Come pagare meno tasse nel 2025 realmente dopo le modifiche fiscali in vigore?

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Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Come fare a pagare meno tasse nel 2025 dopo le modifiche fiscali al via? Sono diverse le nuove misure fiscali entrate in vigore dal primo gennaio e che contribuiranno a modificare gli stipendi e le pensioni degli italiani. 

Alla luce di tali novità approvate, ci si chiede allora se e quali sono le soluzioni per cercare di pagare meno tasse.

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  • Puntare sulle deduzioni piuttosto che sulle detrazioni 2025
  • Fringe benefit per i lavoratori dipendenti
  • Ancora ridotta la tassazione dei premi produttività 
  • Come pagare meno tasse investendo in Titoli di Stato e Buoni fruttiferi postali
  • Aderire al regime forfettario delle Partite Iva per pagare meno tasse
  • Cambia l’Ires che si riduce in casi specifici
  • Le modifiche per i rimborsi spese per le Partite Iva, compresi i forfettari
  • E ci sono anche altri regimi fiscali agevolati 


Puntare sulle deduzioni piuttosto che sulle detrazioni 

Il primo consiglio per pagare meno tasse nel 2025 è quello di preferire le deduzioni alle detrazioni, che quest’anno sono state ridotte e limitate. 

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Per risparmiare sulle tasse, molti normalmente ricorrono alle detrazioni fiscali, ma, considerando che sono state modificate quest’anno diventando molto meno convenienti per tantissimi, meglio sarebbe ricorrere alle deduzioni.

Queste ultime permettono, infatti, di ridurre direttamente il reddito imponibile su cui poi vengono calcolate le imposte.

Si possono, per esempio, dedurre i contributi previdenziali e assistenziali, assegni periodici corrisposti all’ex coniuge, i contributi e i premi derivanti da forme pensionistiche complementari e individuali, i contributi versati ai fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale, le spese mediche e di assistenza specifica per le persone con disabilità.

Ma anche:

  • i contributi previdenziali per gli addetti ai servizi domestici e familiari;
  • i contributi ed erogazioni a favore di istituzioni religiose;
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  • i contributi alle ONG riconosciute idonee che operano con i paesi in via di sviluppo;
  • le varie forme di erogazioni liberali.

Fringe benefit per i lavoratori dipendenti

Anche i fringe benefit permettono ai dipendenti di pagare meno tasse o, meglio dire, di ridurre le spese.

Per esempio, ricevendo buoni carburanti o buoni pasto, che si possono usare anche per fare la spesa, si possono ottenere diversi vantaggi. Lo stesso discorso vale comunque per tutti gli altri fringe benefit che per legge possono essere riconosciuti ai lavoratori fino a mille euro e fino a 2mila euro per i dipendenti con figli.  

Ancora ridotta la tassazione dei premi produttività

Si possono pagare meno tasse anche nel caso in cui si ricevano premi produttività. E’ stata, infatti, ancora confermata per tutto il 2025 la tassazione ridotta dal 10 al 5% sui primi 3 mila euro per i dipendenti che percepiscono un reddito inferiore a 80mila euro.

Come pagare meno tasse investendo in Titoli di Stato e Buoni fruttiferi postali

Un’altra soluzione per pagare meno tasse nel 2025 è quella di investire in Titoli di Stato, come i Btp, o in Buoni fruttiferi postali.

Si tratta di una scelta che permette quest’anno di poter usufruire di agevolazioni fiscali, considerando che tali prodotti finanziari sono stati esclusi dal calcolo ai fini dell’Isee.

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Ciò significa che con un valore più basso, non si abbassano le tasse ma possono aumentare le agevolazioni e i bonus di cui usufruire

Aderire al regime forfettario delle Partite Iva per pagare meno tasse

A volte valutare l’adesione al regime forfettario delle Partite Iva può risultare decisamente positivo per pagare meno tasse, considerando le aliquote uniche agevolate al 5% prima e al 15% poi se si soddisfano determinate condizioni, al posto della tassazione ordinaria Irpef che viene applicata non solo alle Partite Iva ordinarie, appunto, ma anche ai lavoratori dipendenti. 

Cambia l’Ires che si riduce in casi specifici 

Cambia anche l’Ires, che diventa premiale e prevede una riduzione dell’imposta di 4 punti, che passa così dal 24% al 20% per le imprese che investono e assumono, ma solo se si soddisfano specifiche condizioni, che sono nel dettaglio: 

  • aver accantonato come apposita quota riserva una quota non inferiore all’80% degli utili dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024;
  • un importo non inferiore al 30% degli utili accantonati nel 2024 e non inferiore al 24% nel 2023 deve essere destinato a investimenti che non devono, in ogni caso, essere inferiori a 20.000 euro;
  • le aziende devono anche aumentare gli occupati a tempo indeterminato di almeno l’1% e non devono aver fatto ricorso alla cassa integrazione nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 o in quello successivo.

Le modifiche per i rimborsi spese per le Partite Iva, compresi i forfettari

Un’altra novità interessante che riguarda il pagamento delle tasse è relativa ai rimborsi spese. Finora, infatti, i rimborsi spese pagati dal committente venivano considerati parte del reddito del professionista. 

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D’ora in poi, invece, non concorrono più a formare il reddito da lavoro autonomo e si tratta di una novità valida anche per le Partite Iva in regime forfettario.

Ciò significa che i rimborsi non sono più considerati come parte del reddito professionale, purché siano giustificati da costi effettivamente sostenuti dal professionista e addebitati al committente in modo dettagliato. 

E ci sono anche altri regimi fiscali agevolati 

A contribuire a ridurre il pagamento delle tasse ci sono anche altri regimi fiscali agevolati, come la cedolare secca per i proprietari di seconde case e oltre che decidono di affittarle, che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile), o il regime forfettario al 15% per le aziende inquadrate come start up, o la costituzione di Srl.

Quest’ultima tipologia di società è l’unica che può ridurre il proprio carico fiscale fino al 70%, diventando quella che paga meno tasse. Il regime fiscale prevede l’applicazione dell’lres e dell’Irap, ma anche la possibilità di dedurre le spese aziendali. 


 



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