La mafia di Villaseta e il traffico di droga, scattano altri 22 arresti 

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Secondo capitolo dell’operazione che nelle scorse settimane aveva fatto luce sulla riorganizzazione delle famiglie mafiose di Villaseta e Porto Empedocle sgominando anche un vasto traffico di droga in provincia di Agrigento. I carabinieri del Nucleo Investigativo, guidati dal colonnello Vincenzo Bulla, hanno eseguito altre 22 misure cautelari all’alba di oggi. Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Ai trenta fermi, eseguiti neanche un mese fa, si aggiungono altre 22 misure cautelari. Alcuni indagati, che in precedenza erano finiti ai domiciliari, adesso vanno in carcere. Ma vi sono nuovi soggetti che oggi sono stati raggiunti da misura cautelare.

Ecco chi sono: Giuseppe Aliseo, 25 anni, di Canicattì; Calogero Bellaccomo, 40 anni, di Agrigento; Alfonso Bruccoleri, 59 anni, di Porto Empedocle; James Burgio, 33 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento; Antonio Crapa, 54 anni, di Favara; Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento; Valery Di Giorgio, 29 anni, di Agrigento; Stefano Fragapane, 29 anni, di Agrigento; Alessandro La Cola, 40 anni, di Canicattì; Massimo Lazzaro, di Agrigento; Calogero Morgana, 37 anni, di Agrigento; Giuseppe Nicastro, 36 anni, di Gela; Giuseppe Piscopo, 49 anni, di Gela; Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento; Stefano Rinallo, 39 anni, di San Cataldo; Gerlando Romano, di Agrigento; Rosario Smorta, 52 anni, di Gela; Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento. 

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GLI INDAGATI SONO 52

Domenico Blando, 68 anni, di Favara; Michele Bongiorno, 35 anni, di Favara; Pietro Capraro, 40 anni, di Agrigento; Ignazio Carapezza, 34 anni, di Porto Empedocle; Carmelo Corbo, 47 anni, di Canicattì; Samuel Pio Donzì, 26 anni, di Agrigento; Carmelo Fallea, 49 anni, di Favara; Cosimo Ferro, 36 anni, di Castelvetrano; Francesco Firenze, 39 anni, di Castelvetrano; Giuseppe Focarino, 59 anni, di Palermo; Cristian Gastoni, 32 anni, di Agrigento; Angelo Graci, 60 anni, di Castrofilippo; Alfonso Lauricella, 59 anni, di Porto Empedocle; Gaetano Licata, 40 anni, di Agrigento; Fabrizio Messina Denaro, di Castelvetrano; Fabrizio Messina, 50 anni, di Porto Empedocle; Gabriele Minio, 37 anni, di Agrigento; Roberto Parla, 53 anni, di Canicattì; Calogero Prinzivalli, 42 anni, di Agrigento; Angelo Tarallo, 45 anni, di Agrigento; Guido Vasile, 66 anni, di Agrigento; Nicolò Vasile, 44 anni, di Agrigento; Giuseppe Pasqualino, 34 anni, di Gela; Mirko Salvatore Rapisarda, di Gela; Emanuele Ricottone, di Marianopoli; Giuseppe Sottile, 38 anni, di Agrigento; Alfonso Tarallo, 45 anni, di Agrigento. Giuseppe Aliseo, 25 anni, di Canicattì; Calogero Bellaccomo, 40 anni, di Agrigento; Alfonso Bruccoleri, 59 anni, di Porto Empedocle; James Burgio, 33 anni, di Porto Empedocle; Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento; Antonio Crapa, 54 anni, di Favara; Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento; Valery Di Giorgio, 29 anni, di Agrigento; Stefano Fragapane, 29 anni, di Agrigento; Alessandro La Cola, 40 anni, di Canicattì; Massimo Lazzaro, di Agrigento; Calogero Morgana, 37 anni, di Agrigento; Giuseppe Nicastro, 36 anni, di Gela; Giuseppe Piscopo, 49 anni, di Gela; Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento; Stefano Rinallo, 39 anni, di San Cataldo; Gerlando Romano, di Agrigento; Rosario Smorta, 52 anni, di Gela; Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento. 

LE INDAGINI

Il nuovo provvedimento rappresenta il naturale sviluppo dei fermi scattati quattro settimane fa. Molte delle persone raggiunte oggi da misura cautelare comparivano già nella lista degli indagati del fermo disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Alcuni che si trovavano ai domiciliari si è visto aggravare la misura con quella della custodia in carcere. Le indagini – coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Luisa Bettiol – hanno fatto luce sulla riorganizzazione delle cosche mafiose di Villaseta e Porto Empedocle. La prima sarebbe stata guidata dal boss Pietro Capraro, tornato operativo dopo aver scontato oltre dieci anni di carcere nell’inchiesta “Nuova Cupola”; la seconda, invece, sarebbe stata saldamente nelle mani di Fabrizio Messina, fratello del boss ergastolano Gerlandino. L’odierno provvedimento, invece, colpisce i soggetti che gravitano intorno ai due clan e soprattutto persone che avrebbero avuto un ruolo nel traffico di sostanze stupefacenti. 





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