Trieste, Harry’s Piccolo cambia volto: la nuova sfida degli chef Metullio e De Pra

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Un ristorante fine dining che punta a una formula pi� democratica, senza rinunciare a offrire un’esperienza unica. � questa la nuova sfida dello chef triestino Matteo Metullio, classe 1989, e dello chef Davide De Pra, bellunese di Falcade classe 1985, che a maggio riapriranno il ristorante due stelle Michelin, �Harry’s Piccolo�, in una nuova sede nel cuore di Trieste. Dopo l’ultimo servizio del 31 dicembre al Grand Hotel Duchi d’Aosta, il locale si trasferisce con un concept rivisitato e una struttura societaria diversa: mentre prima era di propriet� dell’albergo, ora Metullio diventa socio di maggioranza, affiancato da una serie di partner e investitori che sono De Pra, l’imprenditore triestino Paolo Bastiani e l’avvocato Andrea Leonardo Pedeferri. �Durante i lavori di ampliamento dell’hotel, abbiamo colto l’opportunit� di dare pi� spazio al ristorante e di ripensarne il concept. Dopo aver valutato diverse opzioni, questa nuova location si � rivelata perfetta�, spiega Metullio, la cui storia � iniziata all’Hotel Rosa Alpina di San Cassiano sotto la guida di Norbert Niederkofler, suo maestro. Ha poi proseguito il suo percorso a �La Siriola�, dove ha incontrato De Pra. Qui ha conquistato la sua prima stella Michelin nel 2013, all’et� di 24 anni, seguita dalla seconda nel 2017. A Trieste � tornato nel 2019. Il motivo? Puramente sentimentale: trascorrere pi� tempo con il figlio Nicol� e la moglie Elena.

Il momento giusto

La voglia di crescere e far evolvere la sua cucina � sempre stata nel suo DNA. Ora, il nuovo progetto arriva proprio nel momento ideale per essere sviluppato, trovando terreno fertile in una citt� in piena rinascita, che sta attirando un numero sempre maggiore di turisti e stranieri, stimolata anche da numerose proposte nel settore dell’ospitalit�, immobiliare e della ristorazione. Il nuovo ristorante infatti si inserisce in un quadro in continua evoluzione, capace di assorbire input e idee dall’estero. �Il nuovo “Harry’s Piccolo” – commenta chef Metullio – guarda non solo alla Trieste di oggi, ma a quella del futuro. In questo contesto dinamico, l’alta cucina che proporremo diventer� un catalizzatore per l’attrattivit� internazionale della citt�, raccontando la tradizione e la vocazione del capoluogo giuliano�.

La cucina in sala senza barriere

La Trieste del futuro in questo caso guarda a Parigi, a �La Table� di Bruno Verjus, chef, medico e critico gastronomico, e a �Verso� dei fratelli pugliesi Capitaneo in piazza Duomo a Milano, dove si crea un’atmosfera unica e intima grazie alla cucina a vista. Qui i commensali mangiano per lo pi� davanti a un bancone, osservando gli chef all’opera. Questo approccio, ispirato anche al concetto giapponese dell’omakase, sar� riproposto anche all’�Harry’s Piccolo�. Che sar� al civico 5A di via San Nicol�, strada pedonale del centro, al piano terra di un palazzo che ha segnato la storia del capoluogo giuliano. In stile eclettico, con una mescolanza di elementi manieristi e barocchi, � stato costruito a inizio ‘900 dalla famiglia Dreher e, prima di ospitare la Borsa nel 1928, ha accolto un ristorante e un salotto di ricevimento frequentati dal pubblico asburgico durante la Bella �poque. Spazi che oggi sono oggetto di un ampio restauro per trasformarli in appartamenti. E si inserisce in questo contesto la nuova avventura dell’�Harry’s Piccolo� che si riallaccer� in qualche modo a quegli anni. �Il locale sar� moderno nel concept, ma con un design che mescola il lusso contemporaneo a richiami dello stile degli anni ’20 – racconta Metullio –. Utilizzeremo legno, ottone e marmi. La cucina sar� completamente a vista, senza alcuna barriera tra noi e gli ospiti. Cucineremo direttamente davanti ai commensali, nello stile omakase. Il progetto prevede un grande bancone per sei persone, dove serviremo i piatti personalmente. Inoltre ci saranno sei tavoli tradizionali, di cui due in un priv�, per un totale di circa 26 coperti cui si aggiunge un dehors�.

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Un’esperienza unica e pi� light. Un invito a tornare

La brigata rimane la stessa, ci sar� per� qualche new entry in sala, per un totale di 12 persone a servizio. Il menu sar� interamente rivisitato, con un approccio pi� accessibile. �L’esperienza rester� unica e avvolgente – prosegue Metullio –, lavoreremo con produttori locali per far sentire agli ospiti l’essenza di Trieste e della Mitteleuropa. Offriremo tre percorsi di degustazione. Mi piacerebbe per� ridurre il numero di portate, in modo da proporre una spesa diversa, pi� contenuta, per dare a tutti la possibilit� di tornare pi� volte. Vogliamo lavorare su questo obiettivo anche ritoccando qualche altro aspetto. Chi vorr� aggiungere portate, ovviamente, sar� sempre accontentato. A pranzo proporremo inoltre una formula di “light lunch per adattarci al contesto della zona, dove si trovano numerosi uffici�.

La collaborazione con Il Grand Hotel Duchi d’Aosta

Nel frattempo, la prestigiosa sede storica del Grand Hotel Duchi d’Aosta continuer� a essere un riferimento per l’alta ristorazione sotto l’insegna Harry’s. La guida della cucina � stata affidata allo chef triestino Alessandro Pandullo, 38 anni, con esperienze presso il due stelle Michelin �San Domenico� di Imola (due stelle Michelin) e il �Roig Robi� di Barcellona. �Continueremo la collaborazione con l’hotel – conclude Metullio –, garantendo un canale pi� rapido per le prenotazioni dei loro clienti. In citt� loro sono un punto di riferimento per il lusso nell’ospitalit�, noi lo siamo per la ristorazione: lavorare insieme � naturale�.



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