alle elezioni tedesche sarà duello tra populismi

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L’ex leader della Linke ha alzato il tiro contro AfD e l’ha scelta come suo avversario in campagna elettorale. Nelle elezioni regionali a est, effettivamente, Wagenknecht è riuscita a drenare voti all’estrema destra, ma ora Weidel è molto avanti nei sondaggi

Al di là dei risultati del voto, è già chiaro che le due grandi protagoniste del voto tedesco di fine febbraio saranno Alice Weidel e Sahra Wagenknecht. La leader dell’estrema destra è in un momento di grazia: all’incoronazione a candidata cancelliera al congresso del suo partito ha alzato il tiro.

Resta da vedere quale sarà l’effetto del tono aggressivo che ha adottato sui sondaggi, ma AfD attualmente viene dato oltre il 20 per cento. Per quello che è da parecchio tempo il secondo partito in Germania ormai l’avversario da battere è la Cdu, indiscussa protagonista delle tirate di Weidel. L’ex economista di Goldman Sachs l’attacca da destra per aver proposto «la prima cancelliera verde» con un aggressivo riferimento alle politiche green di Angela Merkel e accusa i cristianodemocratici di non aver colto l’occasione per formare una maggioranza alternativa con l’estrema destra dopo la caduta del governo Semaforo.

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Oltre ai sondaggi positivi, i candidati di AfD si gloriano anche del sostegno di Elon Musk, che ha garantito a Weidel l’immensa visibilità di cui dispone su X: certo, magari non si tratta di una piattaforma che sposta davvero voti in Germania, ma dal punto di vista dei suoi seguaci, la leader si è guadagnata una legittimazione internazionale che ridicolizza la Brandmauer, il muro di fuoco verso destra della Cdu. Friedrich Merz, il candidato dei cristianodemocratici, ha legato la sua leadership all’indisponibilità a scendere a patti con l’estrema destra, ma è innegabile che ormai sono pochi i punti percentuali che separano Cdu e AfD.

La scommessa di Wagenknecht

Ma a rosicchiare terreno sotto i piedi Weidel potrebbe essere paradossalmente un partito molto lontano dall’estrema destra nelle rilevazioni, BSW. L’”alleanza” intorno all’ex capa della Linke Wagenknecht che dal nulla ha raggiunto la doppia cifra nei sondaggi ed è entrata in tre governi regionali dopo le elezioni all’est di settembre. BSW però è in caduta libera: dopo i successi iniziali, le ultime indagini danno il partito addirittura sotto la soglia di sbarramento del 5 per cento, quindi a rischio di non entrare al Bundestag.

Il congresso di partito a Bonn – ex capitale di un’epoca passata – era considerato addirittura a rischio spaccatura del neonato partito, ma Wagenknecht è riuscita a convincere anche gli scettici con una campagna elettorale che elabora le spinte iniziali che hanno portato alla fondazione del suo movimento e soprattutto individua un avversario. La leader, che pure è attiva nella politica tedesca da trent’anni, si pone come forza di rottura contro i partiti tradizionali: un ritornello comune nelle formazioni populiste, che però a qualcuno appare poco credibile, considerato che a pronunciarlo è una politica di professione.

Ma oltre agli insulti agli altri partiti – Merz della Cdu è «lo scendiletto dei Verdi», che a loro volta sono «sbronzi di guerra», mentre la Spd è «il partito taglia-pensioni» – e alla pace, Wagenknecht punta proprio sulla nostalgia dei bei tempi andati. La leader è un’appassionata della Ddr, ma durante il congresso sono stati chiamati in causa anche cancellieri-simbolo come Willy Brandt, Helmut Schmidt e Helmut Kohl: poi l’ex Linke ha per la prima volta individuato il bersaglio della sua campagna elettorale. Che è proprio AfD, o meglio «Aufrüsten für Donald», all’incirca «militarizzarsi per Donald».

BSW ha bisogno di prendere le distanze dall’estrema destra, con cui condivide il rifiuto di un’immigrazione «incontrollata» e una simpatia spinta per Vladimir Putin. Una delle leve su cui Wagenknecht ha voluto spingere di più per raggiungere quell’obiettivo è proprio il ritorno al potere di Donald Trump: nel suo elettorato può contare su un antiamericanismo diffuso, «Amis go home» è uno degli slogan che si sentono più spesso.

Ma l’ostilità per Washington – e l’indisponibilità a ospitare ancora le armi americane sul territorio tedesco – ha fatto anche da assist per attaccare direttamente Weidel. Fino a quel momento, i toni erano molto più rilassati: la leader di AfD per Wagenknecht era «il volto affascinante» dell’estrema destra, domenica è diventata la «fangirl di Musk». La segretaria ha individuato quello che per i sostenitori di Weidel è il punto più forte come debolezza intrinseca di un progetto contraddittorio che tiene insieme nazionalismo e vassallaggio nei confronti degli Stati Uniti di Trump, strenua ostilità all’automotive elettrico à la Tesla e adulazione totale per il campione di quel settore economico.

Vista la dismisura delle performance nei sondaggi, con AfD che porta a casa il quadruplo dei consensi di BSW, appare a prima vista una sfida impari. In realtà sul piano regionale, a settembre, i voti sono davvero fluiti dall’estrema destra ai rossobruni. Certo, se la dinamica del travaso possa ripetersi anche sul piano nazionale e Wagenknecht possa essere attrattiva sul territorio federale come lo è stata all’est, dove le posizioni rossobrune hanno tradizionalmente più appeal, è tutto da vedere.

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