Antitrust al Governo: “Servizi Cup e ritiro referti, vanno estesi anche alle parafarmacie”

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Roma, 9 gennaio –  Non consentire alle parafarmacie la possibilità, riconosciuta alle farmacie, di offrire servizi quali le prenotazioni di prestazioni via Cup o il servizio di ritiro dei referti, che ampliando la gamma dei servizi offerti  produce conseguentemente un livello di maggiore attrazione della clientela presso il proprio punto vendita, è lesivo delle norme e dei principi a tutela della concorrenza.

A sostenerlo, nell’esercizio dei propri poteri di segnalazione, è l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) , che nel documento Proposte di riforma concorrenziale ai fini della Legge annuale sulla concorrenza – Anno 2024, inviato alla fine dello scorso anno al Governo e che in tutta evidenza si riferiscono alla legge per il 2025, rileva – come peraltro già fatto in due altre precedenti occasioni – che l’esclusione delle parafarmacie dall’esercizio di tali attività “rappresenta un comportamento idoneo a determinare per queste ultime un ingiustificato svantaggio concorrenziale rispetto alle farmacie. Tale esclusione è idonea ad avere ricadute negative anche sui consumatori i quali vengono privati di un potenziale ulteriore canale di accesso ai suddetti servizi”.
La discriminazione tra farmacie e parafarmacie, scrive l’Agcm,  “non trova giustificazione nel vigente quadro normativo“, anche alla luce del fatto che “il legislatore ha promosso le parafarmacie per favorire la libertà di scelta del consumatore e mercati più concorrenziali attraverso le previsioni di cui all’articolo 5 del dl 223 del 4 luglio 2006 (convertito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248), con cui ha liberalizzato la vendita al pubblico presso gli esercizi commerciali di farmaci da banco o di automedicazione e di tutti i farmaci o prodotti non soggetti a prescrizione medica, nonché quelle di cui all’articolo 32 del d.l. n. 201 del 6 dicembre 2011 (convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214), che ha previsto ulteriori misure volte a favorire la concorrenza tra farmacie e parafarmacie”.
La mancata esplicita previsione della possibilità di fornire simili servizi anche attraverso il canale delle parafarmacie, che andrebbe eventualmente ad aggiungersi al canale delle farmacie, risultainoltre in contrasto con il più generale obiettivo di “realizzare un’offerta più ampia possibile di canali di accesso, al fine di garantire il più elevato livello possibile di fruibilità per il cittadino” fissato dalle Linee guida nazionali Cup. “Attraverso entrambi i predetti canali, infatti” argoenta ancora l’Agcm “i cittadini potrebbero ricevere assistenza da parte di farmacisti abilitati all’esercizio della professione e iscritti al relativo ordine (la cui presenza è obbligatoria anche nelle parafarmacie)”.
Sulla base di queste considerazioni, l’Autorità auspica un intervento di carattere legislativo “al fine di orientare in senso pro-concorrenziale la disciplina nazionale e regionale sui servizi di prenotazione di visite mediche specialistiche tramite Cup e servizi connessi, ampliandone l’affidamento anche alle parafarmacie”.
L’Agcm, si preoccupa anche di suggerire al Governo una proposta per riparare l’asserita “lesione” del principio di concorrenza provocata dalle norme in essere. L’indicazione è quella di  modificare l’articolo 5 del decreto legge n. 223 del 4 luglio 2006 (come convertito dalla legge 248 del 4 agosto 2006 e successive modificazioni), introducendo al primo comma, o anche con l’inserimento di comma dedicato, una disposizione che renda possibile per gli assistiti prenotare anche nelle parafarmacie prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale nelle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, e provvedere al pagamento dei relativi ticket a carico del cittadino, nonché ritirare i referti relativi a prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale effettuate sempre nelle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate. A garantire modalità concorrenziali e non discriminatorie di erogazione dei servizi citati da parte delle farmacie pubbliche e private e delle parafarmacie dovranno essere Governo e Regioni.

Nel suo documento l’Autorità è anche intervenuta sui prezzi dei farmaci, proponendo di “rendere esplicito che gli sconti su tutti i farmaci e sulle preparazioni magistrali distribuiti da farmacie, parafarmacie e dagli esercizi autorizzati alla vendita possono essere applicati liberamente, anche in modo diversificato, ossia consentendo fidelizzazioni, premialità, sconti per categorie di pazienti”.

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