Oggi è il 125esimo compleanno della Società Sportiva Lazio: una lunghissima e grandiosa storia sportiva che continua ad andare avanti. La giornata sarà inaugurata e celebrata all’interno della Sala della Protomoteca, in Campidoglio. Verrà presentato anche il nuovo inno della Polisportiva, “Mille cuori e un’aquila”, scritta, per l’occasione, da Tony Malco (con il contributo di Sandro Di Loreto). Vista la specialità di questa ricorrenza, il festeggiamento dei 125 anni della Lazio non finirà con la giornata di oggi, ma durerà per tutto il 2025, con tantissimi eventi. Antonio Buccioni, presidente della Polisportiva Lazio da ormai 20 anni, non mancherà di certo, visto che rappresenta al meglio, con la sua preziosa e instancabile presenza, il concetto di “Lazialità”.
POLISPORTIVA – La Lazio ha vissuto, nel suo complesso, sia momenti felici che quelli difficili. Molti però fanno riferimento specialmente alle imprese sportive ottenute nel calcio, come se fosse solamente un club calcistico (come tutti gli altri). Invece non è così perché, in realtà, è qualcosa di molto più speciale che può avere anche dei tratti di unicità assoluti. Non a caso la Lazio è stata fondata il 9 gennaio 1900 a Piazza della Libertà, da un gruppo di giovani atleti guidati da Luigi Bigiarelli, sottufficiale dei Bersaglieri, come Polisportiva. Tra l’altro, nella scelta del nome Lazio, prevalse l’idea di ispirarsi, non solo ai colori della Grecia olimpica e all’aquila simbolo delle legioni romane, ma al termine latino “Latium Vetus”, letteralmente il “vero Lazio” e specificatamente “culla di Roma”, in omaggio agli antichi valori della “Latinitas” che furono i caposaldi della Civiltà Latina e della successiva fondazione della Citta Eterna. Ad oggi la Lazio raggiunto l’incredibile traguardo delle 88 discipline sportive che la rappresentano. Inoltre la Polisportiva ha vinto complessivamente più di 1145 titoli nazionali, 89 titoli europei, 62 titoli mondiali, 12 ori olimpici, ha ottenuto la Stella d’Oro nel 1967, il Collare d’Oro al merito sportivo nel 2002 e nel 2024 ed è stata eretta a Ente Morale nel 1921. Non a caso la Lazio è riconosciuta come la più antica e la più grande Polisportiva d’Europa, se non del mondo perché, al di fuori del Vecchio Continente, non ci sono altre storie di società polisportive che possono eguagliare quella della Lazio. Per poter parlare dettagliatamente di tutte le Lazio esistenti ad oggi, e non solo, sarebbe necessario un libro lunghissimo. In questo ‘piccolo’ spazio, dedicato alla celebrazione dei 125 anni (appena) compiuti dalla Lazio, si cercherà di rendere omaggio almeno ad alcuni che hanno reso grande la società biancoceleste.
DELEDDA – Prima di parlare della parte sportiva, è giusto tenere conto che la Lazio, nel suo complesso, può vantare di aver coinvolto, nel suo mondo, grandi personalità che vanno ben oltre lo sport. La prima in assoluto da citare è nientemeno che Grazia Deledda, unica scrittrice italiana (la seconda nel mondo) a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, cosa avvenuta nel 1926. Quando si trasferì a Roma, agli inizi del 1900, essendo sensibile al sociale, la Deledda insegnò lettere all’Asilo Lazio, creato dalla Polisportiva nel 1915 e continuò a frequentare la sede della stessa Lazio, nella sezione filodrammatica, pubblicando spesso nella rivista sportiva e sociale biancoceleste.
