Gli ingegneri gestionali dell’UniCal, fiore all’occhiello per una Calabria che vuole crescere

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di FRANCO BARTUCCIIl 2024 per gli studenti e i laureati in ingegneria gestionale dell’Università della Calabria, uniti tra l’altro dalle loro due associazioni IGeA allumni e IG Alumni UniCAl i laureati, che ne creano una caratteristica internazionale è stato di straordinario valore sociale, culturale e di merito per quanto riguarda anche il loro rapporto con il corpo docente e contestualmente il mondo esterno delle imprese in particolare.

Si cala in questo ambito l’iniziativa “L’impresa di fare impresa: storie di innovazione e coraggio per ispirare i giovani ingegneri gestionali”. Un ciclo di seminari nell’ambito del corso di “Innovation Management and Entrepreneurship” che ha permesso agli studenti di incontrare ingegneri Unical che hanno fondato imprese altamente innovative e che hanno scelto di crescere e svilupparsi in Calabria. 

Il ciclo di seminari si è concluso nei giorni scorsi dopo sette incontri con la consapevolezza di essere sulla strada giusta nel rispetto delle idee progettuali impiantate dai padri fondatori del corso che trovano le radici fin dal primo anno accademico dell’Università della Calabria 1972/1973.

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Il ciclo di seminari “L’impresa di fare impresa: idee, sfide, storie”, parte integrante del corso di “Innovation Management and Entrepreneurship” (Gestione dell’Innovazione e Imprenditorialità), è stato coordinato dal prof. Saverino Verteramo nell’ambito del corso di Laurea magistrale in Ingegneria gestionale.  Gli incontri con i giovani imprenditori coinvolti ha offerto agli studenti non solo una panoramica sulle potenzialità del fare impresa, ma anche un forte messaggio: innovare e realizzarsi professionalmente in Calabria è una opzione reale e non solo un sogno.

Gli ospiti, per lo più ingegneri gestionali fondatori di imprese altamente innovative nate prevalentemente in ambito universitario, hanno dimostrato come caparbietà, creatività e pazienza possano consentire il successo anche in un contesto complesso come quello calabrese.  

Si è passati da imprese ancora ‘giovani’ come la Clor Industry fondata da Luigi Longo, specializzata nella robotica industriale e che realizza, tra le altre soluzioni, trattori agricoli a guida autonoma, ad imprese un po’ più mature come Altrama Italia e Altilia. 

Giuseppe Naccarato, co-fondatore di Altrama, utilizza gli strumenti dell’innovazione digitale nel campo della promozione turistica in una logica di coinvolgimento di tutti gli attori (i portali dell’Ansa e quelli delle regioni Emilia Romagna, Piemonte e Calabria adottano le loro soluzioni).  

Massimo Ruffolo, fondatore di Altilia, ha sviluppato sofisticatissime soluzioni per l’automazione dei processi aziendali basate sullo sviluppo di strumenti per l’analisi e l’integrazione dei dati disponibili in azienda sotto diversi formati e sviluppando soluzioni proprietarie basate sull’intelligenza artificiale.

I loro clienti sono le più importanti aziende operanti nel settore bancario in tutto il mondo e i concorrenti diretti nella loro nicchia di mercato sono le grandi corporation mondiali dell’informatica (dati di Gartner Group, la più autorevole società nella elaborazione di ricerche di mercato). 

L’innovazione digitale è tuttavia utilizzabile anche nei contesti apparentemente più tradizionalisti: l’avvocato Angelo Greco ha raccontato come, a partire dal sito web “La legge per tutti”, è riuscito ad innovare il mondo delle consulenze giuridiche, facendo precise scelte di linguaggio più divulgativo ed esplorando senza sosta nuovi canali di comunicazione (dai video su youtube a tutti i social più diffusi, compreso Tik Tok).  

Oltre al racconto delle loro esperienze imprenditoriali, il ciclo di seminari ha previsto la presenza di persone in grado di aiutare gli studenti nel comprendere il percorso che può portare alla nascita di nuove imprese. Il prof. Alessio Cozzolino, (direttore del Master in Strategic Management presso la business School dell’University College di Dublino) ha spiegato quali strategie siano più adatte per inserirsi in mercati caratterizzati dalla presenza di innovazioni ‘disruptive’.

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L’ing. Salvatore Modaffari, fondatore di “Cantieri di imprese” ha illustrato come muoversi nella ricerca delle fonti di finanziamento più adatte per la nascita di una nuova imprese. Il dottore commercialista Matteo Moccia ha invece descritto in che modo le normative relative alle Start up innovative possono dare dei concreti vantaggi fiscali sia alle nuove aziende che a coloro che decidono di supportarle investendo capitali di rischio. 

Lo spunto di partenza proposto dal prof. Verteramo a tutti i relatori, avvalendosi del suo esercitatore, ing. Carlo Giglio, è stato quello di mettersi nei panni dei giovani studenti e raccontare come hanno affrontato i loro primi anni da neolaureati. Il ripercorrere il loro percorso professionale ha evidenziato storie molto diverse, spesso caratterizzate da qualche anno da dipendente, magari in aziende internazionali e comunque lontano dalla Calabria. Tutti però hanno evidenziato la loro voglia di costruire qualcosa che sentissero realmente loro, in cui poter contare e costruire una squadra di persone che condividessero i loro valori e la voglia di puntare sulle capacità consolidate in anni di studio ad alto livello, spesso in ambito universitario. 

Gli elementi comuni emersi dalle testimonianze di tutti sono stati la capacità di pensare fuori dagli schemi, di rischiare ma a partire da una rete di relazioni basate sulla fiducia con i collaboratori, clienti e fornitori: fondamentale la pazienza e una sana testardaggine, soprattutto nei momenti di difficoltà. “Vuoi mettere la soddisfazione di riuscire ad essere competitivi con i player mondiali del settore, coinvolgendo circa 60 giovani laureati calabresi, conciliando il tutto con la possibilità di godersi le bellezze di questa regione e la vicinanza con i propri affetti?” ha evidenziato Massimo Ruffolo.

«In tutto questo – ha fatto notare il prof. Verteramo – è evidente il ruolo svolto dall’Università della Calabria, che nei suoi cinquant’anni di vita è riuscita non solo a formare persone competenti, ma a creare un ecosistema capace di sostenere l’innovazione anche attraverso la creazione di un incubatore di imprese (il Technest) e lo sviluppo di progetti di ricerca congiunti tra gruppi di ricerca accademici e imprese. Le innovazioni che incidono più profondamente sulla nostra vita quotidiana e che permettono una maggiore competitività alle aziende partono tutte dalla ricerca scientifica».

Gli studenti di ingegneria gestionale hanno particolarmente apprezzato il mix tra teoria e pratica e il valore umano delle esperienze condivise. “L’impresa di fare impresa” ha rappresentato un punto di svolta per molti partecipanti, spingendoli a ripensare al proprio futuro lavorativo e a considerare l’imprenditorialità come una strada percorribile, anche nella loro regione.

Le testimonianze hanno evidenziato che però è necessario avere il coraggio di riscrivere le regole, di “crearsi una propria fila, senza necessariamente mettersi in coda a quelle esistenti”, impegnarsi con tenacia, puntando sulle idee nuove e la capacità di collaborazione. Probabilmente è più difficile rispetto ad altri contesti, ma anche la Calabria può essere una terra di innovazione e opportunità e queste imprese ne sono la prova più evidente. (fb)

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