L’alluvione secondo Curcio. Opere urgenti, indennizzi, risorse: “Non perderemo tempo”

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Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi, diceva Tancredi ne Il Gattopardo. Sulla ricostruzione post alluvione, per non disperdere il lavoro della struttura commissariale del generale Figliuolo, occorre “rivedere piani e misure”, come “ha sempre fatto la Protezione civile“, ma anche “accelerare” e “lavorare, lavorare, lavorare”. È questo il mantra nel dialogo tra Michele de Pascale e Fabrizio Curcio: in Regione, dopo il primo summit ufficiale, il presidente regionale e il nuovo commissario incaricato dal Governo entrano spalla a spalla, sorridono, si scambiano strette di mano. E subito si respira un’aria nuova. Di cambiamento, appunto. La novità è quella chiesta più volte da de Pascale e puntualizzata da Curcio: “Una parte della struttura commissariale sarà sul territorio”. Tradotto: non verrà più gestito tutto da Roma, ma la presenza nei territori alluvionati sarà fisica e costante.

“Non perderemo neanche 10 minuti di tempo”, ripetono in coro presidente e commissario, che si lasciano guidare dagli anglicismi per spiegare “la fase due” della ricostruzione, “un lavoro intenso”: il primo è check, perché – spiega de Pascale – “serve capire quali aspetti normativi migliorare”, in fondo – aggiunge Curcio – “qualunque procedura necessita rivisitazioni”. L’altro è brainstorming, quello iniziato ieri di buon mattino insieme con prefetti, sindaci dei Comuni colpiti, presidenti di Provincia, vigili del fuoco, Consorzi di Bonifica. Presenti tra gli altri Enzo Lattuca (sindaco di Cesena), Matteo Lepore (sindaco di Bologna), Marco Panieri (sindaco di Imola), Valentina Palli (presidente della Provincia di Ravenna e sindaco di Russi), Jamil Sadegholvaad (sindaco e presidente della Provincia di Rimini), Andrea Baldini (sindaco di Argenta) e Giorgio Zanni (presidente della Provincia di Reggio Emilia e sindaco di Castellarano), oltre a Manuela Rontini (sottosegretaria alla Protezione Civile). L’ultimo è road map per individuare il percorso: nei prossimi 10 giorni ci saranno summit nei territori per analizzare gli interventi. Ieri il commissario ha visto Eugenio Giani (governatore della Toscana), oggi toccherà a Francesco Acquaroli (Marche).

“Da oggi è fondamentale che il lavoro di tutti evolva e migliori – puntualizza de Pascale –. Inizia una fase nuova: da parte mia vedrete l’ossessione di lavorare”. “Abbiamo condiviso una serie di priorità – aggiunge Curcio –, per me è un onore questo ruolo e voglio fare il punto per proseguire con maggiore efficacia: ringrazio il generale Figliuolo”. Eccole, le priorità: in primis “capire come accelerare significativamente sulle opere pubbliche – spiega de Pascale – già definite e finanziate, con un focus su quelle legate al Pnrr, per cui c’è più preoccupazione, e su quelle non ancora finanziate, per capire come farle cadere a terra”.

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C’è poi il tema indennizzi, su cui per il governatore occorre “una transizione ordinata” tra i commissari: “Accade spesso che le procedure all’inizio scontino poca richiesta – ragiona Curcio –: bisogna prendere confidenza con la piattaforma e c’è bisogno di tecnici. Spesso c’è una sorta di timidezza sugli indennizzi, non certo dai cittadini, ma perché ci sono tanti meccanismi che vanno tarati. Vogliamo capire come essere più reattivi: dobbiamo migliorare quei numeri, eventualmente trovando il modo di rivedere la distribuzione delle risorse”.

I piani speciali da 4,5 miliardi vanno rivisti perché “ci sono aspetti normativi che necessitano interventi urgenti”, chiosa de Pascale, e “non si capisce fino in fondo quale sia l’obiettivo”. “Vanno migliorati per poi renderli davvero attuabili”, insomma, anche perché sono “nati a seguito dell’alluvione di maggio 2023”, cioè prima dei fenomeni del ‘24. Per questo serve “una omogeneizzazione degli eventi, una gestione unica nonostante si parli di territori diversi tra loro”. Per de Pascale, poi, “le delocalizzazioni non vanno né demonizzate, né santificate: non possono diventare una scusa per non realizzare opere pubbliche, ma in alcuni casi si rivelano l’unica soluzione”. Infine, è di concerto l’idea che serva “un tavolo con il Governo per proporre innovazioni legislative, in maniere laica e operativa”, anche laddove “si attivasse uno strumento come il credito d’imposta, per usare al meglio quelle risorse”. “Insieme”, chiude Curcio, “una parola che mi piace molto”.



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