COPPI – Incominciando a parlare di imprese sportive e di chi le ha compiute con la maglia della Lazio, non si può non citare per primo un atleta che è rimasto un’icona per tutta l’Italia: Fausto Coppi (soprannominato il Campionissimo), il corridore più famoso e vincente dell’epoca d’oro del ciclismo e considerato tutt’oggi uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi. La sua strada si è incrociata con quella della Lazio solo per un anno (1945), ma è stato quello della sua rinascita. Infatti Coppi aveva appena finito di vivere un periodo in un è stato un prigioniero di guerra in Africa, iniziato il 13 aprile 1943 e terminato il 1 febbraio 1945. Nonostante la terribile esperienza e il fatto che soffrisse di malaria e ulcera gastrica, seppur in forme lievi, lui desiderava riprendere subito l’attività professionistica. Fu proprio la Lazio Ciclismo ad offrigli questa occasione nella primavera del 1945, aggiudicandosi, a distanza di tre anni dagli ultimi trionfi, cinque vittorie, la Coppa Salvioni e la Coppa Candelotti nel Lazio, prima di ristabilirsi definitivamente nel Nord Italia, ormai completamente libero dal regime nazifascista. Ancora oggi la Lazio lo ritiene come uno degli atleti più rappresentativi delle migliaia che hanno vestito i colori biancocelesti, insieme a Giulio Glorioso, a Renzo Nostini e a Silvio Piola.
GLORIOSO – Infatti Giulio Glorioso è assolutamente un’altra punta di diamante dello sport italiano che ha militato nella Lazio. E’ considerato il più grande giocatore italiano di baseball di tutti i tempi, tant’è che è nella Hall of Fame della FIBS. Glorioso è stato anche fondatore della Lazio Baseball (e, successivamente, Softball), con la quale ha debuttato in A1 nel 1949, a soli 18 anni, e vinto due scudetti: uno proprio nel 1949 e l’altro nel 1955. Al termine della sua lunga e importante carriera, arrivata nel 1974 a 43 anni, divenne anche presidente della Lazio Baseball e Softball e mantenne questa carica fino al 2001. A proposito di Softball, merita di non essere tralasciata la grande campionessa di questo sport: Alessandra Cirelli. Non a caso, nel 2023, le è stato assegnato il “Premio Bigiarelli”, il massimo riconoscimento che la Polisportiva Lazio riserva a chi ha onorato la società con la sua gloriosa carriera mentre ha vestito i colori biancocelesti. Oggi questo premio speciale verrà conferito ad Antonio Fantin, classe 2001 e medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Tokyo e Parigi ai 100 m stile libero, Nicol Pineta, classe 2002 e neo campionessa italiana di Pugliato nella categoria Elite 70 kg, Riccardo Cucchi, ex giornalista, voce storica della Rai e, da sempre, appassionato biancoceleste e anche a Roma Capitale.
NOSTINI – Un altro grande atleta (poliedrico) da citare è Renzo Nostini, il quale ha legato la sua vita, sportiva e non, alla Lazio. Infatti, durante l’attività agonistica, Nostini ha ottenuto i primi successi sportivi nel nuoto, con la Lazio. Passò poi al Pentathlon moderno, dove si qualificò per le Olimpiadi del 1936, ma, pur essendo nettamente il più forte in quell’epoca, il regime fascista decise di escluderlo perché non militare. Praticò anche la Pallanuoto (sempre nella Lazio) ed il rugby (con il Rugby Roma, del quale fu anche presidente dal 1948 al 1954). Ma i migliori risultati li ottenne nella Scherma, iniziando una prestigiosa carriera con l’oro per il Fioretto individuale nel campionato mondiale nel 1937. Dopo l’interruzione delle attività sportive, causata dalla Seconda Guerra Mondiale, alle Olimpiadi del 1948 e del 1952, Nostini conquistò 4 medaglie d’argento, 2 in ciascuna edizione. Dopodiché Nostini è stato presidente della Lazio Nuoto dal 1952 fino alla fine. E’ stato anche presidente della Polisportiva Lazio dal 1992 fino al 2005, contribuendo alla nascita della Lazio Rugby nel 2000, di cui fu (anche qui) presidente fino alla sua morte. Tra l’altro, proprio nell’anno della sua scomparsa, gli ha succeduto come Presidente della Polisportiva nientemeno che Antonio Buccioni, tutt’ora in carica.
