asset Managers Alliance, il principale gruppo di investitori per il clima. La mossa, che è stata annunciata il 9 gennaio in una lettera ai clienti, arriva dopo che il gestore di oltre 11 trilioni di dollari è stato ripetutamente preso di mira dai politici repubblicani negli Stati Uniti per i suoi sforzi contro il riscaldamento globale e per aver adottato quelle che i conservatori del Gop definiscono “politiche woke”. La società ha dichiarato che l’appartenenza al gruppo per il clima «ha causato confusione riguardo alle pratiche di BlackRock e ci ha sottoposto a indagini legali da parte di vari funzionari pubblici». Il gigante degli investimenti è l’ultimo di una lunga lista a cedere alle crescenti pressioni che negli ultimi anni hanno causato un esodo di massa dalle alleanze per il clima da parte dei giganti di Wall Street che, con l’imminente ritorno alla Casa Bianca del presidente eletto Donald Trump, si stanno preparando a ulteriori attacchi alla finanza climatica.
le sei maggiori banche usa lasciano l’alleanza net zero
- OGGETTO – Dall’inizio di dicembre ai primi di gennaio, tutte e sei le più grandi banche degli Stati Uniti hanno lasciato la Net Zero Banking Alliance in vista del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca
- DATA – 8 gennaio 2025
- FONTE – Six big US banks quit net zero alliance before Trump inauguration
- PAROLE CHIAVE: Net Zero Banking Alliance, banche, Wells Fargo, Goldman Sachs, Citigroup, Bank of America, Morgan Stanley, JPMorgan, Stati Uniti, obiettivi climatici, repubblicani, Donald Trump
Dall’inizio di dicembre ai primi di gennaio, tutte e sei le più grandi banche degli Stati Uniti hanno lasciato la Net Zero Banking Alliance, il gruppo per la definizione di obiettivi climatici nel settore bancario globale. Wells Fargo e Goldman Sachs sono state le prime a ritirarsi dall’alleanza sponsorizzata dall’Onu all’inizio di dicembre, seguite da Citigroup, Bank of America e Morgan Stanley alla fine dell’anno scorso; mentre JPMorgan è stata l’ultima big ad annunciare l’addio il 7 gennaio. Particolarmente significativa è l’uscita di Citigroup, che è stato uno dei membri fondatori della Nzba. Secondo gli analisti la mossa, che arriva poche settimane prima dell’inaugurazione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, mira a scongiurare gli attacchi anti-Esg da parte dei politici repubblicani. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, che ha promesso di deregolamentare il settore energetico, smantellare le regole ambientali e aumentare le trivellazioni di petrolio e gas, si prevede un’intensificarsi della reazione politica contro l’azione per il clima.
cina, rally per il mercato del carbonio nel 2024
- OGGETTO – Nel 2024 l’offerta totale di quote di carbonio sul mercato cinese è salita a 5,2 miliardi di tonnellate nel 2024, in aumento del 16% rispetto al suo debutto nel 2021
- DATA – 6 gennaio 2025
- FONTE – China’s Carbon Price to Face Pressure From Surplus This Year
- PAROLE CHIAVE: Cina, mercato del carbonio, settore energetico, alluminio, cemento, produzione di acciaio
Il 3 gennaio il ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente cinese ha dichiarato che l’offerta totale di quote di carbonio sul mercato nazionale, che attualmente copre solo il settore energetico, è salita a 5,2 miliardi di tonnellate nel 2024, in aumento del 16% rispetto al suo debutto nel 2021. Inoltre, ha aggiunto che l’anno scorso i prezzi sono aumentati del 23% su base annua a 97 yuan per tonnellata, mentre il valore delle transazioni è aumentato di oltre un quarto. Quasi tutte le utility hanno raggiunto con successo gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento. Quest’anno il mercato del carbonio cinese dovrebbe espandersi per coprire altre tre industrie inquinanti: alluminio, cemento e produzione di acciaio. Si stima che ciò aumenti l’offerta di permessi a 8 miliardi di tonnellate. Tuttavia, secondo un’analisi riportata da Bloomberg, un eccesso di offerta stimato di 300 milioni di tonnellate e la scadenza dei vecchi permessi a seguito di un cambiamento delle regole potrebbero rallentare il rally dei prezzi visto nel 2024.
L’allineamento alla tassonomia fa bene alle azioni
Secondo uno studio condotto da un team di accademici, che è stato classificato tra i primi del suo genere, un elevato allineamento della tassonomia è correlato a rendimenti azionari più elevati. La ricerca svela che le aziende classificate nel 20% inferiore per allineamento alla Tassonomia hanno mostrato rendimenti del -0,067% nei primi giorni dell’introduzione della Tassonomia sul mercato; mentre le aziende nel 20% superiore hanno registrato rendimenti positivi del +0,66%. Nello specifico, lo studio ha rilevato che un aumento di una deviazione standard nei ricavi allineati alla Tassonomia era correlato a rendimenti azionari mensili superiori alle attese di 30 punti base nel periodo di implementazione della Tassonomia. La ricerca ha riguardato un campione composto da 1.415 aziende provenienti da 23 mercati sviluppati nel periodo compreso tra gennaio 2017 e dicembre 2020. Gli autori del paper includono anche due membri del consiglio di amministrazione dell’Efrag, l’organismo di standardizzazione dell’Ue.
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