NUOTO – Proprio nella Lazio Nuoto ci sono altri due atleti che meritano di essere nominati. Il primo è Carlo Pedersoli, in arte cinematografica Bud Spencer, che fu il primo italiano a essere sceso sotto il minuto netto, nel 1950. Nei 15 anni in cui ha militato nella Lazio (1945-1960), Pedersoli ha primeggiato in numerosi campionati nazionali e, per l’Italia, ha partecipato ai Giochi del Mediterraneo nel 1951, dove vinse due medaglie d’argento, e nel 1955, dove vinse una medaglia d’oro (come pallanuotista). Dopodiché, anche se già aveva iniziato, saltuariamente, a farlo, si dedicò del tutto al mondo del cinema come Bud Spencer. La seconda è Daniela Beneck, che fu la prima italiana ad aver battuto il record europeo dei 200 m. stile libero. Nella sua lunga ed importante carriera, fatta soprattutto di record battuti e iniziata addirittura a 14 anni, con la partecipazione alle Olimpiadi di Roma (1960), Beneck è rimasta sempre legata alla Lazio Nuoto. Infatti, insieme a Patrizia Nostini, figlia di Renzo, è madrina ufficiale della Società Sportiva Lazio.
PARACADUTISMO – Merita di essere nominata anche la Lazio Paracadutismo. Pur essendo stata fondata solo nel 1993, nel giro di pochi anni ha vinto numerosi titoli italiani nelle specialità di caduta libera e nelle discipline artistiche e due titoli mondiali di Free Style, uno maschile nel 1994 e l’altro femminile nel 2002. Non a caso, la Lazio Paracadutismo è già considerata la prima società italiana in questa disciplina sportiva, tant’è che, ancora oggi, produce programmi sportivi di paracadutismo per Rai Sport. Tra l’altro, c’è da segnalare anche che, dal 2023, è entrata a far parte, tra le sue fila, una certa Mascia Ferri. Si tratta di colei che, nel 2019, è diventata la donna più veloce del mondo in caduta libera, stabilendo il nuovo record mondiale femminile, con 418,25 km/h, durante il campionato europeo di Speed Skydiving a Dunkeswell, in Inghilterra. Nel 2023, in occasione del Campionato italiano, la Ferri ha fissato un nuovo record femminile (di 430,90 km/h), stavolta a livello nazionale, ma risultando comunque come la terza donna più veloce in Europa e tra le prime 8 del mondo.
CALCIO – Non poteva mancare, chiaramente, lo sport più popolare al mondo, nel quale la Lazio, in tutti questi anni, si è guadagnata una reputazione del tutto rispettabile. Infatti, per quanto riguarda la parte maschile, oltre ai grandi calciatori che hanno militato nella Lazio, a partire da Silvio Piola, è il quarto club calcistico in Italia per numero di titoli vinti (16), dopo Juventus (71), Milan (50) ed Inter (46). Per quanto riguarda la parte femminile, la Lazio è tra le pochissime società che hanno fatto la storia del calcio italiano in rosa, sia per il numero di titoli vinti (è la seconda in Italia per numero di scudetti conquistati), che per le grandi calciatrici che hanno vestito la maglia biancoceleste per tanti anni, due su tutte sono Carolina Morace e Patrizia Panico, le migliori italiane di sempre nella maniera più assoluta.
FUTURO – Anche se è risultato ancora impossibile, per chiunque, raccontarlo nella sua totalità, il grande passato di cui si può vantare tutta la Lazio è ciò che permette alla società biancoceleste di essere, qui ed ora, un gioiello sportivo praticamente unico. E’ purtroppo un peccato che questa fortuna, a livello mediatico e non solo, non venga percepita come tale in Italia e che nessuno nel Belpaese faccia da stimolo continuo affinché l’aquila della Lazio possa raggiungere vette sempre più alte in tutte le discipline sportive. Infatti questo presente, frutto di 125 anni di storia, può essere anche il punto di partenza per un futuro molto bello perché quest’ultimo può rappresentare una sfida molto affascinante. Si tratta di avere, fra gli oltre 10000 atleti che fanno parte della Polisportiva, i migliori e le migliori di tutti gli sport individuali e di squadra. Qualcosa che molti riterrebbero impossibile, soprattutto per una polisportiva di queste dimensioni, ma non lo è se si decide di fare per bene tutto ciò che è necessario per trasformarlo in realtà.
CITTADELLA – La base necessaria per costruire questo affascinante e avveniristico futuro è partire innanzitutto da grandi infrastrutture sportive che possano supportare questa possibile “grande ambizione”. In tal senso, l’esempio migliore è quello della sezione calcio della Lazio, che è vicina al completamento del suo centro sportivo di Formello (con l’Academy “Bob Lovati”) ed ha iniziato a lavorare per l’ottenimento e la ristrutturazione dello stadio Flaminio, tanto caro alla tifoseria laziale sia per la squadra maschile che per quella femminile. Di conseguenza, per tutta (o quasi) la Polisportiva Lazio, sarebbe l’ideale costruire una Cittadella Sportiva. A onor di cronaca, è giusto segnalare che è al vaglio dell’amministrazione di Roma Capitale il progetto della “Città dello Sport” a Roma Nord, tra via Salaria e via Flaminia. Dei circa 137 ettari dell’area di Prima Porta, oltre 90 saranno dedicati alla naturalizzazione del sito e diventeranno il ‘Parco Sportivo del Tevere Nord’. E poi 30 di questi 90 ettari saranno ceduti in uso gratuito alla Polisportiva Lazio, che costruirà campi di calcio, rugby, hockey, basket, pallavolo, una Club House e una piscina olimpionica coperta, con tanto di palazzetto. Sebbene questo progetto sia partito nel 2019, nell’anno appena passato non si sono registrate novità a riguardo. Il 2025 può essere l’anno giusto per fare il punto su questo progetto per capire se e, eventualmente, quando potrà vedere la luce, soprattutto con la presenza dei vincoli posti dall’Autorità del Bacino del Tevere in quel quadrante.
PERCORSO – Una volta strutturata tutta la Polisportiva Lazio, bisogna poi stabilire quale sia il percorso giusto da intraprendere per realizzare questa “grande ambizione”. Per riuscirci, è necessario che tutti i presidenti e/o proprietari di tutte le Lazio, coordinati dalla regia e dalla mediazione del presidente della Polisportiva (Antonio Buccioni), concordino congiuntamente la strada da percorrere insieme. Se si dovesse scegliere la via giusta da seguire, non ci sarebbe nulla che potrà fermare questa evoluzione che porterà tutta la Lazio in cima al mondo.
COLOSSO – Già così, con quello che ha fatto dal 1900 ad oggi, la storia di tutta la Lazio è qualcosa di unico e, forse, impareggiabile per qualsiasi società polisportiva del mondo. Nonostante ciò, rimane ancora lontana dal suo potenziale massimo. Infatti riuscire a realizzare un’impresa del genere e far in modo che diventi una realtà duratura significherebbe far diventare la Lazio e la città di Roma il centro del mondo per lo sport e trasformarla in un colosso che non avrebbe eguali (forse) in eterno. Celebrare e onorare il 125 anniversario dalla fondazione della Lazio vuol dire fare due cose. La prima è valorizzare sempre il passato glorioso che ha avuto perché gli ha permesso di avere questo presente di cui si può vantare. La seconda è progettare un futuro che possa essere addirittura più immenso di ciò che ha vissuto e ottenuto. Quindi c’è da augurarsi che chi ha a cuore e rappresenta tutta la società biancoceleste punti a raggiungere vette sempre più alte, dove possono osare solo le aquile laziali.
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